Audizione del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta da parte della commissione Finanze del Senato sui giochi pubblici. Come previsto da tempo e alla supposta vigilia dell'incontro che era stato fissato per domani 21 dicembre, con gli enti locali per parlare appunto del decreto attuativo, ma che è stato rinviato, su richiesta delle Regioni, (impegnate nell'approvazione delle loro leggi di bilancio), all'11 gennaio. Audizione, inoltre, che arriva a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere (subito dopo l'approvazione della legge di Bilancio 2018) e che avrà conseguenze anche sui disegni di legge "pendenti" in materia di gioco. Come spiegato, in apertura dell'audizione, dal presidente della commissione, Mauro Maria Marino: "“Non potremo più riprendere la trattazione del Ddl Mirabelli per un riordino complessivo del settore, essendo terminata la legislatura. Lasceremo i risultati sin qui ottenuti a chi verrà dopo di noi".
In commissione, Baretta ribadisce che anche se l'intesa raggiunta non è perfetta, "rappresenta comunque un punto di partenza da salvaguardare". Ripercorrendo le vicende anche locali in materia di gioco, Baretta sottolinea: "La teoria delle distanze provoca una contraddizione nel territorio, ovvero zone particolarmente scoperte o salvaguardate, e altre zone dove si provoca un intasamento. A un certo punto avevamo pensato di estendere le distanze su tutto il territorio nazionale, ma la lista dei luoghi sensibili che avevamo proposto è stata giudicata troppo esigua. L’accordo lo abbiamo trovato stabilendo che lo Stato non sarebbe intervenuto sulla regolamentazione del territorio, lasciando questo aspetto alle Regioni, e quindi ai Comuni. Ma le Regioni, con le formule che ritengono opportune, devono garantire che il numero di slot venga preservato”.
A tale proposito, il sottosegretario presenta due esempi opposti: "La Liguria, che ha applicato una moratoria alla propria legge per poterla adeguare all’accordo", mentre "il Piemonte, a fronte di una decisione che aveva già preso, ha fatto partire la propria legge regionale: questo ha creato un problema di gestione molto serio. L’accordo prevedeva un taglio da circa 27mila a 19mila slot. L’applicazione di una distanza minima di 300 metri dai luoghi sensibili per i Comuni più piccoli e di 500 metri per quelli più grandi determina una riduzione del 90 percento delle slot. Questo non corrisponde all’intesa fatta".
E quanto al passato, "purtroppo non abbiamo fatto bene e abbiamo lasciato cadere la delega fiscale, questo è avvenuto per varie ragioni e questo ci ha obbligati a ripercorrere un percorso in parte interessante visti i rapporti diretti con gli enti locali, ma allo stesso tempo più lungo e tortuoso".
Venendo ai contenuti della Manovra, "entro il 2018 devono essere fatte due gare importanti, il bingo e le scommesse: o c’è una certezza di possibilità di operare nei mercati e si offre ragionevolmente agli operatori un nuovo quadro regolatorio (che comunque è andato verso una riduzione dell’offerta), oppure c’è un’incertezza regolatoria che realizza un mercato asfittico". Quindi, "prima mettiamo un punto fermo sulla questione della riduzione e della distribuzione delle slot, prima possiamo dedicarci ad altri orizzonti, come quello dell’online".
Quanto invece alle Awp da remoto, "Il decreto che definisce le specifiche è in via di definizione, ma siccome i tempi dell’accordo con gli enti locali in Conferenza Unificata si sono dilatati e i costruttori delle macchine ci dicono che ci vuole un anno, abbiamo previsto nella legge di bilancio la proroga di un anno dell’avvio del processo di sostituzione degli apparecchi, ma non cambia l’orizzonte che prevede l’immissione sul mercato di nuove macchine più sicure, con l’obbligo della tessera sanitaria e nuove caratteristiche che diminuiscono la compulsività".
L'audizione proseguirà nella giornata di domani, giovedì 21 dicembre.