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Consapevolezza della legalità per una sana cultura del gioco

14 febbraio 2024 - 09:58

Il commissario dell'Agcom Massimiliano Capitanio sottolinea 'la poca proporzionalità del sistema sanzionatorio che non distingue la portata della condotta né la posizione soggettiva di chi la pone in essere.'

Scritto da Anna Maria Rengo
Foto tratta da Wikipedia

Foto tratta da Wikipedia

È previsto in una legge dello Stato italiano e ha profondamente cambiato il panorama nazionale del gioco con vincita in denaro. Questo non significa che il divieto di pubblicità, introdotto nel 2018 e diventato pienamente operativo l'anno successivo, sia un traguardo ormai raggiunto e che qualsiasi suo dubbio o difficoltà siano stati risolti.

Con Massimiliano Capitanio, uno dei commissari dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, facciamo il punto sull'attività dell'Agcom, che è appunto fortemente focalizzata anche sul controllo delle disposizioni in materia di divieto di pubblicità del gioco contenute nel decreto Dignità, alla luce delle linee guida per la loro attuazione elaborate dall'Autorità stessa. 

Come si colloca tale attività nell'ambito di quella generale dell'Agcom?
La vigilanza sul divieto di pubblicità del gioco d’azzardo è stata affidata dal legislatore ad Agcom in quanto autorità competente in via generale nel settore dei media e delle piattaforme digitali, in cui appunto avviene l’attività pubblicitaria. Si tratta quindi di un potere che, seppur attribuito da un intervento normativo ad hoc del 2018, è assolutamente coerente con la mission istituzionale dell’Autorità, che opera fin dal 1997.”

Nel 2023 l'Agcom è intervenuta più volte nel sanzionare comportamenti illeciti: quale bilancio può tracciare e quali sono i soggetti a vario titolo coinvolti nelle disposizioni contenute nel Dignità che risultano maggiormente inadempienti?
“Il divieto ha una portata molto ampia, in quanto proibisce qualsiasi forma di pubblicità o sponsorizzazione del gioco d’azzardo comunque effettuata e a prescindere dal mezzo di diffusione. Alcune istruttorie, avviate principalmente su segnalazione, hanno riguardato degli esercizi commerciali, quali sale slot o sale scommesse, che contravvenendo alle Linee guida hanno usato insegne o cartellonistica non meramente informativa, ma con valenza commerciale/promozionale. Alcune istruttorie si sono invece concentrate su messaggi pubblicitari, spesso
indiretti, diffusi via internet
, soprattutto tramite le piattaforme di condivisione video più usate, come Youtube, Facebook e Twitch. In questo caso sono stati sanzionati sia i creator digitali che caricavano determinati contenuti, sia le piattaforme, in quanto siti di diffusione degli stessi. Non posso dire che ci siano soggetti più inadempienti di altri, sicuramente data la pervasività dei media digitali, la portata di questo genere di comunicazione è più impattante. D’altro canto, in alcune occasioni le sanzioni alle piattaforme sono state annullate dal giudice amministrativo, che ha ritenuto come le stesse non fossero consapevoli, e quindi responsabili, dei video pubblicitari caricati dagli utenti. Negli ultimi casi esaminati, ad ogni modo, si è cercato di far emergere come, in concreto, vi sia la responsabilità sui contenuti oggetto di sponsorizzazione, tant’è che il Tar ha respinto il ricorso cautelare di un noto social media, rilevando come lo stesso svolgesse un controllo preventivo consistente nel rilascio di una 'autorizzazione scritta' alla pubblicazione della singola inserzione. Il bilancio è quindi positivo, nel senso che l’Autorità sta agendo per cercare di tutelare il maggior numero possibile di cittadini, visto l’elevato numero di utenti, anche minorenni, che accedono quotidianamente alle piattaforme.”

Come si può e deve operare per garantire il pieno rispetto del Dignità?
“Alla luce dell'ampia portata del divieto, l’Autorità, sin dal 2019, ha adottato delle Linee guida a valle di una consultazione pubblica a cui
hanno partecipato numerosi stakeholder, tra cui i concessionari e le televisioni, proprio per delineare più dettagliatamente l’ambito di
intervento dell’Autorità. Le Linee guida forniscono un quadro completo di regole in cui, tra l’altro, sono specificate le condotte considerate lesive, nonché quelle lecite. Ad esempio, è stato specificato che i servizi di comparazione di quote o offerte commerciali dei diversi concessionari
non sono forme di pubblicità, purché effettuate nel rispetto dei principi di continenza, non ingannevolezza e trasparenza. Pertanto, prima di effettuare qualsiasi tipo di comunicazione, i soggetti destinatari del divieto dovrebbero consultare le Linee guida, che tra l’altro sono molto snelle e comprensibili proprio per agevolare l’utenza, per assicurarsi di non incorrere nel divieto previsto dalla norma.”

A suo modo di vedere le finalità previste dallo stesso in che misura sono state raggiunte?
“Sicuramente l’attività dell’Agcom ha consentito il contrasto alle forme di pubblicità più diretta ed aggressiva che, in ultima istanza, sono quelle che possono esporre maggiormente i cittadini al rischio della ludopatia. Resta il fatto che, se l’Autorità sta ancora facendo molte istruttorie, vuol dire che il divieto non è rispettato a monte e che, di conseguenza, la pubblicità del gioco d’azzardo è molto presente nel sistema dei media, soprattutto su internet. Bisogna quindi capire se una sola attività di vigilanza e sanzionatoria sia sufficiente o, al contrario, sia più opportuna una normativa che garantisca anzitutto la conoscenza e la consapevolezza del gioco legale. In secondo luogo, che distingua le attività tipicamente d’azzardo, quindi maggiormente soggette alla compulsività, e quelle in cui invece è rilevante, ad esempio, una componente di abilità, con conseguenti regole differenziate sulle comunicazioni commerciali. Non sto citando a caso questi due aspetti che, infatti, sono le prime osservazioni che l’Agcom, già nel 2019, ha sottoposto al Governo con una segnalazione in cui evidenziava alcuni aspetti problematici della norma e auspicava un intervento di riforma della materia.”

Lei ritiene che sarà possibile una riflessione politica sulle norme vigenti in materia di divieto di pubblicità, anche alla luce di quanto prevede la delega fiscale in materia di riforma del gioco, e quale potrebbe essere nel caso il contributo di Agcom?
“Come anticipato, Agcom ha portato all’attenzione del Governo che, all’epoca, emanò il decreto Dignità, delle problematiche emerse sin dalla consultazione pubblica per l’emanazione delle Linee guida. Certamente Agcom potrà fornire un ulteriore contributo alla luce dell’esperienza maturata sul campo della vigilanza. Un aspetto che mi preme sottolineare, per esempio, è la poca proporzionalità del sistema sanzionatorio che non distingue la portata della condotta né la posizione soggettiva di chi la pone in essere. Un piccolo giornale locale, potenzialmente, può essere sanzionato nella stessa misura con cui viene sanzionato un grande social media internazionale.”

Su internet e sui social proliferano siti e profili che utilizzano abusivamente noti marchi di gioco e di casinò o che invitano a giocare su
casinò “non aams”, proponendo anche promozioni e bonus. In che modo potete intervenire e cosa deve fare l'operatore legale che si vede derubare del proprio logo e/o lo vede utilizzare impropriamente?

“Vale quanto detto fino ad ora, il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo resta valido tanto più di fronte all’utilizzo illecito del logo e del nome dell’operatore legale. L’invito è quello di segnalare la condotta ad Agcom, la quale una volta accertato l’illecito procede con la sanzione prevista dal già citato decreto Dignità che, lo si ricorda, ammonta come minimo a 50 mila euro. Come anticipato, anche nella segnalazione al Governo inviata nel 2019 era emerso quanto un presupposto indispensabile per arginare il fenomeno della ludopatia sia operare una netta distinzione fra il gioco legale e quello illegale. Anche su questo aspetto l’Autorità mette in campo i suoi poteri e soprattutto le sue competenze acquisite negli ultimi cinque anni.”


LUI CHI E'?! - Massimiliano Capitanio nasce in provincia di Monza nel 1974. Laureato all'Università Cattolica di Milano per poi conseguire nel 2013 il Master alla Bocconi in Management per le Pubbliche amministrazioni, è giornalista iscritto all'Ordine nazionale dei giornalisti dal 2002, prima come pubblicista e dal 2004 come professionista.

Dal 2009 al 2013 è stato capo segreteria e responsabile stampa dell'assessorato Politiche sociali della Provincia di Milano, per poi diventare vicedirettore della struttura stampa del Consiglio regionale della Lombardia, ruolo ricoperto fino al 2018, anno in cui viene eletto Deputato. È stato Segretario e Capogruppo Lega nella Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nonché membro della IX Commissione parlamentare (trasporti, poste e telecomunicazioni) di Montecitorio, fino al maggio 2022.

È stato primo firmatario e promotore della legge 92/2019 per la reintroduzione dell'educazione civica come materia obbligatoria e curriculare nelle scuole italiane. 

Mercoledì 30 marzo 2022 alla Camera dei deputati, con 221 voti favorevoli, è stato eletto componente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La nomina è stata poi formalizzata il successivo 28 aprile 2022 dal presidente della Repubblica con apposito decreto.

 

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