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Faggiani (Osservatorio gioco): 'Confronto con Regioni e Comuni per un riordino unitario'

21 novembre 2023 - 12:23

Domenico Faggiani (Osservatorio gioco - Ali – Legautonomie – Anci) sottolinea necessità di un confronto con le autonomie locali al fine di pervenire a norme omogenee a livello nazionale e condivise con le regioni.

Scritto da Redazione
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“Si è arrivati all’approvazione della legge delega, i primi di agosto, quindi in tempi piuttosto rapidi. Subito dopo il Mef, ad opera del vice ministro Leo, ha messo al lavoro una Commissione, presieduta dal direttore centrale giochi di Adm, con il compito di presentare un documento entro il 20 settembre. La Commissione ha svolto in tempi rapidissimi il suo lavoro e presentato il documento. A quel punto ci si sarebbe aspettati l’immediato avvio di un confronto in sede di Conferenza unificata. Ed invece nulla”.

Ad attirare l'attenzione su questo silenzio, in relazione al riordino del gioco pubblico previsto dalla legge delega per la riforma fiscale, è Domenico Faggiani, membro dell'Osservatorio regionale del Lazio sul fenomeno del gioco d’azzardo, referente di Ali – Legautonomie Lazio per le problematiche sul gioco nonché componente del Coordinamento nazionale Anci sulle problematiche del gioco.

 

“Il documento della Commissione sembra essere finito in un cassetto e si è cominciato a parlare di uno spacchettamento del riordino, da effettuare attraverso due o tre decreti legislativi. Il primo, sull’online, da portare quanto prima all’esame del Consiglio dei ministri”, prosegue Faggiani.

“Il percorso 'virtuoso' che era stato avviato dal Governo, e che doveva proseguire con l’avvio immediato del confronto con le autonomie locali, sembra essersi improvvisamente arrestato.

Se è vero che la legge delega prevede uno o più decreti, è altrettanto vero che in questa materia serve un riordino complessivo attraverso un testo organico ed unitario che affronti tutte le varie tipologie di gioco.

Un testo che scaturisca, lo ribadisco, dal confronto con le autonomie locali al fine di pervenire a norme omogenee a livello nazionale e condivise con le regioni, cosa che offrirebbe certezze ai comuni, ed anche agli operatori del settore.

Altrimenti il rischio, come è capitato già tante altre volte, è quello di affrontare qualche aspetto (magari per necessità di cassa) e rinviare ulteriormente una organica e completa riforma di tutta la materia. Le intenzioni di partenza sembravano buone ma, come si dice, … di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno”.

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