Abitudini, stili di vita, desideri: l'impatto della pandemia non ha risparmiato niente e nessuno, e spinge le aziende – anche quelle di gioco - a ripensare e ad innovare i propri prodotti, nell'ottica della responsabilità e della sostenibilità.
Ecco quali sono i nuovi trend e le strategie da attuare, presentate da Daniela Ostidich, presidente Marketing and trade, società di consulenza sui comportamenti di consumo e di retail design, protagonista - insieme con Sonia Biondi della Bva Doxa - del nostro speciale sulla "nuova normalità" indotta dall'emergenza Covid pubblicato sul numero di novembre della rivista cartacea Gioco News (consultabile integralmente online a questo link).
"Come stanno cambiando le abitudini di consumo degli italiani? Si sono appresi nuovi comportamenti di acquisto e sono nati anche nuovi desideri, nuovi riti, che restano, nonostante si stia tornando un po' ai tempi pre-Covid, dopo la riapertura di tante attività al 100 percento della capienza (vedi cinema, teatri e simili, Ndr)", esordisce Daniela Ostidich.
Il "modello" a cui guardare per capire quali sono le tendenze del momento è il settore dell'alimentare, che "rende meglio il quadro dei cambiamenti in atto. Diminuisce la spesa per i prodotti da supermercato e aumenta quella per il fresco e ingredienti di qualità. Magari oggi non facciamo più il pane come durante i mesi del primo lockdown, ma ci piace preparare piatti sfiziosi e non già pronti. Ora abbiamo bisogno di qualcosa di rassicurante, perché la pandemia ci ha segnato psicologicamente".
La presidente di Marketing and trade quindi traccia il ritratto di un "consumatore in bilico, fra comportamenti vecchi e voglia di innovazione" e di aziende che hanno "perso le proprie certezze", e si vedono costrette a rivedere quelli che per decenni sono stati i loro fondamenti.
Non può non venire in mente lo spostamento di tanti consumatori sull'online, che ad esempio ha spinto molti operatori di gioco terrestri a diventare omnichannel e ad approntare una propria offerta anche per i clienti ormai più avvezzi a giocare "a distanza".
Un trend che non vale per tutte le categorie merceologiche né per tutte le tipologie di persone. "Credo che per i due canali si debba lavorare in sinergia, continuità, non come due alternative. Due canali, per arrivare allo stesso genere di offerta. C'è un tema di engagement molto forte, come del resto capita per altri settori. Di fondo, vedo un ritorno dell'importanza della competenza, del saper fare, dell'artigianalità, del dettaglio, all'insegna della specializzazione.
Bisogna ripensare il proprio business senza superficialità. Pensare a come comprano i consumatori, cosa vogliono sul fisico e cosa online. Ognuno ha la sua strada, non ne esiste una 'giusta', come non esistono le vie di mezzo. Va interpretato il mondo che cambia al di là delle 'nuove generazioni', è traversale".