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Metaverso come strumento: e anche la formazione può farsi gioco

25 maggio 2024 - 09:01

L’esperienza di una scuola superiore milanese che dal prossimo anno scolastico utilizzerà il nuovo universo digitale in tutte le sue classi facendone uno strumento 'facilitatore' dell'apprendimento.

Scritto da Dd
Jeshoots Com (Unsplash)

Jeshoots Com (Unsplash)

Di metaverso si parla ormai da tempo nonostante, dopo gli entusiasmi dei primi periodi, siano emerse non poche perplessità sulla sua reale applicazione e sui settori che effettivamente possono utilizzare questa nuova tecnologia in modo utile e produttivo. Uno di questi è sicuramente l’ambito formativo.

Un nuovo progetto, del tutto inedito per l’Italia, è quello della scuola paritaria “S.Freud” di Milano che dall’anno scolastico 2024-2025 vedrà più di 1.150 studenti, appartenenti a vari indirizzi di studio (scienze umane, scientifico, tecnico economico turismo e tecnologico informatico), usufruire di una didattica innovativa, basata sul metaverso.

Ne abbiamo parlato con il direttore dell’istituto S. Freud, Daniele Nappo, chiedendogli innanzitutto come è nata questa idea di utilizzare il metaverso in ambito scolastico.

“I ragazzi ormai sono nativi digitali 4.0”, spiega il direttore, “hanno capacità e familiarità con gli strumenti digitali, e questi, utilizzati nella formazione, possono portare maggior coinvolgimento e maggior interesse. Si tratta di strumenti importantissimi in una scuola che spesso fa fatica a rinnovarsi e si mostra, anzi, lontana da quella che è la realtà del mondo del lavoro, ma non solo.”

Come siete arrivati a applicare il metaverso a indirizzi di studio anche molto diversi tra loro? 

“Siamo partito dall’indirizzo informatico, ma devo dire che da sempre noi abbiamo utilizzato libri digitali e lavagne touch. Questa idea di utilizzare il metaverso è nata proprio pensando che oggi i ragazzi già sanno di cosa si tratta, conoscono gli strumenti informatici perché anche fuori della scuola li usano quotidianamente. Da qui l’idea di puntare su una nuova didattica.” 

Si parla dei ragazzi, ma i docenti che ne pensano? Ha trovato tutti d’accordo?

“Siamo tutti sulla stessa linea, consapevoli che con il metaverso anche il lavoro del docente risulta agevolato. C’è da considerare che il ‘nuovo docente’ che portiamo in classe ha sicuramente usato un computer, e ha un modo di fare didattica completamente diverso. L'insegnante diventa un facilitatore di notizie, il suo lavoro principale diventa aiutare i ragazzi a selezionare le informazioni nella vastità di sapere che hanno davanti.”

Dall’anno prossimo, dunque, tutti i ragazzi della vostra scuola faranno tra le due e le quattro ore al giorno di lezioni immersive all'interno di un luogo virtuale. Concretamente, cosa avranno davanti?

Attraverso i visori vedranno immagini panoramiche a 360°, video a 360°, modelli 3D che potranno rielaborare con l'aggiunta di contenuti multimediali.”

Tutti materiali preparati dai vostri docenti?

“In parte. Molti materiali sono ambientazioni fornite dalla società che ci supporta in questo progetto sperimentale, altri, materia per materia, vengono preparati e adatti all’ambiente virtuale.” 

Si continuerà a lavorare all’interno di un’aula?

“Sì, ma gli ambienti fisici all'interno dei quali si svolge la lezione diventeranno luoghi aperti, nei quali si lavora insieme e, sfruttando le potenzialità del sapere condiviso. Il valore aggiunto del metaverso è questo, poter spiegare la Divina Commedia arricchendola di contenuti, o andare al Louvre senza spostarsi fisicamente.”

Che investimento deve fare una scuola per un progetto di questo tipo?

“Noi, oltre ai materiali digitali, abbiamo acquistato computer, visori, macchine fotografiche per le attività extrascolastiche e portato la banda larga a scuola. In tutto abbiamo speso tra i 150 e i 200mila euro. Ma l'investimento non è solo nell'acquisto del materiale, occorre pensare a una formazione continua dei docenti, ma ne vale sicuramente la pena.”

Sicuramente si tratta di un progetto affascinante, che mostra le potenzialità delle nuove tecnologie...

“E c'è un altro aspetto molto importante: con il metaverso riusciamo a fare modo che anche a chi ha difficoltà di apprendimento (dislessia, discalculia, Adhl e altro) superi ogni problematica. Si tratta di uno strumento che favorisce l’inclusione.”

Un’ultima domanda: gli studenti di quinta porteranno il metaverso anche all’esame?

“Questo è un tasto dolente di una scuola che non riesce ad andare nella stessa direzione della società. Essere pionieri significa anche sentirsi dire, in momenti istituzionali come un esame di Stato, che la presentazione di una tesina nel metaverso non è ancora accettata. Confidiamo che, col tempo, la diffidenza verso le nuove tecnologie vada scemando.”

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