skin

Crisanti (Parchi permanenti): 'Limite biglietteria online causa perdite per 15 milioni'

05 dicembre 2023 - 16:36

L’Associazione parchi permanenti italiani – Federturismo Confindustria si appella alla Commissione europea e promuove un’interrogazione parlamentare per valutare la legittimità della normativa italiana sulla biglietteria automatizzata.

Scritto da Redazione
Maurizio Crisanti - Parchi permanenti italiani.png

L'attuale normativa italiana "impone vincoli tecnici e formali tali da rendere di fatto impossibile ai parchi italiani la distribuzione dei biglietti sulle piattaforme e-commerce internazionali causando ogni anno perdite per 15 milioni di euro in termini di mancati introiti da biglietteria".

A dirlo è Maurizio Crisanti, segretario nazionale dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, annunciando che l’Associazione Ppi, associata a Federturismo Confindustria, si è appellata nei giorni scorsi alla Commissione Europea e ha promosso un’interrogazione parlamentare per valutare la legittimità della normativa italiana che regola i sistemi di biglietteria automatizzata, alla luce della disciplina sulla libera concorrenza nel mercato interno dell’Unione.

La normativa attuale causerebbe ai parchi italiani un danno totale di oltre 100 milioni di euro, considerando anche i ricavi ancillari, legati ad esempio alla ristorazione e al merchandising, a favore dei parchi negli altri paesi europei.

“Si tratta di una normativa senza eguali in Europa", spiega Crisanti, "che deve essere sottoposta a una profonda semplificazione. Alcune piattaforme e-commerce vendono oltre 120 milioni di biglietti di parchi nel mondo ogni anno, ma di fatto per noi è impossibile utilizzarle. Oltre ai mancati introiti, rileviamo un danno competitivo, perché i parchi degli altri paesi europei possono avvalersi di questo canale distributivo. Non è quindi possibile competere a parità di condizioni con le imprese degli altri Stati membri”.

Il problema, già noto, è stato segnalato all’Agenzia delle Entrate: tra le norme più restrittive, il limite di 10 biglietti per singola transazione online e l’obbligo di certificare l’intero processo di vendita attraverso il sistema “opt-in”, ovvero l’inserimento di un codice ricevuto via SMS per confermare l’acquisto, che, oltre a limitare le potenzialità di vendita, offre una pessima esperienza di acquisto.

“Sarà interessante conoscere le valutazioni della Commissione, chiamata a esprimersi entro sei settimane" aggiunge Luciano Pareschi, presidente dell’Associazione Ppi, "soprattutto in riferimento all’impossibilità per i parchi italiani di competere in Europa. Il nostro è un paese a vocazione turistica: ci sono parchi con oltre il 30 percento di clientela straniera che è abituata ad acquistare i biglietti online prima della partenza sulle piattaforme e-commerce. Tra inflazione, tassi di interesse alle stelle e continui investimenti in innovazione, l’industria italiana dei parchi non può essere penalizzata nelle sue potenzialità di crescita”.

Con l’interrogazione parlamentare si vuole stimolare le istituzioni italiane ad affrontare finalmente in modo oggettivo i limiti di una normativa secondaria, nata per limitare il fenomeno del secondary ticketing, ed erroneamente applicata anche al settore dei parchi, che non è soggetto a bagarinaggio e rivendita a prezzo maggiorato. Una disciplina che al momento ha l’unico effetto di limitare le vendite e i flussi di ospiti stranieri nei parchi divertimento italiani.

Altri articoli su

Articoli correlati