I NUMERI DEL SETTORE – “L’industria dei gioco pubblico si compone di oltre 6.600 imprese; un bacino occupazionale di circa 140.000 addetti; oltre 20.000 impiegati nelle aziende (concessionari, gestori e produttori di apparecchi); una rete di vendita di circa 120.000 esercizi (e circa 120.000 addetti)”, spiega Maggi, che delinea anche il ruolo economico dell’industria del gioco: “Nel 2014 la spesa netta effettiva dei giocatori (giocate al netto delle vincite) è stata di 16,7 miliardi di euro. Allo Stato sono andati 8,3 miliardi di euro di gettito erariale; alla filiera 8,4 miliardi di euro di ricavi lordi, così distribuiti tra i diversi attori: esercenti 3,9 miliardi di euro, concessionari 2,8, gestori 1,7 miliardi”.
E IL SUO SVILUPPO - Lo sviluppo del settore è stato reso possibile da una nuova e generale regolamentazione che, dal 2004, ha fatto emergere un intero comparto economico: “Prima del 2004 una parte importante del gioco gestita da organizzazioni criminali, con un ritorno fiscale per l’Erario pari a zero, c’erano 800.000 videopoker illegali, fuori dal controllo dello Stato e senza garanzie per i consumatori, non c’erano garanzie per le vincite e tutela dei minori. Dopo questa data, è emerso il gioco illegale sommerso, si è avuta un’offerta di gioco certificata, sicura e legale per i consumatori, ci sono state importanti entrate erariali per lo Stato, in precedenza sottratte alla criminalità”.
L’INDUSTRIA DEL GIOCO – Marini sottolinea come quella del gioco sia un’industria manifatturiera in senso ampio, caratterizzata da una filiera produttiva altamente specializzata e come “gli operatori italiani prevalgono: nell’intero comparto del gaming machine hanno la leadership di produzione (57%). In particolare, nelle Awp si registra un 80% di produzione italiana”. La produzione italiana nel settore del gioco è dislocata sul territorio italiano con particolare concentrazione nelle regioni del nord: Emilia Romagna (32,7%), Lombardia (20,4%) e Veneto (14,3%) sono le regioni dove è più forte la presenza di produttori di schede di gioco. Emilia Romagna (22,7%), Lombardia (19,6%) e Veneto (12,4%) sono anche le regioni dove è maggiore la presenza di produttori di Cabinet.
LA NORMATIVA IN VENETO – L’attenzione di Maggi si sposta poi sulle normative che valgono per gli ospiti: “Con la Legge di stabilità per l'esercizio 2015 il Consiglio regionale del Veneto promuove interventi finalizzati alla prevenzione, contrasto e riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Condividiamo l’assistenza - prevenzione - diagnosi - cura; gli orari slot, purché non si rechi danno economico all’esercizio; le forme premianti; il controllo - accertamento – sanzioni; ma abbiamo riscontrato delle criticità, come nell’estensione normativa in materia di distanze e luoghi sensibili ai comuni; nel disincentivo/maggiorazione dello 0,2% aliquota Irap; nella mancanza di una chiara azione volta a contrastare il gioco illegale sul territorio”.
Conseguenze della legislazione locale in generale – Tra le conseguenze della legislazione locale, Maggi cita in generale un “quadro normativo variegato e frammentato, con prevalenza di effetto non limitativo ma espulsivo del gioco pubblico, barriere all’offerta di gioco legale (orari e distanze) non basate su studi e criteri scientifici. A fianco di alcune esperienze virtuose di regolamentazione (Emilia Romagna), si evidenziano alcune normative comunali irrazionali e volte ad azzerare l’offerta di gioco legale. A Genova per esempio il livello di interdizione determinato dal Regolamento comunale è pari al 96,4% del territorio comunale, mentre a Milano c’è la possibilità di una potenziale cancellazione del 93,4% dei punti vendita presenti sul territorio”.
LA PROPOSTA DI SISTEMA GIOCO ITALIA - Per rispondere alle mutevoli condizioni del mercato e alle istanze sociali, illustra Maggi, Sgi ha promosso un nuovo ‘Piano Regolatore’ del Gioco “per razionalizzare l’offerta al fine di evitare eccessi; aumentare la qualità professionale della filiera, degli operatori e dei luoghi di gioco; garantire tutela sociale e ordine pubblico; Sgi intende promuovere l’equilibrio tra principio fondamentale della riserva statale e norme locali per garantire regole uguali per tutti, per un’offerta controllata, controllabile e alla luce del sole; condizioni di agibilità per aziende capaci di produrre valore aggiunto in termini di sviluppo economico e occupazionale”.
IL GIOCO RESPONSABILE - In conclusione, Maggi evidenzia le iniziative della Federazione e dei Concessionari e che riguardano diversi ambiti: “Sulla pubblicità la definizione con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) di linee guida per la comunicazione commerciale ispirate ai principi di trasparenza, rispetto dei consumatori e tutela dei minori, inserite all’interno del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerc\iale dello IAP (art. 28 ter). C’è poi lo svolgimento di ricerche con Università italiane e centri di ricerca internazionali, per individuare e definire i comportamenti a rischio dei giocatori ed eventuali proposte di intervento; come pure l’assistenza ai giocatori problematici attraverso l’attivazione di help line e servizi online (collaborazioni con Federserd, Ospedale Fatebenefratelli di Milano ecc). Infine, il contrasto del gioco ai minori e formazione sul gioco responsabile: promozione del gioco responsabile e del divieto al gioco dei minori attraverso formazione del personale di sala e campagne di comunicazione (campagna ‘18+’ con il coinvolgimento del Moige)”.