L'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha realizzato una mappa interattiva e uno studio sui vari regolatori nel mondo che proponiamo qui in anteprima, attraverso l'intervista esclusiva a Chiara Di Battista, direttore Ufficio cooperazione internazionale dell'autorità.
Di cosa si occupa il suo Ufficio e quali attività interessano il comparto dei giochi?
“L’Ufficio cooperazione internazionale cura le azioni di proiezione estera dell’Agenzia, tra cui: la partecipazione alle iniziative internazionali ed ai programmi di cooperazione con omologhe strutture europee ed internazionali; lo sviluppo di progetti banditi e finanziati dall’Unione europea di gemellaggio amministrativo e di assistenza tecnica e, in caso di aggiudicazione, di gestione delle attività previste dal progetto; la selezione del personale per le candidature presso l’Unione europea ed altri organismi internazionali; le missioni internazionali e le attività di supporto al direttore generale dell’Agenzia nella gestione degli impegni in ambito internazionale. Oltre all'organizzazione di seminari, convegni, scambi e incontri previsti nell'ambito di iniziative dell'Unione europea e di altri organismi internazionali e, in collaborazione con le competenti strutture dell'Agenzia, le iniziative di formazione del personale promosse dall'Unione europea e dalle scuole e altri istituti internazionali. Ad esempio ogni anno l’Agenzia partecipa ai programmi europei 'Dogana' e 'Fiscalis' con circa 250 funzionari (in gruppi tecnici, squadre di esperti, workshop ed azioni di formazione), mentre, nonostante le difficoltà connesse al Covid-19, sono ugualmente proseguiti i progetti di gemellaggio amministrativo e quelli di cooperazione e assistenza tecnica finanziati dall'Unione europea in Algeria, Egitto, Azerbaijan e - relativamente al progetto Seed (Systematic electronic exchange of data) - in Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia. Inoltre la Direzione giochi di questa Agenzia ha costanti rapporti con i regolatori del comparto giochi all’estero, in particolare in Europa”.
Perché è importante, a suo giudizio, la cooperazione tra diversi Paesi per la gestione di un settore come quello del gioco?
“A livello europeo non esiste una legislazione unica ed omogenea che disciplina il settore del gioco sia per quanto riguarda la modalità fisica che quella a distanza. Gli Stati membri, infatti, sono autonomi in materia di regolamentazione del settore, purché rispettino le libertà fondamentali stabilite dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue). Il settore del gioco ha subito un rapido sviluppo, favorito dall’introduzione di nuove tecnologie, che hanno contribuito alla sempre maggiore diffusione della modalità di gioco a distanza, e dagli investimenti costanti da parte degli operatori sia nel settore del marketing che in quello della comunicazione, permettendo di attrarre nuovi clienti con servizi a prezzi più competitivi. In tale contesto, così dinamico, è necessaria una cooperazione internazionale tra le Autorità nazionali dei diversi Paesi al fine di rafforzare gli impianti regolatori nazionali e di armonizzare la normativa di settore, così da poter rispondere efficacemente e proattivamente a sviluppi futuri e assicurare il level playing field fra gli operatori. La cooperazione deve riguardare la protezione dei consumatori, in particolare la prevenzione alla ludopatia e la protezione dei minori, nonché la prevenzione della criminalità e del gioco illegale. Attraverso la creazione di sinergie tra i sistemi informativi di ogni Paese, sarà possibile incrementare lo scambio di informazioni e dati, al fine di prevenire gli illeciti e contrastare gli interessi della criminalità organizzata nella gestione delle sale giochi, delle scommesse sportive e del gioco online”.
Il suo ufficio ha realizzato un lavoro di mappatura dei regolatori a livello globale che è stato pubblicato sul sito di Adm: può spiegarci in cosa consiste?
“L’Agenzia delle accise, dogane e monopoli è una delle Agenzie fiscali ed è chiamata a governare settori di attività a vocazione internazionale: ciò è valido non solo per il settore dogane, ma anche per il settore giochi e per i settori delle accise (tabacchi, energie e alcoli). La realtà della nostra amministrazione è un po’ un unicum nel contesto internazionale in quanto assomma su di sé la gestione e le competenze di settori (accise, dogane e monopoli) che non sempre ritroviamo all’estero controllati da un’unica amministrazione, è per questo che abbiamo voluto comprendere meglio la realtà organizzativa di questi settori di nostra competenza all’estero. Su iniziativa del direttore generale, Marcello Minenna, un team multi disciplinare Adm nel corso del 2021 ha realizzato una mappa interattiva del mondo con tutti i link degli enti omologhi nel campo delle accise (tabacchi, energia e alcoli), dogane, giochi e anche entrate rinvenibile sul nostro sito nella sezione denominata 'Oltre frontiera'. Inoltre, è stato avviato un importante studio comparativo riguardante le diverse competenze/poteri, funzioni e dotazioni delle Amministrazioni e delle Istituzioni omologhe dei Paesi che frequentemente interagiscono con il nostro sulla scena internazionale. L’obiettivo, sintetizzato in 'Schede Paese' dotate di infografica, è quello di analizzare ed illustrare come i poteri e le funzioni vengono esercitati e attraverso il supporto di quali dotazioni negli ambiti accise, dogane e monopoli. Il raffronto ha riguardato l’analisi dei Paesi del G8 con l’obiettivo di proseguire con i Paesi del G20 in quello che si intende possa essere un utile strumento di policy. Non a caso la prima parte di questo progetto, che ha finalità di confronto e miglioramento, è stato presentato lo scorso dicembre ad un evento alla Camera dal direttore Marcello Minenna, col nome di 'G20 Policy monitor'.
Il risultato di tale benchmarking ambisce a costituire una solida base per dare risalto e incisività a tutte quelle operazioni volte a migliorare lo scambio di best practices e a rafforzare la cooperazione tra Amministrazioni/Istituzioni. Lo studio affronta campi decisamente eterogenei e complessi, per cui stiamo cercando di dare una rappresentazione organica, ma semplice e il più possibile fruibile. Sta permettendo di farci conoscere la diversa collocazione e conduzione di settori strategici per lo Stato, così da agevolare l’individuazione di punti di forza e di debolezza da calare in un quadro più organico di governance e/o di riordino normativo in materie complesse, come nel caso appunto delle accise, delle funzioni doganali e dei giochi. Lo sforzo intrapreso dall’Agenzia è unico nel suo genere, esistono studi comparativi sulla tassazione di singoli prodotti, in particolare nel campo del tabacco, ma non abbiamo rilevato studi sulle Amministrazioni o Istituzioni che li controllano e gestiscono, né sull’organizzazione combinata da parte degli Stati delle macroaree di significativa portata per il gettito, quali sono le accise, le dogane e i giochi”.
Quali sono le best practices italiane che si sente di esaltare e che ritiene utili da proporre anche all'estero?
“Sulla base dello studio comparativo svolto da Adm sono emerse alcune peculiarità che possono rappresentare delle best practices da proporre all’estero. In materia di giochi Adm ha un’estesa capacità di controllo, un modello di governo dei giochi particolarmente attrattivo anche in ambito unionale per far convergere le migliori pratiche e policy in un settore così delicato (ludopatia e riciclaggio di denaro sporco) e che meriterebbe analisi e coordinamento anche fra i Governi dell’Ue e una sua auspicabile riforma. Ad esempio l’Agenzia è cardine di importanti sinergie istituzionali per il contrasto all’illegalità. Infatti Adm presiede il Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori – il Copregi – cui partecipano tutte le forze di polizia per effettuare coordinate operazioni di enforcement sul territorio e partecipa attivamente all’Unità di Informazione sulle scommesse sportive del ministero dell’Interno. Ancora, sono state formulate proposte normative di semplificazione per l’attribuzione all’Agenzia della competenza ad adottare - tramite determinazioni direttoriali e al posto di decreti ministeriali - propri provvedimenti nella materia del gioco pubblico”.
Cosa manca, oggi, secondo lei, a livello generale per favorire una più fluida cooperazione tra Stati?
“La materia del gioco con vincita in denaro non è armonizzata a livello unionale. Nel corso dell’ultimo decennio è stata la Corte di giustizia dell’Unione europea ad intervenire per chiarire la compatibilità delle discipline nazionali con le regole unionali. In tal senso è stato fondamentale il reiterato riconoscimento della legittimità del sistema concessorio italiano, tenuto conto delle finalità di prevenzione delle infiltrazioni criminali e della tutela dei giocatori. La citata assenza di interventi di armonizzazione delle discipline nazionali ha generato una spontanea ricerca di confronto tra gli Stati membri, emblematico in tal senso il contributo fornito dall’Italia quale esempio, per certi versi pionieristico, di disciplina del gioco a distanza. Attualmente continua il colloquio tra le Autorità di regolazione nazionali, nel rispetto delle specificità regolatorie. Oltre ad avere i rapporti con gli altri regolatori, Adm ha un continuum di scambio di informazioni con organismi internazionali di comparto e fuori comparto. In particolare, per quest’ultimo, intendiamo gli organismi comunitari, quelli di polizia e sportivi. In ambito internazionale, vige una parola d’ordine: sharing. La logica sottesa alla parola anzidetta è quella relativa alla necessità, di scambiarsi informazioni, esperienze e best practices”.
Quali sono le richieste che riceve più spesso dagli altri Paesi, riguardo ai giochi o in generale?
“Le principali richieste sono connesse a informazioni sul modus operandi di Adm su temi specifici – ad esempio il sistema concessorio - sull’andamento dei flussi di gioco anche per garantire la correttezza nel settore sportivo e contrastare il match fixing. In tal senso Adm coopera anche con i servizi della Commissione europea per esportare le proprie esperienze. Ad inizio anno 2022, ad esempio, unitamente ad altri due Paesi europei, nostri esperti del settore giochi hanno partecipato su iniziativa della Direzione generale Taxud ad un workshop a favore dell’Amministrazione ucraina concernente la regolamentazione, la vigilanza e la supervisione dei settori del gioco e delle lotterie, nonché i rispettivi sistemi di tutela e protezione per i consumatori. Per il gioco da remoto, inoltre, negli ultimi tempi, le richieste pervenute dalle Autorità di altri Stati membri si stanno concentrando prioritariamente sul tema delle misure di tutela dei giocatori e di contrasto alle derive patologiche del gioco. In ultimo, è frequente la cooperazione con Autorità omologhe per scambio di informazioni sulle società che esercitano la propria attività anche all’estero per le eventuali due diligence di idoneità. Vengono poi eseguite attività internazionali in tema di polizia giudiziaria anche grazie allo sviluppo dei nostri software investigativi antiriciclaggio”.
Dal suo punto di vista, ritiene che l'Italia, attraverso Adm, riservi maggiore o minore attenzione rispetto agli altri Paesi agli aspetti di cooperazione? Ci sono Stati che brillano particolarmente sotto questi aspetti?
“L’Italia coopera a livello internazionale in ambito giochi analogamente a quanto fanno i Paesi con maggiori esperienze in questo tema di notevole importanza economica e sociale. Si pensi ad esempio al Regno Unito e alla Francia. Ogni Paese ha le sue peculiarità ma, alla fine, e lo si può riscontrare proprio nei consessi interazionali ai quali partecipiamo, la maggior parte delle problematiche e delle priorità sono comuni fra tutti: garantire i giocatori, il mercato legale, contrastare gli illeciti, controllare il rispetto delle norme che contengono anche specifici divieti (pubblicità e gioco minorile) e anche controllare il corretto pagamento di quanto dovuto dai concessionari di gioco”.
Cambiando discorso e guardando alle donne: la parità di genere è un tema affrontato all'interno di Adm? Cosa vede invece all'estero? Percepisce una differenza sostanziale rispetto all'Italia?
“La parità di genere è un tema affrontato dall’Agenzia e sono previste iniziative interessanti di supporto e di tutela della parità. Anche l’Organizzazione mondiale delle dogane, che raccoglie 192 Paesi membri, si sta muovendo da qualche anno con diverse iniziative e questionari volti a promuovere la consapevolezza e la diffusione di best practices fra le amministrazioni componenti. Al di là degli obiettivi normativi il percorso è ancora lungo, basti notare i numeri del middle management ed apicali nelle pubbliche amministrazioni che segnalano una situazione, seppur in via di miglioramento, lontana dalla parità. Non ritengo sia molto una questione se una amministrazione sia più o meno sensibile alle politiche di parità di genere, è piuttosto il risultato del tessuto stesso, del corpus fatto di uomini e donne dell’amministrazione che è espressione della società che rappresenta. Gradualmente, ma inesorabilmente, in Italia come all’estero, fioriscono rappresentanze apicali femminili di assoluta rilevanza. Vi è una certa tendenza per le donne a lavorare sodo ma restare in disparte e per gli uomini a cogliere con più confidenza le occasioni di visibilità, tutto questo sta lentamente cambiando e non sorprende più la progressione di professionalità femminili ai vertici amministrativi o di governo. Nelle relazioni internazionali noto che è sempre più sentito e primo biglietto da visita istituzionale aver presentato un numero congruo di professionalità femminili nelle delegazioni, fra gli speakers di eventi internazionali o nelle candidature nazionali a posizioni presso gli Organismi internazionali. La credibilità è il primo ingrediente per il successo di progetti ambiziosi e dalla mia esperienza internazionale posso dire che è ancora più solida se costruita da complementari e variegate sinergie”.