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Bari, imprenditore del settore giochi e scommesse accusato di evasione fiscale: sequestri per 1,6 milioni di euro

06 ottobre 2022 - 15:17

Sequestro preventivo della Guardia di Finanza di Bari nei confronti di un imprenditore operante nel settore del gioco e delle scommesse, master per una società maltese.

Scritto da Redazione
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Tra 2016 e 2017 avrebbe ricevuto, nascondendoli al fisco, circa 2,5 milioni di euro da una società di gioco maltese. Per questo motivo i finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bari hanno effettuato il sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie di una impresa individuale con sede a Bari e, per equivalente, i beni del suo titolare, per un valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro. I beni sarebbero, infatti, il profitto delle ipotesi di reato configurate.

La GdF avrebbe infatto rilevato la presentazione di dichiarazioni infedeli ai fini delle imposte dirette e dell’imposta sul valore aggiunto per l’anno 2016, nonché l’omessa presentazione delle medesime per il 2017. Il condizionale è d'obbligo, dato che l'accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa. 

Il decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta di questa Procura della Repubblica costituisce, al momento, l’epilogo di un controllo fiscale e delle correlate indagini di polizia giudiziaria.

Secondo l'accusa nel periodo tra 2016 e 2017 l'imprenditore barese avrebbe percepito compensi per circa 2,5 milioni di euro, non dichiarandoli al fisco, operando quale “master” per conto di una società maltese. La società straniera, pur essendo autorizzata alla raccolta del gioco e delle scommesse sul territorio nazionale, si sarebbe tuttavia avvalsa di una “rete parallela” di promotori di gioco illegale.

Il sequestro preventivo di beni e utilità è stato predisposto considerando l’elevato valore indiziario degli elementi acquisiti dall'indagine, in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della “confisca per equivalente”.

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