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Gioco e scommesse illegali, 10 indagati ad Agrigento

08 novembre 2023 - 09:56

La Direzione investigativa antimafia esegue 10 misure cautelari personali per concorso esterno in associazione mafiosa ed esercizio abusivo di giochi e scommesse.

Scritto da Redazione
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Responsabilità in ordine alle ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo di attività d'intermediazione nella raccolta di gioco, tramite l'installazione di apparecchiature di gioco in assenza di concessione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, nonché estorsione aggravata dall'agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori: sono i reati contestati a 10 persone, oggetto delle misure cautelari personali - di cui una in carcere, cinque ai domiciliari e quattro divieti di esercizio della professione e dell'attività imprenditoriale – disposte da un'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia ed eseguite dalla Direzione investigativa antimafia.

L'operazione, si legge in una nota diffusa dalla Dia, è convenzionalmente denominata "Breaking bet", e muove da indagini sviluppate dalla sezione operativa della Dia di Agrigento, che “hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario circa la capillare distribuzione e installazione di postazioni per il gioco d'azzardo, resa possibile mediante la costituzione di società intestate a prestanome schermandone, di fatto, la reale titolarità: tramite gli apparecchi collegati in rete a siti internet esteri, ai giocatori era consentito di partecipare a scommesse su eventi sportivi, nonché di scegliere, oltre ai giochi di abilità a distanza. anche opzioni di gioco (tipo videopoker, roulette ecc…) caratterizzate dall'alea e dal fine di lucro”.

Dalle investigazioni, prosegue la nota, “sono emersi gravi indizi sui proventi dell'attività di betting, destinati a contribuire al sostentamento economico delle famiglie mafiose di Licata (Ag) e Campobello di Licata (Ag) ma anche, in parte, trasferiti a esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara (Tp), consentendo a Cosa Nostra, oltre all'arricchimento economico, di acquisire, o comunque implementare, il controllo diretto e indiretto di lucrative attività economiche sul territorio.

Nel corso dell'attività di polizia giudiziaria sono state eseguite altresì perquisizioni domiciliari nei confronti dei soggetti indagati, per i quali, fino all'accertamento dell'eventuale colpevolezza in via definitiva, vale comunque la presunzione di innocenza”.

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