"Il gioco d’azzardo di cui parliamo oggi è un gioco d’azzardo industriale, moderno, che si basa su tecniche di marketing che tendono a creare fascino, a catturare i consumatori per i quali viene creato un profilo". Lo ha dichiarato Maurizio Fiasco, rappresentante di Alea, associazione per lo studio del gioco d'azzardo, nel corso dell’audizione avvenuta oggi, giovedì 7 aprile, alla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.
Parte dalla struttura stessa del gioco in Italia, Maurizio Fiasco, spiegando che "la concessione pone il concessionario al riparo dalla conseguenze sociali e sanitarie personali che il congegno stesso implica. Nei paesi dove le ricerche sono più avanzare, come i paesi anglosassoni, non si prevedono né il monopolio né la concessione, ma la licenza. Perché la licenza responsabilizza l’impresa per tutti gli aspetti che riguardano la persona e la salute. Se da un’attività ‘for business’ si genera un danno, questo danno deve essere contenuto nel rischio d’impresa".
"Per l’assieme dei 51 tipi di gioco che sono disponibili oggi i margini sono prefissati tra quello che va alla filiera, quello che va all’erario e quello che va ridistribuito ai giocatori casualmente. Faccio notare che la curva delle entrate erariali e dei guadagni del gioco è rimasta invariata di fronte all'aumento della raccolta. Nell’anno 2000 quando (ai prezzi attuali) ci fu un flusso pari a 11 miliardi di euro, che è pari a un decimo di quello del 2021, il margine per lo Stato era pari al 38 percento percento, mentre adesso siamo attorno al 10 o 10,5 percento. L'allargamento del consumo va a compensare la caduta dei margini".
"A parità di volume di giocata", nota Fiasco, "il saldo per la parte che non gioca, ma che guadagna dal gioco, è rimasta invariata. I margini sono più bassi perché c’è una forte prevalenza dei giochi online, ciò porta che per avere introiti interessanti bisogna ampliare il volume dei flussi. Ma in questo aumentare, le proporzioni si invertono, perché per ogni euro che va allo Stato sono almeno 2 o 3 euro che vengono trattenuti dalla filiera. Un flusso di 67 miliardi di euro di transazioni che avvengono online pone un problema non solo di sicurezza pubblica ma anche di gestione di queste reti. Con il passaggio al digitale l’ampiezza del numero di consumatori si va espandendo di molto e le fasce giovanili prevalgono nettamente, perché l’alta frequenza consente il trattenimento nel gioco".
Parlando dell'effetto sul giocatore Fiasco spiega che "mentre nel gioco fisico il budget finisce in 4 o 5 turni di gioco, nel digitale occorrono almeno 20 turni per esaurire il budget, la reiterazione è la struttura di questo nuovo approccio al gioco".
Interessante il dato territoriale presentato da Alea, che mostra come "nel passaggio all’online le regioni più sviluppate e più digitalizzate hanno un numero di conti attivi per 100 abitanti molto minore rispetto a quelli delle regioni meno sviluppate. Si verifica un dualismo strano, con il Mezzogiorno povero che è molto più avanzato del Nord industrializzato nel gioco online".
Secondo i dati portati da Alea "sono 18,5 milioni le persone adulte che giocano, di queste 5,1 milioni sono gli abitudinari, tra i quali ci sono 1,5 milioni di giocatori problematici, che sono un qualcosa di strutturale. L’80 percento del consumo (circa 100 miliardi di euro nel 2018) era imputabile ai 5,1 milioni di di giocatori abitudinari".
"La soglia tra il ludico e il patologico", spiega Fiasco, "si fissa con il denaro impiegato e ancor più con il tempo impiegato". E continua sottolineando che "è il servizio che fa emergere la domanda. La soglia di accesso ai servizi che prendono in carico la dipendenza è una soglia molto alta, che rende difficile l’inserimento della specifica voce relativa alle dipendenze da gioco nel Sind, Sistema informativo nazionale dipendenze. I dati, del 2011 e quindi precedenti al Decreto Balduzzi, che riguardano tuttavia le sole 13 regioni che hanno partecipato, parlano di 4500 persone in trattamento. C’è una domanda silente di presa in carico terapeutica, un potenziale molto esteso, per intercettare il quale occorre una strategia di promozione della salute che attualmente sta prendendo le mosse con molta difficoltà e molta lentezza.
Al senatore Candiani, che chiede se Alea ha a disposizione "qualche elemento relativo al gioco d’azzardo illegale, che è l’elemento della nostra commissione", Fiasco risponde che "nella carriera di ogni giocatore patologico c’è l’esperienza di un contatto con la criminalità comune (per rifornirsi di denaro) e con la criminalità organizzata. Da una parte accesso costante all’offerta e dall’altra Il formarsi delle domanda di bere senza avere la sete, classico delle dipendenze, porta al saturarsi delle opportunità nella sfera legale e al traboccare nella sfera illegale, con un effetto di integrazione sistemica. Risulta nella quasi totalità dei giocatori patologici la violazione di leggi sotto la forma di furti, infedeltà in azienda. Le misure dal punto di vista sociale sono piuttosto evidenti: nella letteratura si dice che c’è più c’è diffusione e più si creano connessioni con il sistema criminale".
Il senatore Croatti chiede invece informazioni sulla condizione del gioco minorile, "che per definizione è tutto gioco illegale", il rappresentante Alea spiega che "c’è un nuovo scenario che deve essere affrontato. L’Oms nel 2019 ha definito il profilo del gaming disorder. C’è una convergenza tra il gioco d’azzardo con il gioco interattivo sul cloud fino al determinarsi di una vera e propria patologia. Mentre nel gambling il denaro è lo scopo del gioco, nel gaming, dove non c’è una riserva di inibizione ai minori, il denaro serve per acquisire il gioco, con un avanzamento per casualità, acquistando delle “scatole” di cui non si conosce il contenuto. Speriamo si arrivi a un Decreto Balduzzi anche su questo, ma prima dei tre anni che aveva indicato l’Oms".
Al senatore Endrizzi, che chiede info sulla legge regionale piemontese, in particolare sulla sua efficacia oppure no "per la tutela della salute e per il contrasto dell’illegalità", Fiasco spiega che "posta una popolazione che ha dei disturbi è evidente che poiché la domanda non regredisce il continuo rinforzo crea delle dipendenze. L’obiezione che la legge del Piemonte potesse avere questi effetti aveva un suo razionale. Dalle rilevazioni fatte dai servizi si è visto che con la minor offerta di gioco, la parte più interessante per la criminalità, che viene dalla domanda dei giocatori patologici, si è ridotta". In relazione al distanziometro, Fiasco spiega che "a fronte di un percorso fino a 30 minuti dla luogo di vita la propensione di proseguire la propria abitudine risultava indebolita per 9 giocatori su 10. La dipendenza da gioco d’azzardo non esiste in natura, ma viene costruita a determinate condizioni, di tipo simbolico, con una progettazione industriale complessa e sofisticata. La legge del Piemonte avendo contratto l’area della dipendenza ha quindi contratto anche l’area della domanda che si rivolge all’illegalità".
La senatrice Toffanin chiede se "la dipendenza è dovuta solo alla progettualità industriale dell’offerta, pertanto se non ci fosse l’offerta pubblica anche il gioco criminale non sarebbe un problema?", il rappresentante di Alea spiega che "non è così semplice. Riguarda il modello di regolazione: se si parte da un paradigma della separazione del gioco dalle altre funzioni sociali e personali, distanziandolo dai luoghi della quotidianità, è evidente che la dipendenza tende a diminuire. Sicuramente incide sulla dipendenza anche la struttura degli spazi, la disposizione del mobilio, i colori, gli aromi utilizzati al loro interno, e le frequenze sonore degli apparecchi (Mi bemolle e Si bemolle) il giocatore dice “sento la macchina come una proiezione di sé”.
Parla quindi di "regolazione della frequenza di gioco", in quanto si è andata ad aumentare proprio la frequenza del gioco che "un tempo, con le slot era di 30 secondi, oggi è arriva a 6 secondi, e online è ancora più frenetica" e aggiunge che "l'esperienza di gratificazione da esisto incerto diventa additiva se l’esperienza è frequente. Le nuove Wlt consentono di effettuare la giocata in una frazione di secondo, la regolazione sul tempo incide sulla dipendenza", Importante dunque, secondo Alesa, "la separazione dai luoghi di quotidianità. Il modello svizzero sarebbe molto utile, perché tiene conto anche del reddito personale disponibile, frenando il superamento di una soglia di tollerabilità. Un proibizionismo, la soppressione, non avrebbe senso", chiude Maurizio Fiasco, "ma un distanziamento e una regolazione efficace, costruita su misura della popolazione e dei valori pubblici che si vogliono proteggere".