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Dia: gioco e scommesse illegali, 65 indagati in Sicilia

27 maggio 2021 - 08:10

Operazione di polizia giudiziaria disarticola vasta rete illegale di raccolta di gioco online: 65 indagati vicini a clan mafiosi catanesi, sequestrati 30 milioni di beni e 38 agenzie di scommesse.

Scritto da Redazione

La giornata di oggi, 27 maggio, è iniziata con un’operazione di polizia giudiziaria - denominata “Apate” e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania - che ha disarticolato una vasta rete illegale finalizzata alla raccolta del gioco e delle scommesse online.

Riflettori accesi in tutta la Sicilia orientale, con l'esecuzione numerose misure di custodia cautelare nei confronti di persone vicine ai clan mafiosi catanesi Santapaola, Cappello e Bonaccorsi–Carateddi. In totale risultano indagate 65 persone, molte delle quali organiche o vicine ai predetti clan mafiosi.

L'operazione ha visto l'impiego di oltre 150 donne e uomini della Direzione investigativa antimafia, unità operative del reparto prevenzione Crimine della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza supportati da unità eliportata della Polizia di Stato. Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’intestazione fittizia di beni, commessi utilizzando agenzie e punti scommesse riconducibili a società operanti all'estero (Austria, Bulgaria e Malta) mediante diverse reti di gioco online finalizzate alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi ed al gioco su varie piattaforme.

Al principale indagato, che è stato condotto in carcere, viene contestato anche l’art. 75 del Codice antimafia, per aver violato la sorveglianza speciale; per altri 12 indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari e in un solo caso l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini, si legge in una nota della Dia, "hanno riguardato una vasta rete di agenzie di scommesse e giochi online con a capo un imprenditore vicino alle famiglie mafiose catanesi Santapaola e Cappello, con le quali ha intrattenuto nel tempo relazioni che ne hanno favorito lo sviluppo imprenditoriale prima nel settore delle macchinette da gioco e dei videopoker e successivamente nel gioco a distanza. L’uomo, infatti, è riuscito ad estendere progressivamente la sua area di influenza, installando i propri apparati per giochi elettronici (con una vera e propria imposizione delle slot-machine negli esercizi commerciali) e online nei territori governati da Cosa nostra o da altri gruppi criminali, sfruttandone la capacità di intimidazione e del controllo del territorio proprio di quelle famiglie mafiose".

Le investigazioni si sono avvalse inizialmente delle "dichiarazioni di un collaboratore di giustizia utili a comprendere pienamente le infiltrazioni criminali nel gambling online, nel quale lo stesso collaboratore operava come imprenditore affermato.
La rete criminale usufruiva, in via principale, di cinque piattaforme online (cosiddette total black, in quanto sprovviste di qualsiasi autorizzazione dell’Agenzia dei Monopoli) destinate apparentemente al gioco a distanza ma adibite in realtà alle scommesse da banco.
Il promotore esercitava un’illecita intermediazione tra punti gioco e bookmakers con una precisa struttura organizzativa che si avvaleva di un centro logistico di controllo, ubicato alla periferia di Catania, sottoposto a sequestro, dove i diversi associati avevano accesso al pannello di controllo dei bookmakers.
Le altre persone colpite dalle misure cautelari sono per lo più i diretti collaboratori dell’indagato principale, che operavano alle sue dipendenze con compiti e mansioni specifiche", precisa la nota della Direzione investigativa antimafia.

Dall’attività investigativa è emerso come "il capo dell’organizzazione garantisse periodici emolumenti di mantenimento ai familiari di un esponente di primissimo piano del clan Santapaola, scarcerato di recente. Il ruolo di messaggeri ed emissari per la consegna del denaro veniva svolto da due soggetti, padre e figlio, entrambi colpiti dalla misura cautelare.
Le indagini tecniche svolte, inoltre, non lasciano dubbi sull’utilizzo della metodologia mafiosa nella riscossione dei crediti e sulla propensione a favorire esponenti criminali vicini alle cosche mafiose. Diverse agenzie, infatti, sono risultate ad appannaggio di esponenti mafiosi, in quanto gestite direttamente o per il tramite di familiari o soggetti a loro collegati.
Sono state sottoposte a sequestro 38 agenzie di scommesse ubicate nella città e nella provincia di Catania, nonché in provincia di Agrigento, Messina, Siracusa ed Enna, con relativo patrimonio aziendale, beni mobili e immobili, conti correnti e rapporti finanziari il cui ammontare complessivo è pari a circa 30 milioni di euro, calcolato sulla base del valore delle singole concessioni e del volume d’affari sviluppato dalle agenzie nel periodo delle indagini. Tramite i canali della cooperazione internazionale di polizia, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, dovrà essere notificato in Spagna il sequestro di un’agenzia ubicata a Catania, risultata intestata ad un soggetto italiano trasferitosi in Catalogna alla fine del 2020", conclude la Dia.

 

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