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Se l’estate porta consiglio, l’autunno porti riforme

10 agosto 2020 - 11:34

Con il decreto Agosto il governo dimostra di conoscere i problemi del comparto giochi, che ora vanno affrontati.

Scritto da Alessio Crisantemi
 Se l’estate porta consiglio, l’autunno porti riforme

 

La bella stagione sembra aver portato consiglio all’esecutivo che nel varare il nuovo decreto di (tentato) rilancio dell’economia introduce - forse anche a sorpresa - alcune misure specifiche rivolte al comparto del gioco pubblico. Non soltanto offrendo nuovi e ulteriori poteri all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il controllo e il contrasto dell’evasione fiscale nel settore, ma anche introducendo la riforma delle cosiddette “ticket redemption”, attesa da troppi anni da un segmento del comparto del gioco pubblico rappresentato - ormai - da una nicchia sempre più ristretta di operatori, ma comunque attiva. Che ha permesso di garantire in questi anni, nonostante la totale assenza del legislatore, l’offerta di quella forma di puro intrattenimento che lo Stato dovrebbe tutelare, in quanto unica alternativa a quella con vincita in denaro, con tutti i rischi che quest’ultima comporta.

Ora, con un ritardo di un paio di legislature rispetto alla vecchia e soltanto presunta “Riforma Giorgetti”, che introduceva (ma soltanto “sulla carta”), una riforma-sanatoria su quegli stessi apparecchi da gioco rivolti ai bambini e alle famiglie - presto finita nel dimenticatoio e rimasta nel cassetto dei lavori del Parlamento, alla voce “incompiute” - spunta fuori un altro progetto. Proprio come avvenuto, in seguito, con il riordino generale dell’intero comparto dei giochi pubblici: rispetto al quale diventa tuttavia lecito, a questo punto, tornare a sperare. Tenendo conto di questa improvvisa iniziativa legislativa d’estate.

Si, perché, nonostante si tratti di pochi, piccoli aggiornamenti di carattere per lo più tecnico e burocratico, le misure contenute nel decreto agosto evidenziano una sostanziale presa di coscienza del governo delle problematiche che affliggono il comparto e che pertanto devono essere risolte. O, quantomeno, né testimoniano la mera conoscenza: che sarebbe comunque già qualcosa, dopo anni di totale lassismo e disincantato disinteresse.

Se l’estate ha davvero portato consiglio, dunque, adesso l’autunno dovrà seguire la linea e aprire a una vera stagione delle riforme. Magari partendo proprio da quel Riordino troppo presto archiviato ma a quanto pare non ancora dimenticato. Che lo stesso sottosegretario ai giochi, Pier Paolo Baretta, ha più volte annunciato di voler rispolverare, per trovare una definitiva (e possibilmente stabile) mediazione con gli enti locali che possa rivelarsi all’insegna della stabilità. E se c’è una cosa che il Coronavirus ha portato di “buono” al nostro paese e l’obbligo di tornare a dialogare - sia pure animatamente - e a confrontarsi tra lo Stato Centrale e le amministrazioni regionali. Un qualcosa che, ci auguriamo, possa aver gettato le basi anche per un confronto sano sul tema del gioco.

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