skin

Assemblea Fipe: 'Qualificare punti gioco, sola garanzia di legalità'

10 novembre 2022 - 12:55

Nelle relazioni di Lino Stoppani e Emmanuele Cangianelli all'assemblea annuale di Fipe-Confcommercio focus sul gioco autorizzato come presidio di legalità e sulla sostenibilità delle slot nei bar.

Scritto da Redazione
Nella foto Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi

Nella foto Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi

“Lo sforzo della nostra categoria è stato quello di valorizzare la connaturata funzione di rigenerazione e rivitalizz urbana che gli esercizi pubblici interpretano, ponendo una supplementare attenzione ai temi della legalità e della sicurezza, minacciati dall'abusivismo dilagante e dal disordine esistenziale che la pandemia ha prodotto..
In questa direzione va interpretato il nostro impegno per contrastare gli abusi e gli eccessi di consumo di alcol, per cui abbiamo ripreso con l'Anm - Associazione nazionale magistrati l'iniziativa 'Bevi responsabilmente' o il contrasto alle ludopatie, grazie al serio lavoro della nostra Egp, che rappresenta e promuove gioco lecito, per il quale una funzione regolatoria che assicuri la qualificazione dei punti gioco autorizzati è sola garanzia di legalità e di tutela dei consumatori, anche dalle dipendenze patologiche”.

A ricordarlo è Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione italiana pubblici esercizi, nella relazione “Oltre la crisi: i pubblici esercizi alla ricerca di modelli sostenibili”, presentata nell'ambito dell'assemblea annuale della Federazione, organizzata a Roma oggi, 10 novembre, alla presenza del neo ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del presidente della Conferenza delle Regioni, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, e del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.  


“Un settore come il nostro – sottolinea il presidente di Fipe-, uscito dall’emergenza in gravissime condizioni, va sostenuto con provvedimenti emergenziali di rafforzamento e di estensione temporale dei crediti d’imposta sui costi energetici, la rateizzazione delle bollette e nuovi interventi di sostegno alla liquidità delle imprese, anche con gli strumenti di garanzia pubblica. Inoltre va definito un Piano energetico nazionale che preveda la diversificazione delle fonti e dei fornitori, con l’implementazione di un “Recovery Fund Energetico” europeo, capace di correggere anche il perverso meccanismo di determinazione del prezzo dell’energia”.


Ma il settore ha bisogno anche di misure che affrontino i nodi strutturali emersi durante la pandemia. Per primo il lavoro, tema centrale per un settore che fa del servizio l’elemento premiante della sua offerta. Sono necessarie politiche attive in grado di riqualificare, innovare e investire sulle competenze – vecchie e nuove – e percorsi di orientamento per i giovani verso percorsi formativi e scolastici in grado di dare prospettive occupazionali, contrastando anche il dumping contrattuale che interessa il settore. Senza dimenticare il riordino delle norme che regolano il mercato, per dare corpo al principio “stesso mercato, stesse regole”.
Infine politiche di rigenerazione urbana che vedano i pubblici esercizi come una risorsa e non come un problema, valorizzando i dehors come parte di un nuovo progetto di spazio pubblico finalizzato a rendere le città più belle, più attrattive e più sicure.
Ma la politica non basta. Occorre una nuova consapevolezza anche da parte delle stesse imprese.  Ed è quello che molte di esse stanno facendo ripensando i modelli di offerta e riorganizzando i processi anche all’insegna della sostenibilità, non solo per ottenere benefici economici nell’immediato, ma anche per una nuova sensibilità verso il contesto nel quale l’impresa opera.
“È in momenti come questo – spiega Stoppani – che diviene tanto più necessario intervenire sui processi, sulla logistica, sugli orari e i tempi di servizio, sulla organizzazione e gestione del personale, sulla determinazione dei prezzi, e sull’implementazione di nuovi servizi. Nessuno, se non noi stessi, possiamo risolvere il problema della bassa marginalità, che a sua volta nasce dalla difficoltà di associare il prezzo al valore dell’offerta impedendo di trasferire correttamente sui listini le dinamiche dei costi e le legittime aspettative di profitto. Fipe è impegnata con responsabilità a sostenere le istanze dell’ampio a articolato mondo della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo con l’obiettivo di accrescerne le competenze e accompagnalo ad uscire prima e meglio dalle tante crisi che continuano a susseguirsi.”

IL FOCUS SUL GIOCO – A parlare più approfonditamente di gioco è Emmanuele Cangianelli, il presidente di Egp-Fipe – Esercenti giochi pubblici.
“Anche il settore delle sale da gioco e delle sale bingo vive una fase nella quale occorre interpretare la sostenibilità: più di altri pubblici esercizi, per queste attività è il contesto regolatorio delle concessioni pubbliche che determina la marginalità, per lungo tempo annientata, negli anni recenti, con la crisi pandemica.
Questo vale per le regolamentazioni nazionali e tanto più per quelle degli enti locali, spesso inutilmente restrittive. 
È necessario ricordare, in queste regolamentazioni, che solo con la continuità e la qualificazione delle sale e dei punti di gioco autorizzati avremo ancora garanzie di legalità e di tutela dei consumatori.
Tutela in primo luogo dalle dipendenze patologiche, per le quali gli esercenti del settore si impegnano, pubblicamente, con investimenti in risorse umane, formazione e nuove tecnologie.
Dopo il periodo pandemico si pone con urgenza il tema della sostenibilità degli apparecchi a piccola vincita nei bar, per i quali sono marginali i problemi  di dipendenza ma che hanno subito da anni una regolamentazione punitiva e, quindi, barriere più elevate nella competizione con gli altri prodotti e canali distributivi del gioco regolamentato”.

Altri articoli su

Articoli correlati