Cinquantaquattro ad aprile, 71 a maggio e 61 a giugno, per un totale di 186: sono le nuove partite Iva aperte nel secondo trimestre del 2022 per le “attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco” secondo quanto riporta l'Osservatorio dedicato del ministero dell'Economia e delle finanze.
Per la cronaca, nel primo trimestre dell'anno in corso erano state 160 nel complesso.
Se lo sguardo si allarga a tutte le varie categorie, nel secondo trimestre del 2022 sono state aperte 125.392 nuove partite Iva con una flessione del 15,1 percento rispetto al corrispondente periodo del 2021.
La flessione è da considerarsi normale visto l’aumento di aperture che si era registrato nel secondo trimestre 2021 (+54 percento circa rispetto allo stesso periodo del 2020) a seguito dell’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia da Covid-19.
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 69,6 percento delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 22,5 percento da società di capitali, il 3,1 percento da società di persone; la quota dei “non residenti” (essenzialmente costituiti da società di commercio online) e quella delle “altre forme giuridiche”, rappresentano complessivamente quasi il 5 percento del totale delle nuove aperture.
Rispetto al secondo trimestre del 2021, la diminuzione di avviamenti è generalizzata, raggiungendo il - 61 percento per i non residenti (dopo il forte aumento registrato nel 2021), mentre si assesta al - 10 percento per le persone fisiche. Riguardo alla ripartizione territoriale, il 45 percento delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,8 percento al Centro e il 31,7 percento al Sud e Isole.
Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso evidenzia che le flessioni maggiori si sono registrate in Veneto (- 37,7 percento), Friuli V.G. (- 29,4 percento) e Molise (- 27,7 percento); solamente il Lazio mostra un aumento (+1,6 percento).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 18,5 percento del totale, seguito dalle attività professionali con il 18,2 percento e dall’edilizia (11 percento).
Rispetto al secondo trimestre del 2021, tra i settori principali i maggiori decrementi si notano nel commercio (- 36,8 percento), nell’agricoltura (- 35,1 percento e nella sanità (- 14,4 percento). In controtendenza si registrano gli aumenti nei trasporti (+16,9 percento), nelle attività artistiche e sportive (+8,5 percento) e nei servizi residuali (+1,9 percento).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una prevalenza della quota maschile, pari al 61,1 percento. Il 47,8 percento delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 31,4 percento da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni.
Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, tutte le classi di età registrano diminuzioni di aperture: dal - 16,1 percento della classe più anziana al - 9,3 percento della più giovane.
Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che poco più del 20 percento delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero. Nel periodo in esame 58.031 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 46,3 percento del totale delle nuove aperture, con una flessione del 5,6 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.