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Maggi (Agic): 'Riordino gioco indispensabile per programmare sviluppo'

10 maggio 2025 - 10:54

Giovanni Emilio Maggi, vicepresidente di Agic, rimarca la necessità di un riordino complessivo del gioco e il 'peso' delle norme locali, che impediscono alle aziende di pianificare il proprio futuro.

Scritto da Daniele Duso
©  Giovanni Emilio Maggi - Pagina Linkedin

© Giovanni Emilio Maggi - Pagina Linkedin

Il comparto del gioco pubblico rappresenta un importante settore produttivo nel panorama economico italiano, con impatti significativi sia dal punto di vista finanziario che sociale.

Nato come strumento regolamentato per contrastare l'illegalità nel gioco d'azzardo e offrire opzioni sicure e controllate ai giocatori, questo settore ha visto un'evoluzione complessa e dinamica negli ultimi anni.

La pandemia da Covid-19 ha segnato una svolta epocale per il gioco pubblico, accelerando cambiamenti già in corso e introducendo nuove dinamiche di mercato. Durante il lockdown e le restrizioni imposte per contenere il coronavirus il gioco fisico ha subito una brusca battuta d'arresto: sale chiuse, eventi cancellati e una riduzione significativa dell'interazione diretta con i luoghi dedicati. Parallelamente, il gioco online, che già era in forte crescita negli anni precedenti, ha registrato un vero e proprio boom. Le piattaforme digitali, da quelle dedicate alle scommesse sportive al poker e ai casinò virtuali, hanno attratto un numero sempre crescente di utenti, determinando una trasformazione delle abitudini dei giocatori.

Oggi, con la graduale ripresa economica e sociale, il comparto si trova a un bivio cruciale. Mentre il gioco online continua a consolidare la propria posizione, il settore fisico attende con ansia il completamento del proprio riordino, una revisione normativa fondamentale per garantire una ripartenza solida e sostenibile. Questo processo, che mira a riorganizzare le regole e le modalità di gestione del gioco fisico, rappresenta una priorità per le istituzioni e gli operatori, i quali riconoscono il bisogno di un quadro regolamentare chiaro e aggiornato.


Di questa evoluzione del gioco, e delle sue ricadute su chi nel settore ci lavora o vorrebbe lavorarci, abbiamo parlato con Giovanni Emilio Maggi, vicepresidente di Agic - Associazione gioco da intrattenimento in concessione, aderente a Confindustria (alla quale aderiscono cinque dei principali concessionari italiani: Eurobet, Igt, Lottomatica, Sisal e Snaitech), che ha recentemente ribadito come si tratti di un’industria regolata, fondata su dinamiche economiche precise.

Quale impatto potrebbe avere il riordino del gioco sull'industria del settore?

“Qualsiasi industry ha necessità di un contesto normativo chiaro e definito per poter progettare il proprio futuro e pianificare investimenti di medio-lungo periodo che certamente porteranno anche ad una crescita occupazionale. Sappiamo che il riordino del settore fisico è un esercizio molto delicato, sicuramente più complesso di quello compiuto per l’online. Per affrontare e superare al meglio i punti più critici abbiamo dato, come associazione, la nostra disponibilità a collaborare, mettendo la nostra esperienza a disposizione delle istituzioni.

Q​uesta riforma, ormai​ attesa da anni, è indispensabile per programmare lo sviluppo delle nostre aziende in un’ottica economica, organizzativa e, ovviamente, anche occupazionale. Per rispondere alle esigenze del mercato che si sta spostando verso nuove forme di intrattenimento, con un utilizzo sempre più elevato rilevanti della tecnologia, dobbiamo essere in grado di attrarre nuove competenze e nuovi talenti. Reputazione, certezza e stabilità, in presenza di una concessione solida e duratura, sono elementi assolutamente fondamentali per garantire un’occupazione stabile e qualificata.”

Uno dei temi centrali riguarda la necessità di nuove concessioni per poter pianificare investimenti. Quanto incide oggi l’incertezza normativa, in termini di occupazione e possibilità di creare nuovi posti di lavoro nel comparto retail?

“L’incertezza di cui parliamo ha due facce: una è determinata dalla mancanza di una riforma complessiva del settore - in assenza della quale si continua a prorogare le concessioni - e l’altra dalle grandi differenze normative livello locale. Le aziende associate ad Agic operano su tutto il territorio nazionale con oltre 60mila punti vendita: è facile capire che, nel momento in cui le regioni hanno iniziato a legiferare autonomamente, per gli operatori è stato impossibile avviare un percorso di sviluppo omogeneo e sostenibile. Anzi, in molti casi c’è stata o l’impossibilità di sviluppare nuove iniziative, o, ancora peggio, l’obbligo a chiudere punti vendita produttivi.”

La frammentazione delle leggi regionali, in particolare quelle legate alle distanze dai luoghi sensibili, è un ostacolo evidente allo sviluppo del settore. Quanto pesa questa situazione sull’occupazione attuale e potenziale del comparto, e quali correttivi auspica che vengano introdotti nella riforma?

“Come Agic proponiamo l’introduzione di un approccio unico per tutto il territorio nazionale, fondato non più solo sul concetto di 'distanza fisica', ma integrato con il nuovo concetto di 'distanza giuridica' che si fonda su criteri di certificazione dei punti di vendita. Tali criteri risiedono nella capacità di assicurare un’elevata qualità dell’offerta di gioco espressa in termini di caratteristiche degli ambienti, dotazioni tecnologiche, formazione e qualificazione del personale addetto, assistenza ai giocatori problematici, nonché nella vigilanza e nel controllo per scongiurare l’accesso dei minori. Per ottenere questi risultati si renderà necessario uno specifico protocollo operativo, soprattutto per garantire comportamenti e azioni omogenee, nonché azioni di verifica e controllo in corso d’opera. Siamo convinti che l’adozione di questo principio, per gli operatori che intenderanno recepirlo, porterà benefici a tutti e consentirà di migliorare la percezione del settore. Non si tratta di tenere a distanza il gioco, ma di creare ambienti sicuri e qualificati che consentano di escludere comportamenti rischiosi, garantendo un gioco responsabile e controllato.”

Il settore del gioco è impegnato concretamente a sostegno della legalità e della prevenzione delle problematiche legate al Gap. Come si coniuga questo approccio con la formazione professionale degli operatori e la creazione di profili sempre più qualificati nel mondo del gioco pubblico?

“La lotta al gioco illegale è uno dei punti centrali e qualificanti della nostra politica associativa. L'illegalità non solo sottrae risorse al comparto e, conseguentemente, anche all’erario ma contribuisce ad alimentare un dibattito pubblico pregiudizialmente negativo, quindi non obiettivo, sull’intero settore del gioco.

Le attività rappresentate da Agic e, più in generale, dagli operatori di gioco legali, si sono dimostrate nel corso del tempo lo strumento più efficace per contrastare l’illegalità, pratica che molto spesso si configura in maniera speculare alle attività lecite senza offrire alcuna tutela per i giocatori, ma anzi rischiando di portarli a casi limite, come abbiamo appreso, anche recentemente, dagli organi di informazione. Un corollario dell’attività svolta dai concessionari sotto il controllo dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli lo si riscontra poi nella prevenzione del gioco compulsivo. Da anni siamo impegnati nell’introduzione di strumenti sofisticati di prevenzione, sia per i giocatori online che per quelli che frequentano i punti vendita. Abbiamo implementato, tra l’altro, anche i percorsi di formazione realizzati ad hoc destinati sia al personale interno, al fine di aumentare consapevolezza e condivisione sul tema, che al personale di sala per poter consentire loro di comprendere e prevenire gli eccessi e gestire così eventuali situazioni complesse. L’obiettivo che perseguiamo, e che con la riforma del settore dovrà diventare un punto fermo per tutti, è duplice: creare una cultura diffusa della prevenzione degli eccessi e assumere l’impegno di adottare efficaci strumenti di tutela dei giocatori per una reale mitigazione dei rischi.”

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