Un nuovo modello per il gioco pubblico
Con il nuovo quadro politico e le varie situazioni da risolvere nel comparto giochi (e in quello delle slot) è il momento di immaginare un nuovo settore. E, più in generale, un nuovo sistema.
Nel periodo di maggiore instabilità dell'intera storia del comparto, una cosa sola appare certa: ovvero, la necessità di definire un nuovo modello di gioco pubblico. Un nuovo sistema e un nuovo paradigma di riferimento, sotto tutti gli aspetti: dal punto di vista politico e regolamentare, e di conseguenza, anche da quello economico e commerciale. All'indomani dell'entrata in vigore del Decreto dignità, che oltre a scagliarsi nuovamente contro il segmento degli apparecchi da intrattenimento - proponendo un ulteriore aumento della tassazione difficilmente sostenibile per la filiera – sconvolge l'intero comparto introducendo il divieto assoluto di pubblicità dei giochi, è evidente che gran parte delle dinamiche che hanno governato fino ad oggi il settore non potranno più essere confermate nei prossimi mesi. Soprattutto a partire dal prossimo anno, quando le nuove disposizioni entreranno in vigore a tutti gli effetti, superato anche il periodo di transizione definito dalla nuova legge.
Quel che continua ed essere evidente, tuttavia, è l'attenzione che continua ad essere rivolta prevalentemente al gioco “fisico” e in particolare alle slot machine: le più colpite dagli ultimi provvedimenti legislativi e quelle da sempre sotto accusa e nell'occhio del ciclone. Basti pensare alla riduzione di circa 100mila apparecchi di questi giorni, che si va a sommare alla “riduzione forzata” dovuta alle norme regionali che stanno espellendo i prodotti di gioco da varie regioni, dopo il processo di riordino del comparto affrontato dal precedente governo all'interno della Conferenza Unificata non ha prodotto risultati.
Ma è proprio per questo che il nuovo modello di gestione del gioco pubblico potrebbe passare proprio per la revisione del comparto slot: magari attraverso l'introduzione di una nuova generazione di macchine diverse da quelle attuali. Non solo per via dell'inserimento delle nuove misure previste dal decreto dignità (tra tessera sanitaria e messaggi di avvertimento). Del resto, la legge prevede(rebbe) già l'introduzione di una nuova generazione di slot (quelle “da remoto”, già rinviate al prossimo anno, e forse ancor di più) e proprio questa potrebbe rappresentare l'occasione per rivedere l'intera filiera, e non solo la distribuzione. Rendendo la macchina senz'altro meno “appetibile” per i giocatori, ma tenendo comunque in piedi un mercato, dopo il 2020. Magari in linea con l'ormai imminente scadenza delle concessioni per la gestione delle reti degli apparecchi, prevista per il 2022, che a questo punto potrebbe rappresentare la vera opportunità di cambiamento. Una scadenza tutt'altro che lontana, tenendo conto che all'amministrazione dovrà iniziare a lavorare alle gare con molto anticipo. E, prima ancora, l'Agenzia delle Dogane dovrà ridefinire con tutta probabilità il proprio piano di azione, a livello più generale, tenendo conto dell'avvicendamento del direttore generale che diventerà esecutivo dal prossimo settembre e delle indicazioni che verranno impartite dal governo per il nuovo mandato. Per questo è opportuno iniziare a ragionare fin da subito “nuovo” settore: vale per la politica e per le istituzioni, ma vale anche (e soprattutto) per gli addetti ai lavori, che dovranno acquisire la consapevolezza, a tutti i livelli, che avranno presto a che fare con un nuovo scenario e un nuovo settore.