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Celotto (Università Roma Tre) su riforma del gioco: 'La vera scommessa è nel mobile'

25 maggio 2023 - 12:23

Il docente di Diritto costituzionale intervenendo al convegno di Icom sottolinea che ' quello che nella delega manca è il problema del digitale'.

Scritto da Carlo Cammarella

Roma - "Questa è l’ultima occasione, perché siamo fermi al decreto Balduzzi di dieci anni fa". Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale dell'Università degli Studi Roma Tre, intervenuto oggi, 25 maggio, al seminario pubblico "La regolamentazione del settore dei giochi: stato dell’arte e scenari futuri”, promosso da I-Com, l'Istituto per la competitività, insieme a Igt, prende spunto dall'intervento precedente di Guerino Testa per sottolineare che "c’è un mercato che deve bilanciare interessi importantissimi e che tuttavia non è riuscito ancora a trovare la certezza regolativa".

"La delega mantiene un modello che lavora in proroga", continua, "perché è un modello che zoppica. Abbiamo lasciato che per quattro anni regioni e i comuni facessero una serie di provvedimenti su distanze e orari, che si sono rivelati inefficaci. È stata un moda legislativa anche perché ormai la vera scommessa è nel mobile, non è più la sala gioco".

"La delega, che peraltro arriverà tra parecchi mesi, perché sarà un lavoro che andrà avanti almeno un anno e mezzo, deve però riuscire a contemperare queste esigenze: salute, ordine pubblico, erario, libertà personale e libertà delle imprese in un quadro di certezze".

Nella proposta di legge attualmente in discussione, secondo il professore, "c’è un altro punti importantissimo: l’educazione e la formazione perché ormai non serve solo la formazione degli operatori ma serve anche quella del giocatore, soprattutto nel mondo digitale dove bisogna riuscire a rendere consapevoli le persone, lo vediamo anche dalle polemiche che succedono anche in questi mesi anche su un corretto uso dei social. Non basta una legge, serve l’educazione. Quello che forse nella delega manca è proprio il problema del digitale che forse a mio avviso è sottostimato nei suoi valori. D’altra parte è ancora un mercato che non si conosce, ed è lì la grande sfida dei prossimi anni".

"Questa delega deve avere due obiettivi", spiega in conclusione, "uno rilanciare in maniera coerente i valori che conosciamo, farlo in maniera univoca sul piano territoriale: la materia fiscale, i principi sulla salute e l’ordine pubblico sono materie di competenza esclusiva dello Stato che potrebbe direttamente stabilire le regole, per cui le altre cose che vengono dopo come il commercio, l’applicazione della salute, sono di competenza locale ma lo stato deve fissare i suoi principi. Resta poi una seconda parte della delega che oggi non c’è, e va costruita, ed è quella che riguarda il digitale, perché il gioco, fra cinque o dieci anni, sarà quasi tutto digitale e a quel punto il distanziometro non serve più.

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