Cardia (Acadi) sul gioco: 'Non esistono lavoratori di serie B'
Da Acadi-Confcommercio un appello al Governo perché non vi siano discriminazioni tra settori produttivi e quindi anche il gioco riparta.
Scritto da Redazione
"Sostegno alle lavoratrici del settore oggi di nuovo in piazza a Roma, il nostro è un fronte comune". Così Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio, in una nota con la quale spiega il sostegno dell’Associazione Concessionari di Giochi Pubblici (Acadi-Confcommercio) all’ennesima manifestazione delle donne del Gioco pubblico di fronte a Montecitorio, in cui lavoratori e imprese chiederanno la riapertura del comparto.
“Il nostro è un fronte comune - scrive Cardia - con i 150 mila lavoratori della distribuzione del gioco legale che da ormai 9 mesi sono privati del diritto al lavoro, costretti ad osservare la proliferazione del gioco illegale su tutto il territorio nazionale. Una condizione non più sostenibile. Il Governo ascolti l'appello lanciato dalle lavoratrici in cui si richiede l'immediata riapertura in totale sicurezza sulla base di protocolli sanitari rigorosi, come consentito ad altre attività con fattori di rischio equivalenti”.
"Non esistono lavoratori di serie B, eppure quelli del gioco pubblico, indipendentemente dal colore delle regioni e dagli orari, sono vittime di una presa di posizione ideologica che sta causando una grave crisi occupazionale - continua ancora la nota di Cardia -. A peggiorare il quadro, le chiusure del comparto stanno facendo venire meno la fondamentale funzione di presidio del territorio. Un fenomeno preoccupante evidenziato anche dal direttore dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli, Marcello Minenna di fronte alla commissione Antimafia, secondo cui c'è stata una traslazione dal gioco legale verso il gioco illegale stimabile in 35 miliardi circa”.