Settantacinque anni il prossimo 3 dicembre, Paolo Dalla Pria è tra i nomi più conosciuti e storici del gioco automatico e dell'associazionismo in Italia. Una posizione privilegiata, la sua, per tracciare un bilancio in chiaroscuro del settore: “Il settore dei comma 6 non sta passando un bel momento, è andato quasi tutto in mano ai concessionari e la figura del gestore quasi non esiste più”. Invece, “i comma 7 (senza vincita in denaro Ndr) stanno andando molto bene, i giovani giocatori si avvicinano sempre di più all'amusement, inteso come sale giochi, bowling”. E questo “buon momento dell'intrattenimento” è anche grazie “al lavoro svolto dalle associazioni, che si sono raggruppate negli Stati generali dell'amusement e che lavorano bene con l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, ottenendo anche qualche risultato”.
Situazione ben diversa, ripete Dalla Pria, quella dei comma 6: “Vedremo come saranno le nuove direttive ma per ora siano in mano alla politica e ai Monopoli e sono solo i concessionari a trattare con essi”.
Un tentativo perchè anche i gestori “contassero” qualcosa, racconta ancora, era stato fatto con la costituzione, negli anni in cui era presidente di Sapar, della società Sgt composta da 250 soci per un capitale sociale di 1,5 milioni di euro circa: “Puntavamo a diventare concessionari, nel momento in cui lo Stato avesse riaperto la gara per diventarci, ma sono stato sfiduciato e sono uscito dalla presidenza di Sapar: questa è stata la mia più grande delusione. A cascata, è finita anche la Sgt. Tre anni dopo, sono state assegnate tre nuove concessioni e sono arrivati tre nuovi concessionari. Ma non noi gestori, che ci stavamo preparando a esserlo”.
Un dispiacere solo ammorbidito dal tempo, ma nella lunga carriera di Dalla Pria non mancano i momenti belli: “Sono andato negli Usa che avevo 21 anni e ho lavorato con Bally's fino al 1991, ossia fino a quando l'azienda ha prodotto videogiochi. Ero uno dei numeri uno in Europa: sono stati anni davvero meravigliosi”.
Dopo una vita passata nel settore del gioco, che cosa consiglierebbe a qualcuno che volesse lavorarvi?
“Di iniziare con i videogiochi, così si può entrare tranquillamente nel mercato. Se invece vuole operare nei comma 6, lo può fare ma si deve alleare con un concessionario, così come ho fatto io quando ho capito, era il 2008, che non sarei potuto diventare concessionario.”