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L’eccellenza è donna

25 novembre 2022 - 12:13

La parità di genere è ancora troppo lontana nel settore del gaming come in molti altri business. Eppure sono tanti i casi di eccellenza in rosa.

Foto © Womanizer / Unsplash

Foto © Womanizer / Unsplash

Nel giorno in cui si “celebra” la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne cerchiamo di andare oltre la retorica che a volte contraddistingue le comunicazioni ufficiali e gli articoli di stampa diffusi ogni 25 novembre, proponendo uno spunto di riflessione in positivo.

Ad offrirlo è la rubrica “Gioco e sostenibilità” curata da Ewa Bakun – direttrice delle strategie sui contenuti per Clarion Gaming – pubblicata sul numero di dicembre della rivista GiocoNews (consultabile online nella sua interezza a questo link).

 

Scrollando Linkedin ho notato, tra le varie relazioni sulla fiera G2E di Las Vegas, alcuni post sugli spostamenti di lavoro e un sondaggio inutile ma divertente sulle preferenze per colazione,  e poi un comunicato stampa che annunciava la partecipazione di una squadra tutta femminile nella Esports Zone dell’Ice di Londra, in quanto saranno le giocatrici stavolta a rappresentare i tornei di sport elettronici nell'edizione del 2023.

È una manovra progressista da parte dell’organizzatore (ovvero, i miei colleghi), soprattutto nel mondo degli esports, noto per il suo ambiente poco accogliente per le donne, pieno di molestie e di abusi verbali, che già conosciamo così bene nel mondo delle community online.

Mi sono chiesta però, successivamente, estendendo la domanda anche ai miei colleghi nel dipartimento esports, se era proprio necessario sottolineare il genere delle giocatrici, soprattutto se l’annuncio veniva accompagnato da una foto che lo rendeva ovvio.

Come mai l’aggettivo ‘femminile’ viene usato parlando delle squadre di sport, di esperti di varie discipline, di categorie di letteratura (io stessa ho fatto la tesi sulla letteratura ‘femminile’) o degli speaker di convegni? Non parliamo invece di letteratura maschile, di sport maschili o di scienze maschili.  

Mi rendo conto che è in parte un discorso legato alla lingua inglese che non distingue i generi di parole tra maschile e femminile, come fa l'italiano, o la mia lingua-madre, il polacco (con il suo terzo genere neutro), anche se pure in queste lingue esiste una battaglia sulla marcatura di genere, su cui non voglio insistere qui perché non è il tema principale di questa rubrica.

Tornando allora all’essenza del mio articolo, vorrei menzionare un’altra iniziativa che mette il femminile al centro. Stiamo proprio ora chiudendo l’accettazione di candidature per scegliere le più influenti donne del settore di gioco (“The Most Influential Women of Gaming”), l’iniziativa di igamingbusiness.com, la consociata digitale di Ice. Notando però che non esiste un equivalente maschile di questa iniziativa.

Sì, ci sono varie classifiche o cerimonie di premiazione delle persone considerate più esperte e influenti del settore che sono dominate dagli uomini, il che sottolinea che il default dell’eccellenza e competenza è purtroppo sempre maschile nella nostra mentalità e coscienza, come risultato di millenni di cultura patriarcale.

Considerate questo rompicapo che dimostra bene le influenze di questa cultura. Il padre va in gita con suo figlio e purtroppo hanno un incidente stradale. Il figlio finisce in un ospedale dove lo accoglie il medico che dice però che non può curare il bambino perché il bambino è suo figlio.

La maggioranza di persone combinano vari scenari con due padri, che è una visione progressista in sé, invece lo scenario più ovvio è che il medico sia in realtà una “medica” – una parola che lentamente, ma a stento, sta entrando, nella lingua italiana, come ho letto durante la ricerca per questo articolo.  

Riporto questo rompicapo per dimostrare perché abbiamo ancora bisogno di mettere in luce il genere femminile. Purtroppo nel nostro subconscio pensiamo ancora di default al maschile e per cui dobbiamo farci caso, sottolineare l’eccellenza da parte delle donne nel nostro settore e anche mostrare i modelli da seguire, così che cresca il numero di donne che considerano il nostro settore come un’opzione attuabile per una gratificante carriera professionale.

La rappresentanza è importante ed è per questo che le iniziative che elevano le donne sono ancora necessarie. È anche per questo che già da parecchi anni sto cercando di assicurare il coinvolgimento di esperti provenienti da gruppi meno rappresentati, soprattutto le donne, nei convegni dell’Ice.

Il mio sogno è quello non doverci più pensare e di non dover includere i temi sulla diversità come discussioni separate (e per quello anche marginalizzate), ma piuttosto di avere una rappresentanza non solo di genere, ma anche di razza, sessualità o neurodiversità, attraverso tutte le discipline, dal marketing all’It e coding, il che rispecchia anche la composizione del personale del settore ai vari livelli di leadership.

Ma non ci siamo ancora. E quindi bisogna mettere in luce l’eccellenza e la competenza di quelle (sempre troppo) poche donne nel settore del gioco e di quello degli esports e di promuoverle tramite le iniziative come quelle che ho menzionato in questo articolo.

 

 

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