“La portata delle minacce non è diminuita, la pandemia continua a ridurre i flussi di entrate nello sport, creando nuove sfide”. Così Philipp Müller-Wirth, a capo della sezione sports dell’Unesco, nel suo intervento nel corso della Conferenza sull’Integrità dello sport, in corso a Villa Ruffo, a Roma. L’evento è organizzato nel quadro della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, organizzato dall’'Accordo Parziale Allargato sullo Sport del Consiglio d'Europa (Enlarged Partial Agreement on Sport, Epas) e il Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Una iniziativa che, come è stato ricordato Bjørn Berge, segretario generale del Consiglio d’Europa, fa parte dell'importante lavoro svolto dall'Epas e dalla sezione Convenzioni dello Sport del Consiglio d'Europa, negli ambiti di preparazione di linee guida sull’integrità nello sport, lotta alla manipolazione delle competizioni sportive (Convenzione di Macolin) e sostegno al rispetto di una buona governance nello sport.
“Il consiglio d'Europa”, spiega Berge, “ha iniziato un processo per adottare una nuova strategia per le attività di contrasto alle manipolazioni nei prossimi quattro anni”, ricordando che “lo sport è una parte vitale per tante persone, non possiamo permetterci di deluderle”.
“Nel luglio 2017”, ricorda Philipp Müller-Wirth, “è stato adottato il piano di Kazan, e ora il Consiglio d’Europa sta intensificando i lavori per prendere il controllo di un’altra delle cinque azioni del piano. Dopo quanto le precedenti tappe questa conferenza è un quarto risultato, e segna il forte impegno a promuovere le linee guida per l'integrità dello sport”. Anche perché “la portata delle minacce non è diminuita”, continua Müller-Wirth, “la pandemia continua a ridurre i flussi di entrate nello sport, ponendo sempre nuove sfide”.
Tra i principali interventi anche quelli di Maria Vittoria De Simone, Procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia, e membro della G20 Italian Task Force, che esordisce sottolineando come lo sport sia fonte importante di valori che tuttavia "non è più solo un fenomeno sociale, ma un settore economico che ha visto crescere gli affari che sono connessi con il mondo dello sport, divenendo un'area di forte attrazione economica e quindi ad altissimo rischio di malaffare. L’impegno dell’Italia", ricorda De Simone, "nasce da questa consapevolezza".
Ricordando la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive, fatta a Magglingen il 18 settembre 2014, che definita "un passo importante nel contrasto al fenomeno delle frodi dello sport", De Simone ha ricordato che l'attività di perseguimento delle attività illegali si articola in contrasto alla manipolazione di gare, alle scommesse illegali, al doping, alle deviazioni, alla turbativa in appalti e concessioni collegate agli appalti. Un accordo globale", continua De Simone, "inserisce la pratica sportiva tra i lavori delle Nazioni unite previsti dall’agenda 2030; il piano caratterizza l’impegno di collegare le politiche internazionali nell'interesse globale della lotta alla corruzione".
Chiudendo il suo articolato intervento De Simone ha ricordato quindi i sei i principi che sono stati adottati in ambito G20, basati su "conoscenza e comprensione del fenomeno; rafforzamento dei quadri legali e normativi per affrontare più efficacemente la corruzione; garanzia di applicazione delle legge; rafforzamento della cooperazione internazionale tra forze dell’ordine; lotta alla corruzione legata alla criminalità organizzata (dato che lo sport è divenuto sempre più appetibile per le organizzazioni criminali); sostegno alle organizzazioni sportive per migliorare governance, trasparenza e integrità".