"L’Oms si sta orientando da approcci di cura ad approcci salutogenici. La domanda nuova che l’Oms propone è ‘che cosa genera salute?’. Quindi la legge delega che andiamo a discutere genera salute?".
Così Daniela Capitanucci, psicoterapeuta, dirigente del Sistema sanitario nazionale, socio fondatore di And-Azzardo e nuove dipendenze, nel suo intervento al webinar “Legge sul gioco d’azzardo: occasione o trappola?”, organizzato per giovedì 26 maggio da Avviso pubblico e Fondazione Adventum, nell’ambito del progetto "Se questo è un gioco".
“Non so se qualcuno oggi ha un dato certo che possa, in Italia, dire qual è il giocatore che più di tutti contribuisce al gettito. Occupandomi di gioco d’azzardo dalla fine degli anni Novanta penso che la prima domanda da porsi è a che tipo di inquadramento va a rispondere un disegno di legge. Bisogna decidere all’interno del nostro Stato se ci stiamo rivolgendo ad approcci di tutela individuale, tutela della salute pubblica o tutela degli introiti".
"L'approccio di salute pubblica, che è quello che noi privilegiamo, è quello che mira alla riduzione dei rischi, del giocatore e della sua sfera. L’Oms si sta orientando da approcci di cura ad approcci salutogenici. La domanda nuova che l’Oms propone è ‘che cosa genera salute?’. Quindi la legge delega che andiamo a discutere genera salute? I danni da gioco d’azzardo vanno dai più evidenti, che sono quelli legati al reddito, a quelli che pertengono alla salute psichica e fisica, i danni sulle relazioni, sul posto di lavoro, sull’accudibilità e danni intergenerazionali, che si protraggono per anni", sottolinea Capitanucci.
"Questi danni colpiscono il giocatore, ma a cerchi concentrici colpiscono anche chiunque è in relazione con lui. Nessuno è immune, e anche la collettività è colpita. Ci sono almeno 1 milione e 500mila soggetti adulti che patiscono per una dipendenza da gioco d’azzardo. Stiamo parlando di 1 milione e 500mila famiglie, che in media (dati Istat) sono composte da 3 persone", sottolinea la psicoterapeuta.
"L’elemento caratterizzante è proprio quello del denaro. Se il giocatore è un amministratore di soldi altrui, può incappare spesso in reati che possono essere di vario tipo e arrivano sino agli omicidi e senza dimenticarsi dei suicidi. Non si diventa giocatore patologico dalla sera alla mattina. Più si perde il controllo sulla propria vita e più i danni saranno alti. Quando il giocatore non è patologico ma è a rischio c’è comunque un pericolo. Si aggiungono quindi altri 1,4 milioni di persone a rischio", dice ancora.
“Qualsiasi sarà il provvedimento è indispensabile farne una misurazione di esito. Una buona legge deve essere stesa in assenza di interessi e nell’ottica della salute pubblica. Ci dobbiamo dare un tempo di sperimentazione e dei parametri di misurazione oggettiva. Abbiamo una baseline, che è quella del 2018 dell’Iss, da qui devo avere un dato che mi dice quanti sono i giocatori patologici oggi, e che mi dice a distanza di tempo se questi aumentano o meno.
Questa legge deve essere capace di escludere tempestivamente tutti quei soggetti che non possono giocare d’azzardo. Abbiamo detto che questi soggetti nuocciono a sé stessi e alla collettività. Si tratta di giocatori problematici, ma anche minorenni (sui quali qualsiasi legge, finora, ha fallito), persone che giocano in modo sproporzionale al proprio reddito".
Per poi proseguire: "La prevenzione deve essere educativa, informativa, ma anche quella ambientale, di limitazione. Dobbiamo ragionare se un’offerta polverizzata sul territorio è effettivamente gestibile. Ci sono alcune aree territoriali che sono più a concentrazione di rischio di sviluppare una dipendenza.
I nostri pazienti giocano e si sono ammalati di giochi d’azzardo legali. La slot machine delle galline ha fatto una strage. Ci sono degli studi che consente di valutare la pericolosità dei vari giochi. Uno studio che sta per essere pubblicato è in parallelo sui famigliari dei giocatori: la triste notizia è che i famigliari non hanno provato lo stesso sollievo dei giocatori di fronte alle chiusure dovute al lockdown, perché hanno dichiarato che avevano la certezza che poi tutto sarebbe tornato come prima".