Un paese (e un'industria) in eterna attesa delle riforme
Occorrerà attendere il prossimo giugno per conoscere il futuro dell'attuale legislatura e delle diverse misure promesse al paese e non ancora attuate.
Bisognerà attendere il secondo semestre dell'anno per vedere confermata la stima del governo sulla crescita economica del paese (0,2 percento), stando alle parole del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Come del resto bisognerà aspettare sempre la seconda parte dell'anno anche per vedere attuate tutte quelle misure promesse o disposte dal governo, e non ancora attuate, o nemmeno discusse. Vale per il reddito di cittadinanza e per le disposizioni incluse nel decreto dignità, ancora da mettere in pratica, o per le riforme economiche e fiscali, come quella della tanto celebrata “flat tax”, che nessuno sa quanto potrà costare effettivamente, per la semplice ragione che non sono mai stati fatti calcoli su dati reali. Del resto, già a inizio anno, quando il premier Giuseppe Conte prometteva al paese “un anno bellissimo” (salvo poi rimangiarsi l'affermazione relegandola a un mera battuta), si parlava di un secondo semestre di crescita, dopo una prima fase di assestamento.
Ma nelle crisi, si sa, si nascondono sempre le opportunità: per questo occorre guardare al futuro con un minimo di ottimismo, anche per il gioco pubblico. Nonostante in questo momento appaia davvero arduo per gli addetti ai lavori. Eppure qualche passo significativo è stato compiuto. Basti pensare alla nomina appena ratificata dal Consiglio dei Ministri al sottosegretario Alessio Mattia Villarosa, che ha ricevuto la delega ai giochi. Un incarico che non era affatto scontato e che il governo poteva anche evitare di assegnare, come del resto si pensava in maniera diffusa ormai da qualche mese. E se si pensa che tale delega va ad affiancare quella già assegnata in precedente all'altro sottosegretario Giancarlo Giorgetti di materia di matchfixing, quindi strettamente legata al mercato delle scommesse sportive, si può già concludere che, almeno sulla carta, il governo attuale sembra essere quello con le più ampie intenzioni di riforma rispetto al mercato del gioco. Forse anche troppe, dirà qualcuno, lamentando un eccesso di attenzione da parte dell'Esecutivo, soprattutto perché di carattere marcatamente negativo. La partita però è ancora tutta da giocare e, come detto, le prime mosse verranno messe in campo soltanto nei prossimi mesi. Con il nuovo delegato ai giochi da parte del governo che avrà il tempo di farsi un'idea specifica sul settore e, c'è da augurarsi, scevra da pregiudizi o posizioni ideologiche, in una fase così delicata, non soltanto per l'industria, ma per l'intero paese. Visto che, anche se non di dovesse davvero ricorrere a una manovra aggiuntiva, dei denari provenienti dal gioco ce ne sarà sicuramente bisogno, sempre e comunque. E non si può certo correre il rischio di rinunciare anche a un solo centesimo di quelli già preventivati e garantiti dal comparto negli anni precedenti. Obiettivo già difficile da mantenere, per i prossimi mesi, se non verranno presi provvedimenti seri e attuate riforme degne di tale nome. Il Riordino continua ad essere un obiettivo irrinunciabile e il superamento della Questione territoriale un presupposto irrinunciabile. La speranza e che lo siano anche per il governo e per il nuovo sottosegretario. Ma per capirlo e scoprirlo, ahinoi, bisogna ancora attendere.