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La Questione territoriale ancora al centro dei giochi

23 maggio 2016 - 08:50

Altra settimana cruciale per il futuro del comparto del gioco pubblico con il tavolo tra governo ed enti locali.

Scritto da Alessio Crisantemi

 

Nel clima di immensa confusione in cui si trovano ad operare gli addetti ai lavori del gioco pubblico - e all'interno del quale il Legilsatore è chiamato a legiferare - una sola cosa è certa: il futuro del settore passa per i Comuni. Com'è del resto inevitabile visto che la maggiore offerta in Italia è costituita dal gioco 'fisico' e, quindi, distribuita sul territorio attraverso i locali pubblici. Per questa ragione tra i nodi che il governo è chiamato a sciogliere,all'interno del cantiere delle riforme allestito dalla squadra di Matteo Renzi, rimane ancora oggi quello della cosiddetta Questione Territoriale, sempre più al centro  dell'attenzione, e su vari fronti. Primo su tutti, quello della Conferenza unificata a cui la Legge di Stabilità per il 2016 ha affidato il compito di ricercare una soluzione definitiva al problema per mettere d'accordo una volta per tutte lo Stato centrale con le sue diramazioni territoriali sul tema della regolamentazione dei giochi.

In una modalità che possa risultare idonea anche per le parti sociali e possibilmente sostenibile per l'industria, visto che in ballo ci sarebbero anche migliaia di posti di lavoro di cui l'Esecutivo deve necessariamente tenere conto. In questi giorni (precisamente: giovedì 26 maggio) ci sarà un nuovo incontro sul tema, con il tavolo tecnico promosso allo scopo di creare e mettere nero su bianco un provvedimento risolutorio. Anche se la sensazione è che l'esigenza principale, in questo momento, sia quella di prendere tempo in attesa di conoscere i risultati delle elezioni amministrative che potrebbe modificare il contesto nel quale si deve intervenire. Ma se questo è vero vorrebbe dire che il settore dovrà attendere almeno altri trenta giorni prima di conoscere un verdetto - tenendo conto degli inevitabili ballottaggio a cui dovranno ricorrere le elezioni di vari sindaci - con buona pace degli operatori che attendono da tempo i bandi di gara per il rinnovo e assegnazione delle nuove concessioni che senza l'accordo tra Stato e Regioni non si potranno espletare.
La Questione territoriale, però, non riguarda soltanto l'industria e ad attendere la Soluzione definitiva sono anche (e sorpattutto) le istituzioni, che in molti casi, auspicano un raccordo tra le norme locali e quelle emanate dalle Regioni, finiti in tutti i casi sui banchi dei tribunali amministrativi se non addirittura all'attenzione della Consulta. Anche in questi casi sarà opportuno conoscere quanto prima la linea che il governo intenderà adottare per il futuro, in modo da arrivare a uno scenario coerente su tutta la Penisola e idoneo alla realtà in cui viviamo. Per evitare che i limiti imposti al gioco legale si trasformino in terreni di conquista per il gioco illegale come sta avvenendo in alcuni territori. La stessa Questione, però, riguarda anche altri contesti apparentemente distanti dal settore, ma non troppo. Come quello dell'ippica: sempre più in crisi e con la filiera in stato di perenne agitazione, che oggi invoca una soluzione da ricercare con gli Enti locali. Quegli stessi soggetti, del resto, a cui si rivolgono anche i quattro casinò italiani, per gli inevitabili rapporti di gestione ed organizzazione sul territorio. Insomma, la materia è ancora decisamente 'calda' e non proprio vicina a una soluzione. Anche per questo continua a riscuotere particolare attenzione il libro di Gn Mediadedicato al conflitto tra Stato e territori che, non a caso, continua il suo tour di presentazione sul territorio, favorendo il dibattito e rilanciando il confronto tra l'industria e gli Enti locali, per un dialogo necessario, anzi vitale, per raggiungere la vera sostenibilità.

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