Lazio: gioco in piazza il 29 aprile, As.tro c'è 'Tutelare salute e lavoro'
As.Tro invita i propri iscritti a partecipare alla manifestazione del 29 aprile dei lavoratori del gioco legale del Lazio, con la speranza che le Istituzioni regionali aprano al confronto.
Scritto da Redazione
Riceviamo e pubblichiamo
Il prossimo 29 aprile a Roma, dalle ore 15 in poi, la piazza Oderico Da Pordenone vedrà scendere in campo i lavoratori del gioco legale ed il Comitato delle donne in gioco in difesa del diritto al lavoro contro gli effetti distorti della legge regionale del Lazio, la n. 5/2013.
Con la modifica della legge, avvenuta lo scorso febbraio 2020, la Regione Lazio ha introdotto il distanziamento dai luoghi sensibili con effetto retroattivo, inserendo il limite temporale di adeguamento e vanificando, pertanto, tutti gli investimenti effettuati delle realtà già esistenti, che vedranno in agosto il loro “game over”.
I limiti imposti colpiscono attività lecite, autorizzate dallo Stato, ed avranno come effetto principale la recrudescenza dell’illegalità, senza tutelare le fasce deboli e più vulnerabili della popolazione, perché, inevitabilmente, la domanda si sposterà verso circuiti illegali che per loro natura sono incontrollabili. La normativa rischia di sommare, all’inefficacia dal punto di vista sanitario, una sostanziale implosione dei soggetti economici, perché rischia di mandare a casa la quasi totalità delle aziende esistenti sul territorio laziale e circa 5000 lavoratori nella sola zona della Capitale.
La manifestazione dei lavoratori, pertanto, sarà un’importante spazio per far ascoltare le istanze del settore, un comparto economico che ha pieno diritto di essere considerato parte integrante del tessuto economico meritevole di tutele al pari di qualsiasi altro settore economico italiano, perché non esistono aziende o lavoratori di serie ”B”.
As.Tro invita tutti i propri iscritti a partecipare alla manifestazione e sarà vicino ai lavoratori del settore legale della Regione Lazio, con la speranza che le Istituzioni regionali aprano al confronto e comprendano che la tutela della salute può viaggiare a braccetto con la tutela dei posti di lavoro, messi a dura prova anche dalla crisi economica in corso.