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Divieto pubblicità gioco, maxi multa dell'Agcom a Twitch: dovrà pagare 900mila euro

12 dicembre 2023 - 11:24

Twitch, secondo quanto disposto dall'Agcom, dovrà pagare 900mila euro di sanzioni per aver omesso di rilevare la natura promozionale del gioco con vincita in denaro dei contenuti di sei canali.

Scritto da Redazione
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Ammonta a 900mila euro la sanzione amministrativa comminata alla società Twitch Interactive Germany Gmbh dall'Agcom - 'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni  per la violazione del divieto di pubblicità al gioco con vincita in denaro previsto dal decreto Dignità.

 

LE SEGNALAZIONI - In una delibera, che pubblichiamo in allegato, l'Agcom ricostruisce la vicenda e le motivazioni di tale sanzione. Tutto ha inizio ad agosto 2022, quando iniziano a pervenire all'Autorità diverse segnalazioni nelle quali venivano denunciate presunte violazioni dell’art. 9 del decreto dignità effettuate attraverso la piattaforma per la condivisione di video Twitch in relazione ad attività di pubblicizzazione di vincite realizzate attraverso casinò online e, in generale, con il gioco d’azzardo. Ad esse nel febbraio 2023 si aggiunge una segnalazione del nucleo speciale della Guardia di finanza sempre sullo stesso tema.

Dalla navigazione sul servizio di piattaforma per la condivisione di video “Twitch”, è emerso che, attraverso 48 canali “veniva realizzata la promozione, mediante i video caricati quotidianamente, di molteplici siti di gioco con vincite in denaro, mediante la riproduzione di sessioni di gioco registrate o in diretta (di slot machine o video lottery terminal) ovvero attraverso la rappresentazione di consumi di giochi con premi in denaro e che tutti i video invitano alla pratica del gioco d’azzardo o comunque incentivano all’acquisto e al consumo di giochi o scommesse con vincite in denaro, così realizzando un’attività promozionale del gioco medesimo nei confronti del pubblico. Inoltre, sebbene in diversi casi siano presenti disclaimer iniziali sulla pericolosità del gioco di azzardo o i canali siano indicati come destinati a maggiori di 18 anni, i contenuti video in violazione risultano liberamente accessibili su Twitch, salva l’attivazione delle impostazioni di limitazione all’accesso disponibili per la piattaforma; peraltro, in molteplici casi il soggetto del video induce il pubblico a ritenere che vincere denaro al gioco sia possibile e frequente e, alcuni soggetti, nel corso delle sessioni di gioco o nelle chat dei canali, enfatizzano le giocate e sottolineano la remuneratività e la convenienza di tale attività, anche attraverso il riferimento a bonus riscattabili”.

 

LA DIFESA DI TWITCH - Nella sua difesa, si legge ancora nella delibera dell'Agcom, “Twitch, nella sua qualità di Internet service provider, ha rivendicato l’applicazione della richiamata Direttiva nella parte in cui definisce il luogo di stabilimento del prestatore quale il luogo in cui esso esercita effettivamente e a tempo indeterminato un’attività economica mediante un’installazione stabile (ex articolo 2, co. 1, lett. c)), al contempo la società rileva che il prestatore non può, all’interno dell’ambito della Direttiva, subire nel paese di destinazione prescrizioni più rigorose di quelle previste dal Paese di origine”. Inoltre, la società ha osservato che “ai sensi della direttiva europea 2018/1808 ed in particolare dell’articolo 28-bis, il paese di stabilimento delineato da Twitch Inc. è la Germania, come confermato dall’Autorità tedesca competente di regolazione dei media (Blm) che ha accertato la propria giurisdizione riguardo alle attività di Twitch Inc.. Sulla base di tali considerazioni, la Società ritiene che l’intervento dell’Autorità sia più rigoroso rispetto alla normativa tedesca e, di conseguenza, in contrasto con i principi affermati a livello comunitario”.

Quindi la società ha osservato di essersi “prontamente attivata al fine di rispondere alle richieste legittime dell’Autorità. Nello specifico, Twitch dichiara di aver intrapreso le seguenti azioni: (i) ha chiuso definitivamente sette dei canali indicati nella contestazione, che risultavano operare dall’Italia e trasmettere Ugc legati al gioco d’azzardo (a ciò la società ha aggiunto che tutti i contenuti de quo erano Ugc e nessuno di questi, dunque, era stato inserito direttamente da Twitch); (ii) ha chiuso definitivamente quattordici dei canali indicati nella contestazione, che non risultavano operare dall’Italia; (iii) ha rilevato, con riguardo ai restanti ventiquattro canali segnalati, che essi non provenissero dall’Italia e che i loro contenuti non potessero essere considerati destinati al pubblico italiano, in quanto la lingua utilizzata non è l’italiano. Nei confronti di tali ultimi canali, Twitch ha dichiarato di non aver preso alcun provvedimento, ritenendo non configurabile la promozione del gioco d’azzardo in quanto una loro gran parte è in lingue probabilmente incomprensibili per l’utente medio italiano”.

 

LE VALUTAZIONI DELL'AGCOM – Nel replicare alla difesa di Twitch, l'Agcom osserva: “Sebbene l’articolo 8 del Dsa (ex articolo 17 del Decreto e-commerce) preveda che l’hosting provider non abbia un obbligo generale di controllo delle informazioni memorizzate, né un obbligo generale di cercare attivamente fatti o circostanze che indichino un’attività illecita, è altresì chiaro che al fine di poter invocare l’esenzione generale di responsabilità la piattaforma non deve essere in alcun caso a conoscenza dell’illiceità del contenuto trasportato. La conoscenza effettiva dell’illiceità dei contenuti trasportati rende infatti responsabile la piattaforma stessa a prescindere dalla segnalazione derivante dall’autorità amministrativa o giudiziaria competente. A tal riguardo, è necessario osservare che, con specifico riferimento alla natura di hosting provider, il Decreto dignità ha inteso adottare una norma generale che non consente in alcun modo di promuovere direttamente o indirettamente giochi con vincite in denaro. In altre parole, il legislatore italiano ha introdotto un divieto assoluto del tutto analogo a quello in tema di pubblicità del tabacco. Tale divieto è ancora più stringente nei casi in cui, come quello in oggetto, i contenuti diffusi rientrano in più canali, ben identificati e noti a Twitch, come confermato dalla stessa società, che in funzione del relativo successo presso i propri utenti ha contattato taluni (26) content creator tra quelli individuati nell’atto di contestazione, offrendogli a 318/23/CONS 20 valle di un’attività di verifica sul canale e su relativi contenuti un contratto di natura economica nonché la possibilità di accedere ad una serie di vantaggi di natura non economica ma legati all’attività stessa”.

Come già evidenziato, “nel caso de quo, i 26 canali hanno presentato formale istanza di diventare prima affiliati e partner di Twitch (9 streamer sono partner e 17 sono affiliati). Per valutare l’accessibilità dello streamer al programma, la Società avvia le proprie attività di verifica in un arco temporale dichiarato dalla stessa non inferiore a due giorni per ciascuna istanza. In base a quanto illustrato, si ritiene, in particolare, che la società non possa invocare nel caso in esame la clausola di esenzione di responsabilità essendo, invece, “edotta” dei contenuti veicolati dai 26 content creator affiliati e partner di Twitch e del livello di interesse generato da tali contenuti tra i fruitori, comprovato dalla circostanza che ha ammesso ai singoli creator a diventare “creator affiliati” e successivamente “creator partner” e ciò senza considerare che i video si pongono in contrasto con il divieto sancito dal citato articolo 9 del Decreto dignità in quanto gli stessi pubblicizzano siti di giochi online con vincite in denaro. In particolare, con specifico riguardo alla posizione di Twitch e alla qualificazione dell’attività svolta, dagli atti del procedimento è emerso come la Società non si limiti ad ospitare presso i propri server, con modalità puramente tecniche, passive ed automatiche, i contenuti caricati dagli utenti”.

Quindi, per l'Agcom, “tra questi 26 canali verificati, si ritiene, in particolare, di dover identificare la responsabilità di Twitch esclusivamente per quei canali (6) che, come confermato dalla stessa società, diffondono contenuti destinati prevalentemente al pubblico italiano in relazione all’elevato numero di utenti italiani raggiunti – tenuto conto dell’utilizzo della lingua italiana – e ai ricavi conseguiti in Italia, come risulta dalla documentazione acquista agli atti”.

Vengono quindi comminate delle sanzioni per la violazione delle disposizioni contenute nell’articolo 9, comma 1, del Decreto dignità “relativamente ai soli canali Twitch rivolti ad un pubblico italiano” e, considerato “che ciascuno dei 6 canali rivolti al pubblico italiano è stato verificato da Twitch (nella qualifica di affiliati/partner) e che, pertanto, la Società ha colposamente omesso di rilevarne la natura promozionale dei contenuti diffusi in violazione dell’articolo 9 del Decreto dignità”, ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 689/81 l'Agcom ritiene di “aumentare sino al triplo la sanzione amministrativa pecuniaria per ciascun canale in ragione dell’elevato numero di video diffusi e delle relative visualizzazioni da parte degli utenti” determinando la sanzione per ciascuna violazione della disposizione normativa contestata nella misura pari a “150mila euro per ciascuna delle sei condotte contestate sopra riportate, per un totale di 900mila euro secondo il principio del cumulo materiale delle sanzioni”.

 

VIDEO DA RIMUOVERE - L'Autorità ordina alla società di “rimuovere dalla piattaforma di condivisione di video Twitch tutti video contenuti nei canali verificati e affiliati/partner sopra identificati e caricati successivamente alla notifica dell’atto di contestazione ed ancora disponibili, entro e non oltre sette giorni dalla data di notifica del presente provvedimento, e di darne comunicazione all’Autorità entro 10 giorni dall’avvenuta rimozione all’indirizzo di posta certificata agcom@cert.agcom.it; di rimuovere/inibire dalla piattaforma di condivisione di video Twitch i video caricati successivamente alla notifica della presente delibera dai content creator identificati nell’atto di contestazione i cui contenuti siano analoghi o equivalenti a quelli oggetto del presente procedimento e rivolti prevalentemente ad un pubblico italiano e di darne comunicazione all’Autorità entro 10 giorni dall’avvenuta rimozione all’indirizzo di posta certificata agcom@cert.agcom.it”.

 

In allegato il testo integrale della delibera dell'Agcom.

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