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Rilasciato il fondatore di Telegram, ma le big tech ora temono un 'effetto domino'

29 agosto 2024 - 10:43

Arrestato per 12 presunte violazioni penali, fra le quali figura anche la promozione del gioco illegale, il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è stato rilasciato in libertà condizionale.

Scritto da Redazione
Pavel Durov © TechCrunch / Wikimedia Commons

Pavel Durov © TechCrunch / Wikimedia Commons

È stato rilasciato – in libertà condizionale - Pavel Durov, il miliardario franco-russo, fondatore e Ceo del social media e servizio di messaggistica istantanea Telegram, arrestato per 12 presunte violazioni penali, fra le quali si annoverano traffico di stupefacenti, pedopornografia e anche promozione del gioco illegale attraverso canali legati ai risultati delle partite truccate.

“Un giudice istruttore ha posto fine alla detenzione di Pavel Durov da parte della polizia. Sarà in tribunale per una prima apparizione e un'eventuale incriminazione”, si legge in un comunicato dell'ufficio del procuratore di Parigi, Laure Beccuau.

Dal canto suo l'avvocato di Durov, David-Olivier Kaminski, sottolinea che Telegram rispetta sotto ogni aspetto le normative digitali europee ed è moderato secondo gli stessi standard degli altri social network. Ragione per cui è "assurdo" suggerire che il suo cliente possa essere coinvolto "in atti criminali che non lo riguardano né direttamente né indirettamente".

Il caso di Durov potrebbe rappresentare un unicum, considerando che Telegram nei primi sei mesi dell'anno ha avuto solo 41 milioni di utenti nell'Unione europea ed è quindi non è soggetto a regole più severe di trasparenza e moderazione dei contenuti, ma le ricadute potrebbero essere diffuse ed estendersi anche ad altre piattaforme.

C'è chi teme che l'arresto del magnate franco-russo possa essere un “segnale” verso le big tech, un nuovo fronte nella guerra dei regolatori e dei governi globali contro i social media e la libertà di parola, come suggerito da Elon Musk, patron di X.

 

 

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