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Speciale riordini, le proposte per rilanciare e tutelare bingo e ippodromi

16 dicembre 2021 - 10:59

Ultima puntata dello speciale di GiocoNews sui 'riordini' di gioco ed ippica: il punto di Federbingo, Ascob, Federippodromi, Coordinamento ippodromi.

Scritto da Dd e Fm
Speciale riordini, le proposte per rilanciare e tutelare bingo e ippodromi

Dopo il dietrofront del Governo, che ha deciso di non intervenire più in materia di gioco nella prossima legge di Bilancio, non scema certo l'interesse per il riordino del settore, atteso, si spera, per il 2022, in tempo per indire le nuove gare per le concessioni.

Idem per l'ippica, in cerca di certezze per scongiurare la chiusura di molti impianti a seguito dei tagli agli stanziamenti previsti proprio dalla prossima Manovra, e in attesa di un confronto, forse decisivo, con il sottosegretario al ministro delle Politiche agricole, Francesco Battistoni, in programma domani, venerdì 17 dicembre, a Roma.

Questi i temi al centro del corposo speciale pubblicato sul numero di dicembre della rivista Gioco News, consultabile online nella sua interezza a questo link. 

 

Dopo la prima puntata, con l'intervento di Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari di giochi pubblici, la seconda, con i contributi delle associazioni Egp, As.tro, Sapar e Donne in gioco, e la terza, con gli interventi di Agisco, Logico, Sts, Utis, ecco l'ultima, dedicata a Federbingo, Ascob, Federippodromi, Coordinamento ippodromi.
 
FEDERBINGO: "RIPARAMETRARE IL CANONE DI PROROGA DELLE CONCESSIONI" - "Le attività hanno perso sei mesi di operatività, il che significa perdite economiche ma non solo. Il periodo di chiusura ha portato sentimenti di frustrazione nell’animo di operatori e lavoratori,  momenti che mi auguro possano essere presto dimenticati".
A fare il punto per il settore del bingo è Italo Marcotti, presidente di Federbingo.
"La speranza è di non rivivere la chiusura delle attività e di poter veder nascere l’opera di riordino del settore, attività prodromica al nuovo assetto commerciale del gioco legale e quindi ai bandi di assegnazione delle concessioni. La filiera del gioco legale è fragile, la rete è minata dalle normative regionali e locali. Abbiamo un grande problema reputazionale costruito da un pezzo di opinione pubblica prima, e dalla politica poi, il quale, se non verrà sovvertito, permetterà ai detrattori del settore di poter continuare a seminare il verbo del proibizionismo quale risposta alla dipendenza da gioco. Solo se troverà unità d’intenti il settore potrà sperare di arrivare velocemente e proficuamente al riordino del settore”.
Marcotti quindi auspica una soluzione per “l’annosa problematica legata al canone di proroga onerosa delle concessioni per il bingo. In primis la cancellazione dei canoni non versati relativi ai periodi di sospensione dell’attività imposta dal Governo, in secundis la riparametrazione del canone oneroso a livelli sostenibili ovvero quanto determinato dall’originale formulazione di 2.800 euro al mese pro concessione.
La rete e gli operatori necessitano di un incentivo che funga da booster in questo momento di ripartenza. Il bingo è un modello labour intensive il quale si fonda sulla vendita del titolo di gioco al tavolo. Azioni che favoriscano maggiori volumi d’acquisto si tramutano direttamente in leva per il ritorno alla piena occupazione e quindi all’economicità dell’attività di raccolta di gioco legale con diretto incremento del gettito erariale.
Nello specifico mi riferisco alla possibilità di arretrare parte della quota del gettito erariale ai premi, favorendo così il cliente giocatore e la propria capacità di spesa attraverso le vincite. In poche parole: più premi, più spesa, più vendite e quindi più volumi, più occupazione e più gettito. Operazione a saldo zero per le casse delle Stato il quale potrebbe rivedere la piena occupazione dei lavoratori delle sale bingo, azzerando la cassa integrazione, restituendo la piena dignità di lavoratore ai nostri dipendenti".   
ASCOB: "PROROGARE LE CONCESSIONI E GARANTIRE TRASFERIBILITÀ DELLE SALE" - Restando in tema di bingo, ecco il punto di vista di Salvatore Barbieri, presidente di Ascob -  Associazione concessionari del bingo.
“Il 2021, come buona parte del 2020, sono stati degli anni difficili e purtroppo continuano ad esserlo per le sale bingo e non solo.
Ricordo che abbiamo chiuso le sale il 25 ottobre del 2020 e sono state riaperte solo il 15 giugno 2021: bisogna aggiungere però che ancora ora le sale bingo hanno una capienza ridotta di un terzo, forse ad oggi sono le uniche attività dove è rimasta questa riduzione così drastica
La situazione riguardo alla raccolta da giugno ad oggi è a macchia di leopardo da un capo all'altro dello Stivale. Si va da un calo del 25 percento al sud, al 15 percento al centro e all’8 percento al nord.
Il green pass ha sicuramente prodotto dei disagi, ma sicuramente è uno strumento più che valido per poter stare in sicurezza tutti, sia clienti che dipendenti".
Barbieri quindi si rivolge direttamente al Governo per chiedere sostegni per far "continuare a far vivere questo settore, che con 198 sale attive conta circa 12.000 addetti.
I punti portati all’attenzione dell'Esecutivo sono i seguenti: riduzione dei canoni di concessione; proroga delle concessioni fino al 2024 per recuperare i 300 giorni di chiusura che abbiamo avuto; trasferibilità delle sale, nelle province sprovviste di sale bingo; postergazione del pagamento delle cartelle a 90 giorni, includendo nella fideiussione di 516.000 euro le garanzie delle cartelle prelevate; includere i sistemi di gioco delle sale nei benefici fiscali delle 4.0".
Il presidente di Ascob poi lancia un auspicio finale: "Speriamo di poter riprendere al più presto l’attività di collaborazione con le Università di Firenze e Bologna per poter proseguire quanto iniziato negli anni scorsi.
Da presidente mi farò promotore di organizzare un tavolo con le altre organizzazioni per arrivare a proposte comuni anche nei confronti di Adm, prima fra tutte una modifica del regolamento di gioco.
Dobbiamo essere fiduciosi nel nostro futuro e costruirlo insieme".
 
FEDERIPPODROMI: "SERVONO INVESTIMENTI STRAORDINARI SULL’INTERO COMPARTO" - Fra i settori che chiedono senza dubbio un riordino e un rilancio c'è anche l'ippica.
"Il 2021 è stato caratterizzato anche per gli ippodromi da una chiusura delle scommesse durata circa la prima metà dell’anno, mentre le corse si sono sempre disputate e questo ha ovviamente prodotto i costi e non i relativi ricavi. Superata però questa fase sono rimaste inattuate non solo le proposte fatte agli organi competenti (quali ad esempio legge sugli ippodromi, istituzione di una agenzia di governo dell’ippica per svincolarsi dalla morsa del ministero delle Politiche agricole e così via) ma soprattutto ciò che era già contenuto in norme approvate e perfettamente operanti".
Lo rammenta Elio Pautasso, presidente di Federippodromi.
"Non può sfuggire che la legge 205/2017 (Finanziaria del 2018) conteneva una serie di norme che riguardavano le scommesse ippiche che non sono inspiegabilmente mai state attuate. Fu soltanto applicata la tassazione sul margine alle scommesse ippiche a quota fissa con una tassazione quasi doppia rispetto alle scommesse sportive e introdotto il palinsesto complementare ma con delle limitazioni rispetto alle scommesse sportive. Mentre tutto il resto delle innovazioni contenute nella stessa legge sono rimaste lettera morta: unificazione dei due totalizzatori, riforma delle scommesse Tris, quartè, quintè con le vincite di seconda e terza categoria, adeguamento del payout delle scommesse al totalizzatore, stipula della convenzione tra Agenzia delle dogane e dei monopoli e ippodromi, che infatti ad oggi ancora non possono accettare le scommesse del palinsesto complementare perché privi del pezzo di carta sottoscritto. Tutto non attuato senza conoscerne il motivo.
Certo, bisogna dire che il livello delle scommesse è calato talmente in basso che anche una profonda riforma delle stesse non sarebbe affatto sufficiente a rendere la filiera ippica autosufficiente e per questo che con forza stiamo richiedendo una legge di riforma del settore che preveda investimenti straordinari sull’intero comparto e che permetta di far ripartire l’interesse del pubblico verso lo spettacolo delle corse dei cavalli e delle attività collegate in termini di lavoro e di spazi destinati all’allevamento, allenamento e corse dei cavalli".
 
COORDINAMENTO IPPODROMI: "IL 2022 SIA L’ANNO DELLA RINASCITA" - Restando in tema di ippica, Attilio D'Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi, rimarca come il bilancio di quest’anno sia "molto negativo e molto triste. Prima di tutto per il Covid, che ci ha costretto per il secondo anno consecutivo ad adottare tutte le disposizioni nazionali per il contenimento della diffusione del virus e conseguentemente limitare gli ingressi degli spettatori negli ippodromi, verificando il possesso del green pass ed assicurando il necessario distanziamento.
In questo contesto anche la raccolta delle scommesse ippiche ha avuto un ulteriore crollo enorme.
Tutto questo è andato ad aggravare ancora di più la gravissima crisi in cui versa, ormai da tanti anni, l’ippica nazionale che ha bisogno urgentissimo di una profonda riforma che preveda l’istituzione di una agenzia dedicata alla gestione del settore".
In questo quadro molto negativo per D'Alesio è comunque "opportuno evidenziare alcuni segnali positivi: la riapertura degli ippodromi di Palermo e di Livorno.
Le proposte di riforma presentate da alcuni parlamentari e la discussione avviata nella commissione Agricoltura.
Ci auguriamo che il 2022 sia l’anno della rinascita e che si possa finalmente tornare ad avere tanti spettatori negli ippodromi ad assistere alle bellissime corse dei cavalli".
 

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