"Il blocco delle attività nel settore del gioco pubblico ha superato i 10 mesi complessivi, mettendo in ginocchio nel Paese 150mila lavoratori e 75mila imprese più l’indotto. Oggi se pur con una data certa, l'1 luglio 2021, in alcune regioni si rischia seriamente che la condizione del settore si aggravi ulteriormente per effetto di leggi che andrebbero a determinare divieti sulla totalità dei territori anche per le realtà esistenti, affondando definitivamente il settore legale".
Così Pasquale Chiacchio, presidente di "Giocare legale" in rappresentanza delle associazioni Agsi, Cni, Agile e Cgss a margine dell'incontro "utile, positivo e cordiale", svoltosi nella sede del consiglio regionale del Lazio, con la presidente della commissione Sviluppo economico Marietta Tidei e attività produttive e il consigliere regionale e componente della commissione Sanità, Emiliano Minnucci.
Tema dell'incontro, la legge regionale 5/2013 e le conseguenze dell'entrata in vigore. In particolare è stato fatto notare che con la seguente norma, precisamente al comma 2 dell'art. 11 bis, gli esercizi commerciali del Lazio hanno 18 mesi di tempo per togliere gli apparecchi da gioco che violano il distanziometro. Un punto fortemente criticato per la violazione del diritto di impresa, l'espulsione dal territorio regionale di tante aziende, costrette a licenziare, a delocalizzare o a chiudere, e per i pesanti effetti anche sui futuri bandi di concessione.
Da parte della presidente Tidei e del consigliere Minnucci, è emersa l'indicazione di guardare gli effetti sul gioco pubblico, non solo sotto il profilo etico, ma anche e soprattutto sotto l'aspetto economico e lavorativo. Ragioni che hanno indotto la Regione Lazio a inserire nel Collegato alla legge di stabilità 2021 una modifica alla legge regionale 5 agosto 20013, n. 5, “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico (Gap).
In particolare si interviene sul "comma 2 dell’articolo 11 bis della sostituendo la parola “diciotto” con “trenta” e cioè si offre agli esercenti delle attività di "gioco legale" un maggiore tempo, 12 mesi in più e adeguarsi alla normativa.
Per Chiacchio è "un passo in avanti e un segno di attenzione ad un comparto già sin troppo martoriato per gli effetti della pandemia. Ma anche un cambio di paradigma verso un settore, che negli anni ha subito un certo pregiudizio. Un ulteriore incontro che - conclude - che va nella direzione della nostra mission: dialogo, confronto e sensibilizzazione, portano sempre risultati e le giuste risposte".