Dopo un drammatico biennio di pandemia, la guerra e i rincari di prezzi di energia e altri beni, è normale che le aziende colpite dall’alluvione siano giunte al limite della sostenibilità, tanto da valutare di mollare.
Ma non deve succedere per non disperdere un patrimonio di esperienza e capacità costruito in una vita di lavoro. Bene quindi, al momento, evitare di assumere decisioni drastiche o irrevocabili (come la disdetta ai contratti di locazione e la chiusura definitiva delle attività) e attendere il tempo necessario per verificare le migliori strategie da adottarsi per il futuro delle aziende.
Il Decreto Alluvione
In data 23.05.2023 è stato approvato un secondo decreto a sostegno delle zone alluvionate che prevede, fra l’altro:
• La sospensione nel versamento di imposte e contributi fino al 31.08.2023,
• Il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per tutte le aziende, della durata al momento di 90 giorni (mentre per i dipendenti pubblici è prevista la corresponsione degli stipendi anche per chi non può accedere ai luoghi di lavoro)
• Il rinvio del pagamento delle utenze al 31.08.2023
• L’accesso ai mutui e finanziamenti coperti da garanzia pubblica
oltre alla possibilità di sospendere mutui e finanziamenti per calamità, come già consentito dalle regolamentazioni bancarie vigenti.
E’ previsto anche un contributo di 3.000 euro per tutti i lavoratori autonomi colpiti dall’alluvione
Sicuramente un primo passo importante (per circa due miliardi di euro) ma occorre prevedere forme di indennizzo alle imprese che devono in tutto o in parte ricostruire le proprie attività.
Ecco allora alcune indicazioni utili per le aziende forzatamente inattive a seguito dell’allagamento dei locali:
1) Sospensione dei pagamenti:
Come durante l’emergenza da COVID 19, occorre immediatamente attivarsi per sospendere i pagamenti in corso e “congelare” per quanto possibile l’attività:
• Rinviare versamenti di Imposte, tasse contributi: come da decreto emergenza,
• Sospendere mutui finanziamenti e leasing,
• Utilizzare la cassa integrazione speciale per i dipendenti
• Rinviare il pagamento di utenze;
• Comunicare, ove necessario, a fornitori di beni e servizi (compresi locatori di immobili), ove necessario, della impossibilità di procedere al rispetto delle scadenze contrattuali per cause di forza maggiore.
Le stesse indicazioni valgono per le aziende che, a seguito dell’alluvione, hanno forzatamente ridotto gli spazi operativi; in tali casi sarà da preservare la minima funzionalità dell’azienda, cercando di rispettare, per quanto possibile, gli ordini ed i contratti in corso.
2) Piano di ricostruzione
Dopo la fase di “messa in sicurezza” dei beni aziendali sopravvissuti alla calamità occorrerà valutare i tempi della possibile ricostruzione e soprattutto le risorse economiche necessarie, auspicando che in parte possano essere assorbite da contributi pubblici ed in parte da finanziamenti agevolati e garantiti.
Ove in vece non sussistessero i presupposti di continuità, non resterà che dismettere l’attività, cercando di monetizzare, per quanto possibile, quanto ancora suscettibile di valutazione economica (cespiti, merci, avviamento commerciale).