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Bando bingo: Causi (Pd) "Interventi da realizzare nell'ambito della revisione dei giochi prevista dalla Delega"

09 ottobre 2014 - 08:15

Bingo ancora all’attenzione della politica, alla luce del nuovo bando di gara. Il deputato Marco Causi (Pd), promotore dell’interrogazione sul bando del bingo, ha ringraziato il sottosegretario Enrico Zanetti “per la ricca risposta, che fornisce una compiuta valutazione della situazione nel settore dei giochi.

Scritto da Sara
Bando bingo: Causi (Pd) "Interventi da realizzare nell'ambito della revisione dei giochi prevista dalla Delega"

In tale contesto sottolinea come nel testo della risposta stessa siano enucleati alcuni aspetti che dovranno essere oggetto di decisione politica relativamente alle diverse opzioni normative da adottare in questo campo e che risultano particolarmente urgenti. In particolare ritengo preferibile che gli interventi in tale settore siano realizzati nell’ambito della revisione complessiva della disciplina dei giochi prevista dall’articolo 14 della delega per la riforma del sistema fiscale di cui alla legge n. 23 del 2014, piuttosto che procedere attraverso provvedimenti singoli sui diversi giochi, considerato anche che la problematica non riguarda esclusivamente il gioco del Bingo, ma anche altri giochi pubblici, quali il Lotto”.

 

 

Zanetti, rispondendo sul nuovo bando, ha sottolineato: “Con riferimento alla richiesta formulata dagli onorevoli interroganti di riconsiderare l’assegnazione delle nuove concessioni in attesa dei decreti attuativi di cui all’articolo 14 della legge 11 marzo 2014, n. 23, entrata in vigore successivamente alla legge di stabilità per il 2014, l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli fa presente che l’opzione sulla quale viene stimolata una riflessione ha indubbiamente una sua valenza ed utilità. Invero, il quadro regolatorio generale, all’interno del quale si calerebbe la sollecitazione di mercato in argomento, è stato fortemente inciso e reso meno leggibile ed attendibile a causa di una nutrita serie di leggi regionali e di regolamenti comunali, emanati negli ultimi due anni circa. L’opportunità di poter attendere una sistemazione e ridefinizione di tale quadro regolatorio–derivante, appunto, dall’attuazione dell’articolo 14 della legge n. 23 del 2014 – costituirebbe in effetti migliore occasione per evitare sicuramente motivi di incertezza e di verosimile contenzioso sul territorio. Non a caso, in verità, il criterio di delega recato dall’articolo 14, comma 2, lettera r), della legge n. 23 del 2014 già prudentemente ha preso in considerazione la possibilità di una simile opzione. L’opzione parrebbe, da una certa ottica, essere favorita dal fatto che, innovativamente, la legge di stabilità per il 2014 ha già introdotto la regola dell’onerosità dell’esercizio in concessione di attività di gestione e raccolta del gioco in questione anche nei riguardi dei concessionari scaduti ovvero in scadenza ed in attesa della celebrazione delle nuove gare di attribuzione delle concessioni del Bingo. Tuttavia, può essere opportuno soffermarsi sui seguenti spunti di riflessione: riconsiderare l’assegnazione delle nuove concessioni – come dicono gli onorevoli interroganti – equivale (se ben s’intende) ad evocare l’esigenza di un’apposita norma primaria che, emendando quella presente nella legge di stabilità per il 2014, consenta il differimento della prima delle gare di riattribuzione delle concessioni. Ciò, quanto meno, per superare i problemi conseguenti agli effetti finanziari che deriverebbero da un’iniziativa assunta a livello meramente amministrativo, alla luce della previsione di maggior gettito sopra ricordata. In altri termini, una proroga dell’avvio della gara già bandita e, di riflesso, una proroga implicita delle concessioni già scadute ovvero ulteriormente in scadenza, implicherebbe comunque valutazioni di natura finanziaria, anche solo per verificare la neutralità, rispetto ai 40 milioni di euro aggiuntivi attesi, dell’entrata erariale assicurata da quanto ai concessionari scaduti o in scadenza è stato innovativamente chiesto; merita valutare il possibile impatto comunitario di una siffatta norma di proroga da inserire in un veicolo legislativo prossimo. Un conto, infatti, è ipotizzare l’attuazione del criterio di delega di cui al citato articolo 14, comma 2, lettera r) della legge n. 23 del 2014 in un quadro più ampio di contestuale attuazione anche degli altri criteri di delega di cui al predetto articolo (cosa che consentirebbe di giustificare agli occhi della Commissione europea la proroga di concessioni in scadenza, che di per sé, invece, è iniziativa tradizionalmente non compatibile a livello comunitario). Un conto, ben diverso, può essere invece l’iniziativa isolata – e non facilmente comprensibile dalla Commissione europea, al di fuori di un contesto di confidente interlocuzione con essa – di mera proroga di concessioni già scadute o di prossima scadenza. Che se, poi, tale proroga fosse contenuta in un provvedimento nazionale palesemente orientato a manovra finanziaria (quale, ad esempio, la prossima legge di stabilità), una lettura critica dell’iniziativa potrebbe essere addirittura controproducente, potendo far ancora una volta dire che l’Italia assume iniziative di tal genere solo a fini di gettito erariale. Equilibrato contemperamento di questo rischio, però, potrebbe anche essere quello di dare alla luce non tanto e non solo una norma di mera proroga delle concessioni in discorso bensì anche, e parallelamente, a schemi di decreto delegato di attuazione completa del citato articolo 14. In tale prospettiva ben si potrebbe immaginare infatti di poter sostenere la credibilità dell’iniziativa italiana (di proroga delle concessioni) giustificata, eccezionalmente (dal punto di vista comunitario), proprio dall’ampio riordino della normativa di settore parallelamente perseguito. Detto ciò, la durata della proroga dovrebbe essere immaginata, a titolo orientativo, almeno fino alla fine del 2015, se è vero che – allo stato – la scadenza per l’attuazione della delega fiscale è fissato alla fine, circa, del mese di marzo di detto anno. Infine, l’Agenzia fa presente che non è ancora predisposto in forma definitiva lo schema di provvedimento di cui pure, conclusivamente, chiedono gli onorevoli interroganti”.

GLI OPERATORI - Nei giorni scorsi gli operatori avevano messo in luce la necessità di avere una certezza delle regole, partendo proprio dalle varie leggi regionali sul gioco, per poter compiere serenamente degli investimenti. Motivo per cui sono stati presentati diversi ricorsi al Tar per bloccare il bando.

Italo Marcotti, presidente di Federbingo, sottolinea: “Quello messo in luce dal deputato Causi è un punto di vista corretto, perché non si può pensare di attribuire oggi 228 concessioni quando siamo sulla soglia dell’attuazione della delega fiscale. Pensiamo, quindi, che la proroga di un anno possa essere sufficiente. Tutti ci auguriamo che la delega possa sanare una situazione difficile per il gioco lecito, alla luce di numerose leggi locali che vanno contro il gioco legale, facendo di fatto riemergere situazioni di illegalità. Oltretutto le iniziative messe in campo a livello locale non hanno nessuna valenza scientifica, ma sono del tutto soggettive e spesso hanno un effetto domino che va a danneggiare chi opera nella legalità”.

Intanto oggi il Tar ha deciso che interverrà con delle sentenze, e non con delle ordinanze, sui ricorsi presentati dagli operatori del Bingo per fermare il bando di gara. Questo anche perchè l'amministrazione vuole certezza su tale questione.

 

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