Codere, 'Innamórati di Te': 'Donne imparino ad amarsi di più'
Gli interventi di medici ed operatori sociali all'incontro 'Innamòrati di Te' organizzato da Codere Italia a Viterbo.
Il progetto itinerante di Codere 'Innamòrati di Te' vuole ribadire la necessita di realizzare una forte autostima nella donna, come prevenzione primaria in tema di violenza di genere. I numeri con cui le statistiche descrivono tale situazione, ci dicono che purtroppo nella piccola realtà provinciale si tende a nascondere l'entità del fenomeno.
IL RUOLO DEI MEDICI - “L'accesso al Pronto Soccorso rappresenta spesso il primo punto d'incontro tra la vittima e le istituzioni – spiega Stefano Innocenzi del Pronto Soccorso-Ospedale Belcolle di Viterbo. È qui che la vittima di violenza inizia il suo iter diagnostico-terapeutico e i primi accertamenti medico-legali. Da anni ormai è attivo un protocollo che prevede un approccio multidisciplinare medico-psicologico-legale di assistenza alla vittima di violenza. Il medico, qualora accerti o presuma che la paziente sia stata vittima di violenza, è tenuto oltre alla naturale assistenza clinica a rilasciare referto all'Autorità Giudiziaria. I medici del pronto soccorso – conclude Innocenzi – sono sempre pronti e preparati a prestare assistenza medica e psicologica alla vittima, ma sicuramente necessitano in primis dell'aiuto della vittima stessa”.
EDUCARE GLI UOMINI - l fenomeno della violenza sulle donne in Italia è ancora visto come un problema di ordine pubblico, piuttosto che culturale. “Nella società si riconoscono due paradossi – fa notare l’educatrice Valentina Sega – il primo è l’equità: la vittima può essere plurilaureata o disoccupata, manager o casalinga. Il secondo è che l’oggetto del problema, la donna che subisce, diviene soggetto e il soggetto, l’uomo che usa violenza, scompare. Cosa succederebbe se gli uomini che violentano e ammazzano raccontassero perché lo fanno o che tipo di educazione hanno ricevuto? Il problema è capire perché alcuni uomini sono così violenti. Informare ed educare al rispetto della donna deve essere infatti un dovere civile”.
IL COMPITO DELLE MADRI - La prima forma di educazione arriva dai genitori: “Alle mamme è affidato il compito di insegnare ai figli maschi il rispetto per le donne – dichiara Barbara Cerusico, Presidente dell’Associazione Donne per la Sicurezza. Coccoliamoli, amiamoli, educhiamoli ai no', ad accettare e rispettare i sì e i no che una donna ha il diritto di dire e vedere rispettati. Insegniamo e pretendiamo dai nostri figli il rispetto delle regole, senza le quali c’è solo violenza e sopraffazione. Non diamo oggi alibi ai figli maschi se vogliamo farne domani degli uomini capaci di amare e rispettare il prossimo”.
CENTRI DI PROTEZIONE E ASCOLTO - Le donne, quando decidono in qualche modo di reagire, si rivolgono ad associazioni locali e centri antiviolenza. “La parola 'accoglienza' indica l’attività di ascolto e protezione offerta alle donne che entrano in contatto con il Centro Anti Violenza di Viterbo – afferma Giovanna Dominioni della Polizia locale, responsabile per Viterbo e Provincia dell’Associazione Donne per la Sicurezza e istrutture di Krav Maga. Alle donne non vengono offerte soluzione precostituite, ma un sostegno specifico e informazioni affinché possano trovare la soluzione più adatta a loro e alla propria situazione. L’obiettivo del Centro è fornire alla donna un supporto costante e competente, per incrementare la propria sicurezza e quella di eventuali figli”. Le evoluzioni e contaminazioni della società moderna, hanno portato alla ribalta anche nuove forme di difesa. Discipline di autodifesa come il Krav Maga e il Kapap stanno diventando molto popolari nelle palestre, e molte donne si iscrivono a questi corsi per sentirsi più sicure e protette in caso di tentativi di aggressione.