As.Tro: "Inutile aumento fondo cura Gap, no intervento Comuni sul gioco"
Tanto ci voleva. Alla fine di un percorso, in cui il disegno di legge contro il Gap si è rivelato solo una mirata azione contro il gioco lecito, senza alcuna apprezzabile statuizione 'sanitaria', arriva la solita 'ciliegina' sulla torta dell’incoerenza legislativa: la pretesa di 'reperire maggiori risorse erariali' da una attività economica 'di cui si decreta la scomparsa', tramite innalzamento della rispettiva pressione fiscale. Con queste le parole, As.Tro commenta l'approvazione da parte del comitato ristretto dell'aumento del fondo per la cura del gioco patologico a 200 milioni di euro.
PIANO DI SVILUPPO NON MODIFICABILE DA ENTI LOCALI - "Eccezione di rito: come si può pensare di creare "maggiori entrate” da una attività economica che si “contrae sino alla scomparsa” è un mistero che solo la scienza anti-gioco lecito può spiegare", prosegue il direttivo As.Tro. "Eccezione di merito: come può l’Erario garantire un maggior gettito da un inasprimento di pressione fiscale su una attività che “anche i Comuni” possono successivamente e ulteriormente contrarre (od espellere dal territorio) con la semplice “individuazione” di un nuovo luogo sensibile? Eccezione di logica: la Commissione affari sociali della Camera ritiene (evidentemente) di poter individuare spazi e luoghi in cui si possa installare un numero di congegni sufficienti a contemperare sia l’aspettativa erariale ordinaria sia quella supplementare, necessaria per gli scopi della legge anti-Gap. Mostri, allora, un piano di sviluppo industriale approvato e non modificabile da Comuni – Province - Regioni (con ubicazione di location e dotazioni di apparecchi).L’industria del gioco lecito che ha già lasciato sul piatto della bilancia finanziaria del Paese - Italia nove anni di 'sostentamento' di tutte le politiche di spesa straordinarie del Tesoro prenderà atto del mutamento sostanziale dell’appalto-gioco pubblico e deciderà se aderirvi".
INERZIA DEL GOVERNO SUL GIOCO ILLECITO - In fondo, esiste già un altro settore di gioco che, forte della sua non–regolarità, muove un giro di affari superiore al dato della 'spesa al gioco lecito'. La risposta istituzionale a quest’ultimo fenomeno oscilla tra l’inerzia assoluta e la strisciante legittimazione (al pari di altri fenomeni il cui contrasto si arresta alle parole), ciò comportando una evidente 'impostazione' politica di tutta la questione: il gioco diventa 'male' solo se permesso dallo Stato e dal medesimo gestito con l’incameramento erariale della parte più grande dei profitti. Se resta nel limbo del vietato, allora ben può continuare ad esistere come fenomeno che spetta alle Forze dell’Ordine e Magistratura reprimere (ovviamente senza strumenti, né mezzi, come quasi tutto in Italia).
La politica consiste in scelte, e se queste sono le determinazioni che in Parlamento vanno per la maggiore, “ce ne facciamo subito una ragione”: evitiamo però di parlare di prevenzione al Gap".