Green pass in tabaccheria, Fit e Uit: 'Impossibile controllare tutti'
Le associazioni di rappresentanza del settore commentano l'inserimento delle tabaccherie nella lista delle attività accessibili solo con green pass, 'inascoltate le nostre richieste'.
Con la firma di Mario Draghi sotto al decreto della presidenza del Consiglio dei ministriche specifica la lista dei negozi e delle attività dove non servirà il green pass dal 1° febbraio, è stato definitivamente sancito il suo obbligo per l'accesso in tabaccheria.
Una decisione che era già nell'aria e che non manca di scatenare le reazioni di alcune delle principali associazioni di rappresentanza dei tabaccai e dei totoricevitori sportivi.
“I più affezionati dei clienti sbufferanno ma attenderanno il loro turno. Le persone di passaggio no, e andranno altrove. Di certo, noi perderemo più tempo per assolvere ad un obbligo insensato, che per servire chi entra nelle nostre tabaccherie con la fiducia e l’apprezzamento di sempre”. Queste le parole del presidente nazionale della Federazione italiana tabaccai (Fit), Giovanni Risso, a commento della decisione dell'Esecutivo.
Si pone sulla stessa linea il commento di Pasquale Genovese, presidente della Uit - Unione italiana tabaccai. “L’inserimento delle rivendite di generi di monopolio tra le attività dove è obbligatorio mostrare e verificare il green pass significa esclusivamente un ulteriore passo indietro della categoria. A nulla sono valse le richieste, gli appelli ed i tentativi di ripensamento fatti da noi e forse da chi ha sbandierato successi prima delle valutazioni.
L’inserimento della categoria tra le attività obbligate a ricevere clienti solo in regola con il green pass è un non senso rispetto all’inserimento delle tabaccherie tra quelle attività 'di prima necessità' così come dichiarate nel lockdown di inizio della pandemia".