Emi Rebus: 'A gennaio donne a Montecitorio in difesa del gioco'
Antonia Campanella, presidente associazione Emi Rebus, lancia l'idea di una manifestazione 'in rosa' a gennaio in piazza Montecitorio a Roma, in difesa del gioco pubblico.
Visto dal di fuori, il mondo del gioco pubblico potrebbe sembrare una "cosa da uomini".
Ma non lo è, perché tante sono le donne impiegate in questo settore, in varie parti della filiera.
Proprio loro sono le protagoniste dell'appello lanciato da Antonia Campanella, presidente dell’associazione Emi Rebus, già promotrice di diverse iniziative per la tutela del comparto, che lancia l'idea di una manifestazione "in rosa", da tenere tra il 7 e il 15 gennaio, in vista della scadenza dell'ultimo Dpcm anti-Covid.
"Dopo sei mesi di chiusura il settore del gioco legale (il più penalizzato e non solo per avere il primato sui tempi di chiusura, ma anche per essere l'unico ad aver subito un aumento di tassazione durante la chiusura stessa) ad oggi vive nella forte incertezza di sapere quando e come possa riprendere le attività.
Il Governo é molto attento e solerte nel predisporne la chiusura ma si 'dimentica' di stabilirne la riapertura", sottolinea Campanella.
I lavoratori del gioco pubblico restano inascoltati dalle tv, dalla stampa nazionale e persino davanti ad una manifestazione di circa 5000 lavoratori, il Governo resta impassibile. Quasi ci fosse una censura su di noi, quasi fossimo invisibili.
La previsione di una terza ondata di Covid potrebbe essere il colpo di grazia per le imprese, composte da circa 150mila lavoratori, dopo aver già perso quella che é considerata l'alta stagione per le attività.
Per le suddette ragioni e altre non esplicitate, é doveroso organizzare un presidio tutto al femminile del settore, richiamando la presenza e la partecipazione di tutte le imprenditrici, dipendenti, mamme, figlie, mogli che da questo settore traggono il proprio sostentamento, per manifestare in piazza Montecitorio, cercando di dare un nuovo colore, una nuova immagine di quello che realmente esiste dietro al mondo del gioco, così bistrattato e disdegnato, che per i lavoratori un gioco non é", conclude la presidente dell’associazione Emi Rebus.