Messina: slot nei centri Stanleybet, Tribunale civile annulla sanzioni
Il Tribunale di Messina ha disposto l'annullamento delle sanzioni amministrative per aver installato apparecchi da intrattenimento nei centri Stanleybet.
Con diverse sentenze, il Tribunale civile di Messina ha annullato le sanzioni amministrative per aver installato gli apparecchi da intrattenimento all'interno dei centri Stanleybet, ha accolto i ricorsi dell'avvocato Daniela Agnello e ha condannato l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al pagamento delle spese processuali.
Il giudice, si legge nelle sentenze, ha disposto che "nei termini chiariti dalla Corte di Giustizia a far data dal 2007, la mancanza di concessione non può costituire oggetto di sanzioni nei confronti degli operatori che illegittimamente non hanno ottenuto una concessione".
Come si legge in una nota dello Studio Legale Agnello, "il giudice riconosce che l'azione sanzionatoria promossa dall'amministrazione si fonda su di una normativa nazionale contraria al diritto dell'Unione Europea, risultando il provvedimento impugnato illegittimo per violazione del diritto eurounitario".
Nelle sentenze il giudice ripercorre l'evoluzione normativa e le pronunce giurisprudenziali, affermando che "dal 1998 al 2012 l'attribuzione delle concessioni per la gestione delle scommesse su competizioni sportive è stata oggetto di ben tre differentio discipline che si sono susseguite nel tempo e che sono state, in tempi diversi e per motivi diversi, dichiarate dalla Corte di giustizia dell'Unione europea contrastantoi con alcuni principi europei". Secondo il Tribunale, in conclusione, "deve ritenersi applicabile il principio di prevalenza del diritto europeo su quello interno con consequenziale disapplicazione di quest'ultimo".
"Dopo la sede penale e amministrativa - commenta l'avvocato Agnello - anche in sede civile si evidenzia il contrasto della normativa italiana con il diritto europeo e la singolarità della posizione della Stanleybet che svolge attività transfrontaliera in conseguenza della discriminazione subita prima con i bandi del ’99, proseguita con il bando Bersani e conclusa con il bando del 2012".