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Pirolo (Luiss Business School): 'Gioco, formare nuove figure per innovare il settore'

08 giugno 2024 - 10:15

Secondo Luca Pirolo, professore della Luiss Business School, le nuove figure professionali, anche nel settore del gioco, devono arricchirsi, in termini di conoscenze e competenze, di strumenti e skills che permettano di governare i cambiamenti.

Scritto da Carlo Cammarella
Luca Pirolo, head of specialized masters, Luiss business school © Luiss business school - Pagina X ufficiale 

Luca Pirolo, head of specialized masters, Luiss business school © Luiss business school - Pagina X ufficiale 

In un mondo che cambia sempre più rapidamente, anche le figure professionali si evolvono, mutano e spesso contribuiscono attivamente ad alimentare i nuovi trend. Lo scenario di cui parliamo è quello della digitalizzazione, dove lo spostamento dal fisico all’online ha contribuito a creare delle figure sempre più indispensabili anche nel mondo del gaming.

La nascita di profili moderni ha reso necessaria anche un’offerta formativa all’avanguardia che ha l’obiettivo di forgiare professionisti che sappiamo muoversi in un mercato come quello del gioco che spesso, in fatto di tecnologia, anticipa le tendenze. Argomenti di grande attualità che approfondiamo con il professor Luca Pirolo, head of specialized masters, Luiss Business School.

In generale, se parliamo di formazione, quali sono in questo momento le nuove figure professionali che stanno nascendo con l’evoluzione del mercato del gioco?

Il settore del gioco, al pari di molti altri comparti economici, sta attraversando un profondo mutamento che passa, in particolare, per la digitalizzazione dei contenuti, delle strategie applicate dagli operatori e delle modalità di fruizione da parte dei consumatori. Tutto ciò impatta anche sulle figure professionali che vi operano, le quali devono arricchirsi, in termini di conoscenze e competenze, di strumenti e skills che permettano di governare questi cambiamenti. Nello specifico, tra le figure emergenti, o che stanno attraversando una fase di rinnovamento del set di competenze necessarie a svolgere la professione, troviamo il game designer, il game developer, il game analyst, il game marketer. Si tratta di profili variegati ma che hanno quale comun denominatore quello di contribuire a settare la customer journey dell’utente con il fine di rendere l’esperienza di gioco quanto più coinvolgente e appagante possibile.”

Come la digitalizzazione del mercato ha cambiato il modo di fare formazione?

“La digitalizzazione ha certamente modificato il modo in cui la formazione viene erogata. I cambiamenti intervenuti, idealmente, possono essere suddivisi in due stadi: uno contestuale all’avvento della pandemia su scala globale, l’altro successivo e ancora in fase evolutiva. Mentre nel primo stadio si è assistito a un ‘forzato’ spostamento verso l’online, con l’utilizzo di piattaforme di e-learning che hanno avuto il pregio di dare continuità ai percorsi formativi anche in assenza di possibilità di incontro fisico, nella fase attuale si punta a un impiego più deciso di metodologie didattiche innovative in grado di valorizzare le competenze trasversali e la creazione di reti e comunità di apprendimento. Queste ultime sono, a loro volta, propedeutiche alla creazione di un network relazionale che facilita l’ingresso del singolo nel mondo lavorativo. Tra le metodologie, gli strumenti di game-based learning e, più in generale, l’approccio alla gamification dei contenuti fanno appunto leva sul potere dei giochi nel fungere da fattore di stimolo all'apprendimento, alla motivazione e al coinvolgimento degli allievi.”

Dal momento che ci troviamo nell’era della digitalizzazione possiamo dire che gran parte delle figure professionali si stanno spostando verso l’online?

“Non necessariamente. Se è vero che la digitalizzazione ha ampliato le possibilità di lavorare online, da remoto o come freelance, è anche vero che ci sono ancora molte figure professionali che richiedono una presenza fisica e un contatto diretto con il pubblico. In generale, infatti, quando alla base del reale coinvolgimento dell’utente/cliente c’è la costruzione di un’esperienza unica e di valore, il rapporto diretto e personale favorisce una migliore comprensione delle aspettative e dei fattori di attivazione e di ingaggio del mercato.”

Sappiamo che all’interno della Luiss business school sono stati attivati dei master specialistici per formare nuove figure. A chi si rivolgono e che tipo di professionisti vengono fuori da queste esperienze?

“I master specialistici della Luiss business school sono rivolti a laureati, giovani professionisti e neoimprenditori che vogliono acquisire o approfondire le competenze necessarie per operare efficacemente e con strumenti innovativi e adeguati al contesto di riferimento. Nell’ambito dell’offerta formativa è stato lanciato di recente un master in management of gaming industry, indirizzato a coloro che vogliono entrare in questo settore attraverso un set di conoscenze che bilancia aspetti di natura più tecnica (es. fasi del processo di ideazione e sviluppo di un gioco e conoscenza dei device e delle console che consentono l’utilizzo dei software di gaming) con aspetti di matrice più analitica e manageriale (comprensione dei fattori critici di successo del settore, capacità di analisi dell’esperienza utente, disegno e valorizzazione della customer journey). In questa prospettiva, il master si avvale della collaborazione con Marco Saletta, presidente Idea e general manager di Sony interactive entertainment Italia, co-direttore del programma oltre ad avere una faculty composta da accademici e professionisti del settore.”

Per quanto riguarda la formazione, possiamo dire che in questo periodo c’è bisogno di figure trasversali che possano approcciarsi al mercato sotto diversi punti di vista?

“Sì, la formazione deve tenere conto della complessità e della dinamicità del mercato del gioco, che richiede figure professionali in grado di integrare e combinare diverse competenze e conoscenze. Il mondo del gaming sta evolvendo, in linea con tutti i trend del settore della tecnologia, a una velocità molto sostenuta ed è sempre più forte la richiesta di profili manageriali capaci di rispondere alle nuove esigenze delle aziende. L’evoluzione del gaming è stata finora garantita da tutti coloro che hanno fatto della propria passione una professione, ma il futuro del settore può essere assicurato solo grazie all’ingresso di manager con solide competenze per affrontare le sfide dei prossimi anni.”

Se parliamo invece di occupazione quali sono le figure professionali che in questo momento storico sembrano essere le più richieste?

“Il mercato del gioco offre diverse opportunità di lavoro, sia per le figure professionali specializzate che per quelle trasversali. I profili richiesti devono rispondere alle esigenze sia delle aziende che producono giochi, sia degli operatori che offrono servizi e soluzioni innovative nell’ambito del marketing digitale e dei social media. Entrando più nel dettaglio, al momento le aziende cercano talenti che siano flessibili a muoversi all’estero e che abbiano una passione per il mondo della tecnologia e dell’intrattenimento più in generale. Parliamo di ruoli in ambito marketing il cui obiettivo è quello di supportare lo sviluppo dei brand (sia hardware che software) delle diverse corporate, ma anche dei servizi e degli esports, un comparto sempre più attivo e in grande crescita nel settore.”

 

 

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