Milano - “Importante che queste informazioni arrivino non solo ai politici, ma anche agli uffici, ai responsabili regionali, perché queste decisioni avranno ricadute anche su di loro.”
Così Angela Bravi, responsabile del servizio Dipendenze della Regione Umbria, una dei referenti tecnici dei Tavoli nazionali sul riordino del gioco (il prossimo incontro dovrebbe tenersi, ma non c'è ancora certezza, il 18 dicembre), parlando delle novità introdotte dalla legge delega, dal decreto attuativo sul gioco a distanza e dalla Manovra di bilancio 2025, nel suo intervento al convegno “Tutti in gioco - Strategie, Responsabilità, Politiche nella prevenzione e nel contrasto al Gap a 10 anni dalla L.r. 8/13”, organizzato oggi, 10 dicembre 2024, all’auditorium Gaber del grattacielo Pirelli a Milano.
L’intervento di Bravi, intitolato “Le politiche delle Regioni italiane: uno sguardo d’insieme” parte proprio dalla “fase di profonda trasformazione che si sta delineando a livello nazionale, che avrà una ricaduta significativa sulle regioni. Fino a oggi l’azione regionale si definisce nell’ambito delle leggi regionali e dei Piani operativi delle Regioni sul contrasto al gioco d’azzardo patologico, i quali sono supportati da due linee di finanziamento distinto, con 50 milioni derivanti da un fondo specifico del ministero della Salute, e altri 44 milioni derivanti da un fondo vincolato del ministero dell’Economia.”
E continua, Bravi, illustrando che “poi c’è, fino a ora, un Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, che valuta (di concerto con il ministero della Salute, Ndr) i Piani regionali”.
Ricorda che “tutto ciò è stato realizzato in un quadro che è rimasto fino a poco tempo fa incompleto e disorganico” anche a causa del fatto che, dopo l’intesa tra Stato e Regioni trovata nel 2017, “non fece seguito alcun decreto che avrebbe potuto dare attuazione a quanto stabilito per il contrasto al gioco d’azzardo patologico”, anche se “negli anni sono comunque state messe in atto azioni innovative su vari ambiti con la modellazione del percorso di cura.”
“Ora tutto ciò rischia di essere trasformato”, sottolinea Bravi con forza, “e questa trasformazione vedremo solo nel tempo se porterà anche elementi positivi o solo un impoverimento di quanto fatto sinora.”
Spiega, Angela Bravi, che la trasformazione in atto è dovuta a quanto prevede la Delega fiscale in materia di riordino del gioco fisico, ossia “anche di affrontare le problematiche da gioco d’azzardo” traducendo gli intenti in “un complesso percorso di costruzione di nuovi provvedimenti legislativi”.
“Quello che ci lascia perplessi”, aggiunge, “è che questa legge delega non ha portato un rafforzamento degli elementi di tutela della salute, oltre al fatto che si prevedono una serie di disposizioni che, finché non saranno accompagnate dall’attuazione di leggi precedenti, non si potranno valutare appieno”.
Parlando più specificamente del decreto di riordino del gioco online, spiega Bravi, “l’intesa che ha approvato questo decreto proponeva anche la costituzione di un tavolo nazionale, comprensivo delle regioni”, ricordando che in quest’ambito “è stata chiesta una compartecipazione delle regioni ai proventi del gioco fisico”. Ricordando che nella consulta istituita è prevista anche la partecipazione di alcuni concessionari, Angela Bravi spiega di aver visto “negli ultimi tempi, che il nostro lavoro è stato un po’ schiacciato dalle strategie con cui l’industria del gioco cerca di esercitare la propria influenza”.
Spiega che “dal tavolo appare evidente che la prima finalità è quella di garantire ai concessionari criteri uniformi a livello regionale, mentre la seconda finalità è quella di garantire il gettito erariale”, ma aggiungendo un motivo di preoccupazione legata al fatto che “per noi la finalità del contrasto al gioco patologico possa rischiare non di finire alla pari con le finalità precedenti, ma che possa essere relegata a un ruolo subordinato”.
Tra le fonti di preoccupazione, per Bravi, vi è la citata modifica sostanziale dei fondi destinati al contrasto del gioco d’azzardo patologico, con la Manovra che “attribuisce i due fondi che ho prima citato non più al gioco, ma in generale a tutte le dipendenze. Questi fondi, quelli che già avevamo, verranno ora distribuiti con un 30 percento dedicato all’assunzione di personale, mentre il restante 70 percento sarà destinato per metà al gioco, con l’altra metà destinata a tutte le altre dipendenze”.
Informazioni importanti, queste, secondo Angela Bravi, che avranno ricadute al momento non prevedibili. Per questo, aggiunge in conclusione, “il nostro compito sarà quello di chiedere e attivare azioni di monitoraggio per valutare come, nel tempo, queste misure possono avere impatto sui cittadini e sulle azioni che le regioni stanno attuando da anni, e che ora rischiano di subire delle trasformazioni.”
“Interveniamo su quello che è un interesse legittimo dello Stato” chiosa, “ma limitatamente: perché in una visione di medio e lungo periodo va considerato il bilancio tra queste maggiori entrate per lo Stato e le ricadute a livello sanitario sui territori e sul tessuto sociale”.