Basta giochi: iniziamo a dire la verità e a studiare
Smettiamola di giocare: non nel senso di vietare il gioco, ma invitando ad abbandonare le mistificazioni sui numeri, iniziando a dire la verità e a studiare i fenomeni.
E' arrivato il momento di dire la verità, sui giochi. E di iniziare a studiare, una volta per tutte, il fenomeno in tutta la sua complessità ed interezza, andando cioè ad includere tutti gli aspetti che lo riguardano, direttamente e indirettamente. Analizzando il comparto del gioco pubblico in maniera chiara (e seria) non soltanto in termini di raccolta, spesa e distribuzione (fino ad oggi neanche questo è stato mai fatto in maniera cristallina, all'esterno della filiera) ma anche dal punto di vista dei risvolti sociali, sanitari e perché no, pure occupazionali, in un paese ancora alla prese con una crisi economica dalla quale non riesce a districarsi definitivamente e dove contano – e non poco – i posti di lavoro persi o creati, mese dopo mese.
Facendo esplicito riferimento a quanto già dichiarato dall'Europa in una specifica Raccomandazione, risalente addirittura al 2014, che riteniamo opportuno ricordare, per via dei principi fondamentali che essa contiene, che vengono tuttavia dimenticati (o forse, più semplicemente ignorati) nei vari dibattiti relativi alla materia. La Commissione Europea, nella sua “raccomandazione sui principi per la protezione dei consumatori e dei giocatori online e per la prevenzione dei minori dal gioco d'azzardo via web”, ha invitato gli stati membri ad adottare determinate misure in materia di pubblicità dei servizi di gioco d'azzardo online, ad esempio assicurando che essa contenga informazioni sull'identità del fornitore di servizi di gioco e, nel caso, garantendo che la pubblicità sul gioco d'azzardo contenga almeno informazioni sui rischi e che non colpisca i giocatori vulnerabili. Specificando tuttavia che: “In assenza di armonizzazione a livello di Unione europea, in via di principio gli Stati membri sono liberi di definire gli obiettivi delle rispettive politiche sui giochi di sorte e di fissare il livello di tutela che intendono offrire allo scopo di proteggere la salute dei consumatori. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha fornito orientamenti generali sull'interpretazione delle libertà fondamentali del mercato interno nel settore del gioco d'azzardo (online), tenendo conto della specificità delle attività di gioco. Pur potendo restringere o limitare l'offerta transnazionale di servizi di gioco d'azzardo online sulla base degli obiettivi di interesse generale che cercano di proteggere, gli Stati membri sono tuttavia tenuti a dimostrare l'opportunità e la necessità delle misure restrittive. Essi hanno infatti il dovere di dimostrare che gli obiettivi di interesse generale sono perseguiti in modo coerente e sistematico”. Non solo. La Corte di giustizia dell'Unione europea ha anche stabilito norme di base per le comunicazioni commerciali sui servizi di gioco d'azzardo e, in particolare, su quelli forniti in condizioni di monopolio. “La pubblicità effettuata dal titolare di un monopolio pubblico deve essere contenuta e strettamente limitata a quanto necessario al fine di canalizzare i consumatori verso le reti di gioco controllate. Tale pubblicità non può avere lo scopo di incoraggiare la naturale propensione al gioco dei consumatori stimolando la loro partecipazione attiva al medesimo, ad esempio banalizzando il gioco o aumentandone l'attrattività attraverso messaggi pubblicitari accattivanti che facciano balenare la prospettiva di vincite ragguardevoli. In particolare, dovrebbe essere operata una distinzione tra le strategie del titolare di un monopolio unicamente intese ad informare potenziali clienti circa l'esistenza di prodotti e a garantire un accesso regolare ai giochi d'azzardo in circuiti controllati, e le strategie che invitano e sollecitano una partecipazione attiva a tali giochi”.
Evidenziando espressamente i rischi relativi ai “gruppi vulnerabili come i minori siano attratti dal gioco d'azzardo”. Ma con una importante precisazione: ovvero che, “Nel contempo, le comunicazioni commerciali sui servizi di gioco d'azzardo online possono svolgere un ruolo importante nell'orientare i consumatori verso offerte permesse e controllate, ad esempio fornendo l'identità dell'operatore e dando informazioni corrette sul gioco d'azzardo, compresi i rischi delle problematiche ad esso legate, nonché messaggi di avvertimento”.
Spiegando quindi che sarebbe non solo un errore, ma un rischio concreto, l'ipotesi – più volte ventilata, in Italia e non solo – di vietare la pubblicità dei giochi tout-court. Anche questo concetto, pertanto, viene riproposto in maniera chiara, concreta e pubblica. Proprio come i dati di raccolta e spesa. A questo punto, quindi, non ci sono più scuse, né alibi. La verità è sotto gli occhi di tutti ed è giunto il momento di utilizzarla, nell'affrontare ogni dibattito sui giochi e provare a governare seriamente il fenomeno. A livello centrale e locale: e con l'auspicio che tale distinzione inizi anche a diventare superflua, d'ora in avanti.