"Già non siamo mai partiti come avremmo dovuto, adesso col green pass è una vera tragedia". È il pensiero di Antonia Campanella, portavoce del gruppo Donne in gioco, che qualche giorno fa ha lanciato anche un sondaggio, tramite Facebook, per raccogliere gli umori dei gestori delle sale dopo l'introduzione della certificazione che, dal 6 agosto scorso, consente l'accesso ai locali pubblici, tra i quali quelli adibiti al gioco.
"Dall'introduzione del green pass ad oggi c'è un calo consistente di clientela che sta colpendo drasticamente le sale bingo", spiega Antonia Campanella. "Già non siamo mai partiti come avremmo dovuto, vuoi per la riconversione all'online o per la mancanza di avvenimenti sportivi (per quanto riguarda le agenzie di scommesse), ma adesso è una vera tragedia. Ovviamente tutto questo non fa che agevolare ancora una volta corner, pvr e illegalità
In merito al sondaggio online, che nel frattempo, in soli quattro giorni, ha raccolto 66 voti, Campanella non si esprime. "Attendo di vedere come va questo fine settimana", spiega, "per avere un quadro un po' più completo e concreto della situazione". Per ora 57 dei 66 votanti hanno risposto "sì, molto" al quesito posto dal sondaggio: "Con l'introduzione del green pass obbligatorio presso la tua attività, si denota un calo della clientela?", solo in 3 hanno risposto "sì, poco", mentre in sei hanno risposto "no", non notando una riduzione di affluenza dopo l'introduzione della certificazione verde obbligatoria. Al momento invece non si è espresso nessun negazionista, così che la colonna "non chiedo il green pass" (la quarta del sondaggio) non ha raccolto alcun voto.
"La contrazione iniziale ci sta", continua Antonia Campanella, "ma a mio avviso non si riprenderà mai come abbiamo lasciato. Il sondaggio serve a far evincere se c'è e ci sarà un calo di fatturato, al fine di poter anche avanzare una richiesta di sostegno al governo per quelle attività strumentalizzate per incentivare la campagna vaccinale. Perché non c'è un senso logico sia nell'introduzione del green pass a determinate attività mentre ad altre no, né un senso scientifico, se non quello di spingere la campagna vaccinale".
Le attività del gioco, ricorda Campanella, già si erano attrezzate nella seconda parte del 2020 per riaprire in tutta sicurezza. Per questo la portavoce di Donne in gioco vede nel green pass solo "l'ennesima discriminazione che il comparto si ritrova a subire, poiché nelle nostre sale i protocolli adottati sono più che sufficienti. Ricordo al ministero della Salute e all'Osservatorio che ci hanno accomunato alle attività ad alto rischio assembramento, che possiamo ricevere nei nostri locali una persona ogni 5 metri quadri e che da quando abbiamo riaperto siamo in forte sofferenza".