Osservatorio Nomisma: 'Giovani, gioco in calo'
Presentata nuova edizione dello studio dell'Osservatorio Nomisma: giovani giocatori sono il 49 percento nel 2016 rispetto al 54 percento del 2015.
Il numero di giovani giocatori è in leggero calo: nel 2016 il 49 percento rispetto al 54 percento del 2015. Questo uno dei dati più importanti che emerge dalla lettura della terza edizione dell’Osservatorio Nomisma in collaborazione con Università di Bologna 'Young Millenials Monitor- Giovani & Gioco d’azzardo' presentato oggi, lunedì 23 gennaio, a Bologna.
La diffusione del gioco d’azzardo tra gli italiani coinvolge anche i giovani e i giovanissimi. Ecco perché Nomisma ha creato Young Millennials Monitor, un osservatorio - sostenuto da Unipol -dedicato al monitoraggio di opinioni, attitudini, stili di vita dei giovani tra i 14 e i 19 anni, dedicando proprio il primo focus alla valutazione di abitudini, motivazioni e approccio dei giovani verso il gioco d’azzardo. Durante l’anno scolastico 2015/2016, infatti, è stata realizzata da Nomisma - in collaborazione con l’Università di Bologna (Dipartimenti di 'Scienze Economiche', 'Sociologia e Diritto dell'Economia' e 'Scienze Mediche e Chirurgiche') - un’indagine che ha coinvolto un ampio campione di scuole secondarie di secondo grado italiane e ha visto la partecipazione di oltre 11.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni.
I dati, come detto, indicano che il numero di giocatori è in leggero calo: nel corso del 2016 il 49 percento dei giovani studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta: si tratta di circa 1.240.000 di ragazzi. In Emilia Romagna l’interesse è più basso con una quota di giocatori che scende al 44 percento dato che riflette come la propensione al gioco sia superiore nelle regioni centrali (54 percento ) e al Sud (53 percento ).
Numeri che sono un segno inequivocabile del fascino che esercita il gioco. Molti giovani (il 21 percento) iniziano a giocare per curiosità o per caso (20 percento ); altri per semplice divertimento (18 percento ), per il fatto che amici e familiari giochino (11 percento ), o per la speranza di vincere una somma di denaro (11 percento ).
Dopo aver sfidato la sorte almeno una volta i giovani tendono a pensare che il gioco d’azzardo sia soprattutto una perdita di denaro (lo pensa il 32 percento degli studenti tra i 14 e i 19 anni).
Nella classifica dei giochi più popolari tra i giovani si riconfermano ai primi due posti il Gratta & Vinci (provato dal 35 percento degli studenti) e le scommesse sportive in agenzia (23 percento ), mentre al terzo posto subentrano le scommesse sportive online (13 percento ), seguite dai concorsi a pronostico a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol (12 percento ). Rispetto alla precedente rilevazione è da sottolineare come i giochi “tradizionali” (Superenalotto e Lotto) hanno fatto registrare una perdita di appeal a favore dei giochi a tema sportivo e online. Secondo l’indagine Nomisma la maggior parte dei giovani (27 percento sul totale) ha giocato a 1-2 tipologie di gioco durante il 2016; l’11 percento ne ha sperimentati tre o quattro e un ulteriore 11 percento ha partecipato ad almeno 5 tipologie di gioco, dato che denota una ricorsività alquanto preoccupante.
Il 17 percento degli studenti delle scuole secondarie superiori è frequent player, ha giocato una volta a settimana o anche più spesso. Tuttavia il gioco è per lo più un passatempo occasionale e ha un impatto limitato sulla vita quotidiana: l’11 percento degli studenti gioca con cadenza mensile, un altro 21 percento più raramente. Per il 72 percento dei giocatori la spesa media settimanale in giochi è inferiore a 3 euro e il 62 percento degli studenti (il 42 percento di chi gioca) non spenderebbe nulla in giochi davanti a un’inaspettata disponibilità di 100 euro.
Qual è l’identikit del giovane giocatore d’azzardo? Tra i fattori che incidono sulla propensione al gioco d’azzardo vi è innanzitutto il genere: l’incidenza del gioco d’azzardo è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (59 percento rispetto al 38 percento delle ragazze). Altri fattori determinanti sono: area geografica (la propensione al gioco è maggiore al Sud-Isole 53 percento e al Centro 54 percento rispetto al Nord (42 percento ), età (è giocatore il 53 percento dei maggiorenni, contro il 47 percento dei minorenni), tipo di scuola frequentata e background familiare (la propensione al gioco è maggiore negli istituti tecnici e professionali 58 percento e 52 percento contro il 42 percento dei licei e nelle famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco 64 percento vs 9 percento delle famiglie non giocatrici). Oltre alle motivazioni sociali, l’interesse per il gioco d’azzardo è legato all’incapacità di valutare la struttura probabilistica della possibile vincita. La propensione al gioco è infatti direttamente correlata al rendimento scolastico in matematica: la quota di giocatori raggiunge il 51 percento tra chi ha un rendimento insufficiente, mentre è pari al 46 percento tra chi ha votazione superiore a 8 decimi.
Dal rapporto Nomisma emerge una fascia di giocatori per la quale il rapporto con il gioco d’azzardo assume contorni più critici, con implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 36 percento dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori, il 4 percento ha derogato impegni scolastici per giocare, mentre il gioco ha causato discussioni e litigi con familiari e amici o problemi a scuola nel 5 percento dei giocatori.
Come individuare il possibile gioco problematico tra gli adolescenti? Young Millennials Monitor Nomisma in collaborazione con l’Università di Bologna propone inoltre uno strumento di screening internazionale (SOGS-RA) che indaga la presenza di eventuali sintomi capaci di rivelare gli effetti negativi derivanti dal gioco tanto sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo), quanto su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche).
Secondo questo indicatore, la quota di ragazzi con approccio problematico al gioco è del 5 percento: per questo target, il gioco d’azzardo si traduce in disagi psico-emotivi o relazionali. Un ulteriore 9percento degli studenti, inoltre, è etichettato come ‘a rischio’, ovvero manifesta i primi potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco, mentre il 33 percento degli studenti, pur giocando, non evidenzia alcun segnale problematico, ponendosi con un approccio positivo al gioco.
Il giocatore maggiormente problematico è maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici/professionali, ha un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali, area in cui l’indice raggiunge i valori più alti. Tra gli studenti dell’Emilia-Romagna la quota di giocatori problematici è pari al 4 percento, più bassa della media nazionale, ma in linea con quella di altre regioni settentrionali.