Una sola cosa è certa: la tassazione sui giochi aumenterà ancora una volta. Lo abbiamo detto (e scritto) nelle scorse ore, quando l'ipotesi di un rincaro rappresentava ancora una mera 'indiscrezione, e ne abbiamo avuto conferma dall'ultima riunione del Consiglio dei Ministri, quando il governo ha ufficializzato la decisione, fissando una tempistica (ottobre 2017), ma senza specificare alcuna aliquota o soluzione concreta. Da lì è esplosa la preoccupazione tra gli addetti ai lavori, con l'allarme lanciato da tutte le associazioni di categoria che anticipano il rischio di un collasso del sistema in caso di un effettivo e ulteriore aumento dell'imposizione, soprattutto nel settore degli apparecchi.
In realtà, al momento, non sono ancora note le misure che il governo intenderà adottare nella manovra-bis, con i tecnici dell'Esecutivo alla prese con varie ipotesi da cui potrebbe scaturire diversi scenari.
Alla vigilia del Consiglio dei Ministri, in effetti – secondo quanto apprende GiocoNews.it da fonti ministeriali – le stime richieste dal Ministero dell'Economia all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli prevedevano diversi scenari. Come un aumento combinato del Preu dell'1 percento sulle new slot e di mezzo punto sulle vlt (ipotesi che, al momento, sembra la più probabile), insieme ad altre possibili “soluzioni”: come l'aumento dell'1,5 percento sulle sole slot, oppure combinato a un ulteriore aumento per le Vlt dell'1 percento. Una serie di ipotesi dalle quali sono inevitabilmente scaturiti molteplici scenari, tenendo conto della difficoltà di stimare un impatto reale di tali possibili misure: soprattutto perché, stavolta, non è più possibile partire dal presupposto della raccolta invariata rispetto agli anni precedenti. Questo perché il progressivo aumento della tassazione ha già eroso la raccolta – oltre ad aver impoverito la filiera – e ci sarà quindi da attendersi un ulteriore decremento in caso di altri rincari.
LE STIME SUL PREU - Ecco quindi che i conti, stavolta, potrebbero non tornare. Da un'analisi puramente contabile, in effetti, prendendo come riferimento l'ipotesi di un aumento di un punto sulle slot e di mezzo per le vlt, le stime sono praticamente immediate. Tenendo conto dei circa 26 miliardi di raccolta registrati dalle slot nel 2016, l'incremento di un punto percentuale del Preu potrebbe tradursi in un entrata ulteriore di circa 130 milioni di euro nel secondo trimestre del 2016 e di circa 260 milioni per l'intero 2018. Mentre per le vlt, in caso di aumento dello 0,5 percento, stando ai 23 miliardi di raccolta del 2016, si potrebbe parlare di entrate per circa 77 milioni nella seconda parte dell'anno corrente che salirebbero a circa 150 nei successivi 12 mesi. Per un totale di circa 600 milioni di euro a fine 2018 (di cui oltre 400 per il prossimo anno). Tutto questo però potrebbe avvenire soltanto nella migliore delle ipotesi: ovvero, nel caso in cui la raccolta degli apparecchi dovesse rimanere inalterata rispetto all'anno precedente. In realtà tale scenario non è da ritenere verosimile, andando a guardare lo stato attuale della rete e le altre prospettive future. In primis c'è da tener presente che, a partire dal prossimo anno, il Legislatore ha già previsto una riduzione di oltre il 30 percento del numero di apparecchi in circolazione: e tanto basta a far intendere che i proventi precedentemente stimati saranno difficilmente raggiungibili, almeno per quanto riguarda le slot, che comunque rappresentano la fetta maggiore per l'Erario. Inoltre bisogna osservare con attenzione anche (e soprattutto) il trend attuale della raccolta, che non promette certo degli aumenti. Anzi. Anche se il saldo delle slot ha chiuso complessivamente in termini positivi, in realtà, già nella seconda parte dello scorso anno e, in particolare, tra agosto e dicembre del 2016, si è registrata, in termini generali, una riduzione della raccolta rispetto allo stesso periodo del 2015. Ed il trend è proseguito anche in questi primi mesi del 2017 con il primo trimestre che – stando a quanto rilevato da GiocoNews sulla rete – rivelerebbe una diminuzione della raccolta delle slot di circa il 7 percento rispetto all'anno precedente. Un effetto attribuibile, con tutta probabilità, alla diminuzione del payout che, come noto, a partire dal 2016 è passato progressivamente dal 74 percento delle giocate al 70 percento. Tale andamento, dunque, vedrebbe la raccolta diminuire seriamente durante il 2017 e con essa le previsione di entrate per lo Stato. E tanto basta a ritenere impensabile quell'aumento delle entrate erariali ricercato dal governo per far quadrare i conti per il 2017 e per i prossimi anni. Nella migliore delle ipotesi, in effetti, il governo potrebbe riuscire al massimo a eguagliare le entrate degli anni precedenti, vanificando così gli scopi per i quali si andrebbe ad effettuare la manovra, e pure a caro prezzo, tenendo conto degli affetti a dir poso devastanti per la filiera.
LE ATRE MISURE AL VAGLIO – Come se non bastasse, poi, il governo avrebbe in mente ulteriori misure sui giochi. Tra cui, come anticipato, l'aumento della tassazione sulle vincite, che oggi prevede un prelievo del 6 percento sulle vincite superiori ai 500 euro, per tutti i giochi. Anche qui gli scenari possibili sono molteplici. Anche se l'ipotesi più gettonata sembrava essere quella di un passaggio dell'aliquota al 10 percento, in queste ultime ore i tecnici del Mef starebbero valutando anche l'ipotesi di raddoppiare il valore, portandolo fino al 12 percento, oltre all'eventuale ipotesi di differenziare il valore in base alla tipologia di giochi. Magari pensando anche di applicare la stessa tassa a tutte le vincite e non solo a quelle che superano i 500 euro, come già avviene per il gioco del Lotto. Per quanto riguarda questa imposta, i tempi di attuazione potrebbero essere stabiliti a partire dal prossimo ottobre, tenendo conto degli adeguamenti tecnologici necessari alle piattaforme di gioco per introdurre questo nuovo prelievo, con particolare riferimento alle vlt dove gli aggiornamenti dei sistemi sono notoriamente più macchinosi. Da qui il riferimento temporale annunciato dal recente Consiglio dei Ministri: mentre per il prelievo degli apparecchi sembra quasi scontato che l'aumento potrebbe avere effetto pressoché immediato e comunque a partire dal secondo semestre dell'anno corrente.