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Gdf: gioco illegale, confiscata società operante nella raccolta scommesse a Catania

17 dicembre 2022 - 11:39

La Guardia di finanza esegue sentenza del Tribunale di Catania, che ha disposto la confisca di beni riconducibili a tre soggetti, condannati per truffa, riciclaggio, intestazione fittizia e gioco illegale agevolando il clan Santapaola-Ercolano.

Scritto da Redazione
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L’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, la truffa ai danni dello Stato, il riciclaggio e l’intestazione fittizia di beni: sono i reati ascritti a tre soggetti,  condannati definitivamente,  dei quali la Guardia di finanza ha proceduto alla confisca del patrimonio, su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania dando esecuzione a una sentenza del locale Tribunale.

In particolare, secondo quanto si legge in una nota dei finanzieri, l'esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse sarebbe "aggravato dall’aver agevolato il clan Santapaola-Ercolano, favorendone l’infiltrazione occulta di 'Cosa nostra catanese' nel peculiare settore economico", fatto riscontrato a carico di uno dei tre soggetti.

"Si tratta del primo esito dell’attività sinergica sviluppata in attuazione del memorandum operativo del 6 aprile 2022, stipulato tra la Procura catanese, il Comando regionale Sicilia della Guardia di finanza e il Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di finanza, volto a introdurre forme di collaborazione per la più completa applicazione dei provvedimenti di confisca in fase di esecuzione delle sentenze passate in giudicato, mediante l’effettuazione di ogni utile approfondimento finalizzato all’accertamento economico-finanziario della posizione dei condannati.
Nel dettaglio, nell’ambito di tale progettualità, è stata individuata la predetta sentenza con cui il Giudice ha altresì disposto la confisca nei confronti: del soggetto condannato con l’aggravante mafiosa, di denaro, beni e altre utilità di cui lo stesso non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato ai redditi dichiarati; degli altri due condannati, dei beni che costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo del reato, anche nella forma 'per equivalente', di cui i medesimi hanno disponibilità, anche indirettamente o per interposta persona, fino a concorrenza della somma di circa 592.000 euro per il primo e 606.000 euro per il secondo", si legge ancora nella nota della Gdf.
"Per quanto sopra, allo scopo di dare effettiva e piena attuazione al dispositivo di confisca, le unità specializzate del Gico del Nucleo Pef e dello Scico hanno effettuato specifici accertamenti economico-finanziari sul conto dei condannati, sulla scorta dei quali è stato possibile individuare sia i patrimoni direttamente riconducibili agli interessati sia i beni mobili e immobili di cui gli stessi risultano essere comunque titolari o averne la disponibilità per interposta persona.
Nel complesso, alla luce degli approfondimenti investigativi svolti, i citati finanzieri, sotto la direzione della Procura etnea, hanno sottoposto a misura ablativa definitiva: sette immobili, di cui due situati in ciascuna delle province di Catania, Siracusa e Messina e uno in quella di Palermo; tre società, due delle quali con sede a Catania e una a Siracusa, operanti, rispettivamente, nei settori della rivendita bar, del commercio al dettaglio di confezioni per bambini e della raccolta di scommesse; sette tra autovetture e motoveicol; i saldi attivi, in corso di verifica, dei rapporti bancari e postali individuati (in totale nove c/c), comprese due cassettedi sicurezza, riconducibili ai condannati".
 

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