Raganini (Anbi): 'C'è richiesta di stare assieme, e l'amusement risponde perfettamente'
Marco Raganini, presidente di Anbi (Associazione nazionale bowling e intrattenimento), sottolinea la necessità di avviare interventi concreti per tutelare e valorizzare il settore.
Scritto da Michela Carboni
Marco Raganini, presidente dell'Associazione nazionale bowling e intrattenimento
Il primo trimestre di questo 2025 si è concluso con un leggerissimo calo rispetto al 2024, previsto dopo il rimbalzo positivo post covid. Quindi al momento non preoccupa minimamente la filiera che continua sempre di più all’innovazione e al costante investimento di nuove apparecchiature.” Parola di Marco Raganini, presidente di Anbi (Associazione nazionale bowling e intrattenimento), che traccia un primo bilancio del settore per il 2025.
Com’è cambiato il target delle sale?
“Dopo il periodo difficile della pandemia, abbiamo osservato un cambiamento significativo nel target delle sale, sia in termini quantitativi che qualitativi. Il numero generale di frequentatori è aumentato in modo costante, segno che le persone avevano voglia di tornare a vivere momenti di svago e socialità. Una delle tendenze più evidenti è l’aumento della presenza di famiglie giovani anche nei giorni feriali . Questo pubblico cerca esperienze di intrattenimento accessibili, inclusive e adatte a tutte le età, e le sale bowling – anche grazie all’ampliamento dell’offerta con giochi virtuali – rispondono perfettamente a queste esigenze. Stiamo assistendo a un’evoluzione del concetto di sala, che non è più solo luogo di gioco, ma punto di riferimento per il tempo libero, dove convivono generazioni diverse e dove la componente relazionale è sempre più centrale.”
Alla politica cosa chiedete?
“Alla politica chiediamo attenzione, ascolto e interventi concreti per tutelare e valorizzare il nostro settore, nel quale hanno sede numerose associazioni sportive dilettantistica che svolgono attività sportiva di bowling e biliardo, un valore aggiunto a livello sociale legato all’intrattenimento e al tempo libero. La dimostrazione sta nel fatto che non solo le famiglie ci scelgono sempre di più, ma anche gli istituti scolastici che svolgono attività ricreative/ sportive nei nostri centri. Lo scorso anno siamo giunti molto vicini ad un importante svolta che avrebbe agevolato non poco le nostre imprese. Grazie al lavoro che dal 2020 portiamo avanti insieme agli Stati Generali Amusement e l’Agenzia delle entrate; proprio quest’ultima ha proposto al Mef modifiche della nostra regolamentazione, ad esempio l’aumento del costo partita sulle 7A con conseguente aumento del valore del premio. Nella proposta vi era anche il risanamento dei giochi autocertificati, di cui la scadenza viene prorogata di anno in anno fino ad arrivare ad oggi e quindi al 31 dicembre 2025 rischiamo di dover togliere nelle nostre sale tanti giochi, più o meno recenti. La nostra filiera verrebbe messa a dura prova, soprattutto gli associati più deboli. Speriamo quindi di riuscire quest’anno a raggiungere tali obiettivi. Senza un’adeguata tutela, rischiamo non solo di perdere attrattività, ma anche posti di lavoro e presidi importanti di aggregazione sul territorio.”
Perché ha ancora un senso investire nell’amusement?
“Investire nell’amusement oggi ha più senso che mai. Probabilmente la pandemia ha contribuito a peggiorare l’isolamento dell’essere umano in generale attraverso l’utilizzo sempre più costante di smartphone e Pc. Crediamo che questo fattore abbia alimentato un ritorno forte e spontaneo delle persone nei nostri centri: non solo per giocare, ma per ritrovarsi. I centri di amusement sono stati riscoperti come luoghi di aggregazione, in particolare dai giovani, ma anche da famiglie e adulti. C’è una voglia diffusa di stare insieme, di vivere esperienze condivise, e il nostro settore risponde perfettamente a questo bisogno. Proprio questa ritrovata centralità ha spinto molti operatori a rinnovare i locali, migliorando gli ambienti, ampliando l’offerta e puntando su qualità e innovazione.”