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Nuovo green pass, plauso delle aziende, ma dubbi sul lato pratico

17 settembre 2021 - 09:56

L'estensione del green pass decisa dal Cdm trova d'accordo le aziende, soddisfatte anche per l'assenza di costi, anche se restano dubbi su come ciò influirà sulle organizzazioni.

Scritto da Daniele Duso
Nuovo green pass, plauso delle aziende, ma dubbi sul lato pratico

Tutti d'accordo sull'estensione dell'obbligo del green pass anche a imprese pubbliche e private, anche se "l'implementazione non è priva di difficoltà, a partire da quelle organizzative". Il giorno dopo la decisione del Consiglio di ministri di estendere l'obbligatorietà della certificazione verde anche i luoghi di lavoro, le organizzazioni datoriali sono tutte concordi sulla bontà dell'operazione. Il nuovo decreto legge approvato ieri, 16 settembre, dal Cdm impone a tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato, l’obbligo del possesso del certificato verde per svolgere la propria attività professionale a partire dal 15 ottobre e fino ad almeno il 31 dicembre (poi si vedrà, in base anche ai dati che la scienza metterà a disposizione). Chi non sarà in regola rischia una multa che va da 600 a 1.500 euro (i lavoratori) e da 400 a mille euro (gli imprenditori). Escluso il licenziamento per i lavoratori senza 'green pass', per i quali sono stati previsti, nelle farmacie che hanno aderito al protocollo d'intesa, prezzi calmierati per i tamponi, l'alternativa al vaccino: 8 euro per i minorenni e 15 per i maggiorenni, mentre è concessa la gratuità a chi non può vaccinarsi per motivi di salute.

"Auspichiamo che l’estensione del green pass ai dipendenti privati possa imprimere l’accelerazione necessaria a raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale, e quindi a superare, nel breve-medio periodo, la stessa necessità di una certificazione verde", riporta una nota di Confesercenti. Ma è la stessa confederazione che, soddisfatta anche per l'"esclusione dei costi a carico delle imprese per i tamponi", sottolinea come l’implementazione dell’obbligo non sia priva di difficoltà, a partire da quelle organizzative, soprattutto per le imprese più piccole (con meno di 15 dipendenti), per le quali la sospensione dei lavoratori privi di green pass "rischia di creare difficoltà nell’organizzazione del lavoro, compromettendo la prosecuzione stessa dell’attività".

Confesercenti chiede subito al Governo maggiore chiarezza sulle norme che regolano sospensioni e sostituzioni nelle attività. "Le bozze in circolazione prevedono, infatti, per le imprese di queste dimensioni (fino a 15 dipendenti), un periodo di sospensione per i lavoratori privi di pass non superiore ai dieci giorni". Proprio il rischio di trovarsi per 10 giorni con la forza lavoro ridotta fa suonare i primi campanelli d'allarme.

Anche Confcommercio plaude ad "un decreto per continuare ad aprire", come l'ha definito il premier Mario Draghi dopo il cdm di ieri, 16 settembre. "Bene l’estensione della certificazione verde in ambito lavorativo pubblico e privato e  l’esclusione di costi a carico delle imprese per i tamponi", commenta l'associazione dei commercianti, sottolineando che si tratta di "una scelta che completa l’impegno organizzativo e di investimenti messo in campo dalle imprese per la tutela della salute di chi vi opera", concordando con Confesercenti che "andranno comunque valutati gli aspetti organizzativi in materia di gestione dei controlli e le previsioni concernenti l’attivazione di contratti di sostituzione nelle imprese con meno di quindici dipendenti”.

FONTANA (Agis) - "Le dichiarazioni di Giorgetti confermano la bontà della posizione assunta dalla nostra Associazione negli ultimi mesi: ossia che i luoghi di spettacolo, cinema, teatri sale da concerto o spazi all’aperto, si sono dimostrati nel corso del tempo luoghi assolutamente sicuri per la salute del pubblico, a maggior ragione in seguito all’obbligo del green pass". Così Carlo Fontana, presidente di Agis-Confcommercio, l’Associazione generale italiana dello spettacolo, che aggiunge: "posto che il nostro settore continuerà ad operare con il massimo scrupolo nel rispetto delle norme vigenti, riteniamo che l’obbligo di mascherina e la verifica dei green pass possano essere elementi che consentano di superare il distanziamento interpersonale, già abbondantemente superato in tante altre attività. Ci auguriamo – conclude Fontana – che il prossimo primo di ottobre sia la data del pieno rilancio dello spettacolo, rilancio che non potrà che passare attraverso la decisione di riportare a piena capienza i luoghi dello spettacolo”.

PASCA (Silb) - "Non posso che accogliere con soddisfazione le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, secondo il quale il prossimo primo ottobre si prenderà una decisione sulla riapertura delle nostre aziende" . Così Maurizio Pasca, presidente del Silb, il Sindacato Italiano dei locali da ballo aderente a Fipe-Confcommercio. "In questi mesi abbiamo messo a punto un protocollo efficace per garantire la tutela della salute di tutti, approvato anche dal CTS, eppure nessuno ha voluto tenerne conto", ha aggiunto Pasca. "Tra le misure da noi proposte c'è l'obbligo di green pass per chi vorrà venire a ballare. Mi pare evidente che questo possa rappresentare un forte incentivo al vaccino per tutti quei giovani che hanno voglia di tornare a divertirsi. L'appello che faccio è sempre lo stesso: fateci riaprire o del nostro comparto rimarranno solo macerie e 100mila persone finiranno senza lavoro", ha concluso il presidente del Silb.

PUCCI (Astro) - "Non nego che il green pass ci stia creando dei problemi, limitando in parte gli accessi dopo un anno di chiusura", il commento di Massimiliano Pucci, presidente di Assotrattenimento, "ma sono uno di quelli convinti che oltre al green pass c'è solo il lockdown. Di fronte, insomma, abbiamo solo un'alternativa ben più grave". In merito poi ad eventuali problemi nella gestione dei lavoratori sospesi Pucci non lo vede come problema: "Ogni situazione verrà gestita al meglio, e in ogni caso ritengo che il settore abbia ben altri problemi".

UGHI (Giocare Italia): "Sono profondamente convinto che il green pass sia utile", è la posizione di Maurizio Ughi, del direttivo di Giocare Italia. "Come è utile ai frequentatori di qualsiasi negozio, anche ai nostri, di scommesse, così è utile a chi nei negozi lavora. È giusto che anche i responsabili degli esercizi siano dichiarati immuni da un certificato, nel rispetto di tutti. Capisco che questo, per le aziende, sia anche un ulteriore costo aggiuntivo, basti pensare ad esempio al personale che controlla gli accessi e, di punto in bianco, fa solo questo, ma al di là dell’aumento dei costi sono convinto che sia utile una piccola imposizione utile, come detto, sia per i clienti che per il personale. Con questo sistema scongiuriamo altre eventuali chiusure", continua Ughi, "e speriamo di essere sicuri anche di fronte a un'eventuale prossima ondata di contagi che secondo alcuni potrebbe arrivare da fine ottobre. Senza il green pass siamo sicuri che il nostro settore sarebbe il primo a chiudere, basta ricordarsi cosa è accaduto lo scorso anno e fino a qualche mese fa. Ripesando a questo non la vedo come una cosa così coercitiva come molti sostengono che sia". Ughi non vede come un problema nemmeno le sospensioni dei lavoratori non in regola con la certificazione verde: "basta prevenire. Chi non ha il green pass può comunque accedere con il tampone, e nel frattempo magari può convincersi della bontà del vaccino". Fondamentale fare il possibile per restare aperti, dunque, anche perché "siamo un settore determinante per le casse dello Stato", chiosa Ughi, "sappiamo di essere importanti perché potremmo fare da traino per la ripresa economica e per raccogliere fondi per la restituzione del debito che lo Stato sarà chiamato a restituire entro i prossimi vent'anni".

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