Nuovo sit-in delle donne del gioco legale: 'Locali pronti, riaprire subito'
La cronaca del nuovo sit-in delle donne del gioco legale nella piazza romana di Montecitorio di oggi, 21 gennaio, all'insegna del grido: 'Il lavoro è la nostra dignità'.
Roma - Come annunciato, le lavoratrici e le imprenditrici del gioco legale sono tornate a manifestare - con una rosa rossa in mano e delle velette da lutto nere in testa - nella piazza romana di Montecitorio, anche oggi 21 gennaio, per richiamare l'attenzione sulla crisi del settore alla luce delle restrizioni per il contenimento del Covid, e chiedere la fissazione di un confronto con l'Esecutivo.
"Le parole le abbiamo finite, abbiamo bisogno di un dialogo. Da qui non ci si muove fino a quando non abbiamo un riscontro. Sia chiaro a tutti e a tutte: non possiamo tornare a casa senza un risultato, non ce lo possiamo più permettere. Quindi siamo qui e aspettiamo", ha rimarcato Antonia Campanella, presidente dell'associazione Emi Rebus, promotrice dell'iniziativa.
Tu mi chiudi e tu mi paghi, e subito", ha aggiunto un'altra manifestante, lamentando di aver ricevuto solo 700 euro dall'inizio del lockdown.
"La pandemia non la dobbiamo pagare noi. Noi moriamo di fame e loro litigano per le poltrone".
"Fateci riaprire subito. I nostri locali sono pronti e possono riaprire subito", commenta un'altra donna. "Siamo stati due mesi e mezzo a casa, abbiamo dovuto adeguare locali alla normativa anti-contagio. State alimentando oltre il gioco illegale anche l'usura, perché le banche non ci fanno credito. Siete degli ipocriti.
Vogliamo delle risposte subito".
Fra loro il forzista Giorgio Mulé, intervenuto già in passato, anche in tv, a perorare la loro causa.
"C'è un problema di ignoranza alla base: il gioco viene erroneamente identificato con il male e la ludopatia.
Dimenticando che il settore legale - attraverso le tasse - garantisce servizi essenziali per tutta l'Italia, quindi mettergli le ganasce avrà presto delle ripercussioni.
E che non ci sono stati né focolai né casi di contagio da Covid ricollegabili agli esercizi di gioco.
Lo Stato si deve limitare a dire come mettere in condizione di aprire le attività, non 'chi' deve riaprire".
Noi abbiamo fatto un'interrogazione - alla quale non abbiamo ricevuto risposta - per conoscere le ragioni tecniche che hanno portato al lockdown del gicoo, chiuso per primo e riaperto per ultimo. Non c'è stata e non c'è una logica, dopo le misure di sicurezza apportate dai gestori.
Non ci stancheremo di fare proposte e presentare emendamenti a riguardo.
Sono molto più controllate le sale scommesse di un bar con i corner.
Bisognerebbe fare un protocollo con le sale per evitare che ci sia una deriva verso la criminalità".