Divieto pubblicità gioco, Agcom sanziona un altro content creator
24 settembre 2024 - 11:47
L'Agcom sanziona un altro content creator per la violazione del divieto di pubblicità al gioco, per 75mila euro, e archivia un altro caso.
Scritto da Fm
© Art Lasovsky / Unsplash
Si allunga in modo sostanzioso la lista delle delibere emanate dall'Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in materia di violazione del divieto di pubblicità al gioco introdotto dal decreto Dignità.
Dopo i recenti casi di tre ditte e del titolare di un canale Twitch sanzionati per non aver rispettato il “ban” vigente, ecco arrivare altri due provvedimenti.
Il primo riguarda un content creator, curatore di un canale YouTube dedicato ai gratta e vinci, sanzionato per la “presenza di molteplici video con contenuto di promozione o comunque di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro”, si legge nella delibera dell'Agcom, per un totale di 75.000 mila euro.
Il secondo invece vede l’archiviazione del procedimento avviato nei confronti del gestore di un canale TikTok in quanto “non risulta integrata la violazione dell’art. 9 del decreto Dignità”, appurata la “mancanza di ogni rapporto contrattuale con la piattaforma o con altro soggetti dediti al gioco d’azzardo e soprattutto di un corrispettivo per l’attività che si è risolta nel mera riproposizione di un video altrui”.
Secondo quanto si legge nella delibera, “come rappresentato in sede di audizione”, il tiktoker ha ritenuto “opportuno rilevare non solo l’esiguo numero di video presso il canale in oggetto – di cui larga parte aventi ad oggetto il 'fantacalcio' e come tali estranei al gioco d’azzardo - ma soprattutto che, con riferimento al canale Spike Slot (più volte al centro delle indagini e delle sanzioni comminate dall'Agcom, Ndr) si è trattato di un solo video meramente ricondiviso dallo stesso. Inoltre, ha osservato che il video presente sul canale oggetto di contestazione è stato rimosso e bloccato dalla piattaforma. In ragione di ciò, ha richiamato l’attenzione sulla propria buona fede evidenziando, al contempo, l’assenza di qualsiasi intento promozione del predetto video e di ogni tipo di valorizzazione economica, e dunque l’assenza di ogni compenso da parte della società”.