"Abbiamo riaperto da un anno, ma di fatto la pandemia si è chiusa nel 2022. Nel 2021 c'erano mascherine, limiti di capienza e di accesso, che hanno portato a ridurre l'afflusso alle sale, poi in inverno ci sono state altre chiusure, quindi l'estate in cui siamo immersi è la prima che stiamo vivendo in maniera libera”.
Esordisce così Vanni Ferro, presidente dell'associazione New Asgi, nell'esprimere il sentiment del comparto dell'amusement di fronte a questa stagione, che restituisce una qualche forma di "normalità" anche alle modalità di divertimento degli italiani e quindi anche alle sale di puro intrattenimento disseminate sulle coste italiane, Riviera romagnola e veneta in primis. La sua intervista apre lo speciale su "il punto di vista degli operatori" nell'ultimo numero della rivista GiocoNews.
Al momento, sottolinea Ferro, “l'estate si presenta bene: c'è la voglia di viaggiare, dopo due anni chiusi in casa, son tornati gli stranieri, che l'anno scorso erano ricomparsi solo a fine luglio, viste le restrizioni di accesso e l'obbligo di green pass per entrare in Italia.
Quest'anno si registra una buona affluenza, non solo per le sale ovviamente, c'è la voglia di tornare nei posti dove si andava 'prima'”.
Nelle sale molto è cambiato, quindi, in primis l'atteggiamento dei loro frequentatori, ma qualcosa è rimasto lo stesso, anche se non c'è più l'obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale, se non per i dipendenti. “Ci sono ancora i distributori di disinfettante per le mani, per alcuni giochi con postazioni multiple manteniamo l'input di utilizzarlo solo fra i familiari, poi ci sono i cartelli sul distanziamento sociale, la segnaletica per i percorsi da seguire. Consigliamo di tenere aperte le porte per ventilare i locali il più possibile. Questi sono gli indirizzi che abbiamo dato ai nostri associati; meglio adottare ancora qualche cautela.
Alcuni turisti entrano con la mascherina, soprattutto italiani, ma sono pochi, e per lo più appartengono allo stesso nucleo familiare. Sono molto di più quelli che usano il disinfettante per le mani, quando entrano e prima di uscire dalla sala: credo che ormai questo gesto sia entrato nelle abitudini comuni”.
Parlando con i clienti, secondo quanto riferisce Ferro, emerge quanto le persone abbiano il desiderio di “godere finalmente di momenti di svago. Sono tutti dispiaciuti per quanto è successo, e hanno il rimpianto dell'anno e mezzo che hanno perso. Buona parte di loro ormai ha gli stessi comportamenti che aveva tre anni fa, prima della pandemia, mostrano tranquillità”.
Ma come si compone “il pubblico” delle location di gioco costiere? “Gli stranieri sono tornati in massa: provengono soprattutto dall'Europa centrale e dell'est, dalla Repubblica ceca, dalla Germania. Le tendenze poi vedono giocare nelle nostre sale per lo più famiglie con bambini, visto che i ragazzi dai 14 anni in su preferiscono stare in casa con la propria console. C'è da dire che negli ultimi due anni ci sono stati pochi investimenti sulle nuove macchine. L'arrivo di giochi previsto per maggio è slittato a fine giugno, per non parlare di quelli attesi dalla Cina, bloccati dalla chiusura dei porti per Covid”.
A tracciare un bilancio ottimistico provvede anche Paolo Dalla Pria, storico operatore del settore e presidente uscente di Sapar service, società di cui l'associazione Sapar è l'unico socio. “Stiamo lavorando molto di più che nel 2019, circa il 30/40 percento in più. In località come Jesolo, Lignano Sabbiadoro o il Lido degli Estensi, Rimini, è pieno di tedeschi, austriaci, italiani. E l'amusement 'tira' molto di più del gioco con vincita in denaro, delle slot: vanno sempre bene le ticket redemption, i 7a che danno dei pupazzi in premio, direi meglio di prima, come il Supercut, che regala un pupazzo di un metro e 20 e si comanda come una forbice”.
Dalla Pria riferisce di sale particolarmente frequentate “da famiglie con bambini ma anche da ragazzi grandi, poiché sta tornando molto in auge il gioco di intrattenimento, quello fatto di videogame e giochi meccanici come il calciobalilla. Piace l'intrattenimento puro con una piccola vincita in oggetti, non in soldi. Questi tipi di giochi ora sono anche in qualche centro commerciale, mentre fino a poco tempo fa non li guardava più nessuno”.
Di pari passo, rimarca Dalla Pria, “ci sono decine di sale slot e scommesse che non si riprendono più, che hanno un fatturato in calo del 30-40 percento, e rischiano la chiusura perché non riesce neppure a pagare le spese.
La gente ha più voglia di vivere 'insieme' con altre persone, non di stare isolata; ha bisogno di dialogo, condivisione, di parlare. Come una volta, quando le sale erano un punto di ritrovo”.