Gli operatori legali del gioco con vincita in denaro del Belgio si dicono letteralmente infuriati per il drastico divieto di pubblicità per il settore annunciato dal ministro della Giustizia, Vincent Van Quickenborne.
Questa misura, si legge in una nota diramata da Bago, associazione di rappresentanza del comparto, non va a vantaggio del consumatore, “al contrario. Dopotutto, non sarà più in grado di distinguere tra l'offerta legale e quella illegale ed è sempre più probabile che giochi su siti web che non offrono garanzie in termini di protezione dei giocatori”.
IL DIVIETO DI PUBBLICITÀ RIGUARDA ESCLUSIVAMENTE LE OFFERTE PRIVATE REGOLAMENTATE - Un gioco d'azzardo è “un passatempo ricreativo e occasionale per il 99 percento dei giocatori. Anche gli operatori hanno interesse che ciò avvenga nel modo più sicuro”, rimarca l'associazione. "Secondo Sciensano, istituto di ricerca e di sanità pubblica del Belgio, circa lo 0,2-0,9 percento della popolazione è a rischio di dipendenza dal gioco. Una percentuale relativamente bassa, ma ovviamente ogni tossicodipendente è uno di troppo e il Governo e il settore devono fare tutto il possibile per prevenire comportamenti di gioco problematici. Il settore si propone quindi da tempo di imporre un dovere di diligenza a tutti gli operatori legali. Tuttavia, il divieto di pubblicizzare l'offerta legale non è una soluzione contro la dipendenza dal gioco. Un recente sondaggio dell'Università di Gent mostra che 1 operatore su 3 che pubblicizza giochi d'azzardo sui social media in Belgio è illegale. Se, a causa del divieto di pubblicità, i consumatori non riescono più a distinguere tra fornitori legali e illegali, ricorreranno ancora più spesso ad operatori che, per definizione, non rispettano le regole. Già oggi in Belgio si spende 1 euro su 5 nel circuito illegale”.
E, per evidenziare come il divieto di pubblicità non serva a nulla e, anzi, possa essere persino dannoso per i consumatori, Bago cita il caso dell'Italia, in cui come noto vige l'Adv ban introdotto dal decreto Dignità nel 2018.
“La pubblicità è necessaria per incanalare il consumatore verso un'offerta legale legale, controllata e sicura. Esempi dall'estero, come l'Italia e la Spagna, dove la pubblicità e le sponsorizzazioni sono state bandite nel 2019, dimostrano concretamente i pericoli di un divieto di pubblicità. Ad esempio, dall'introduzione del divieto totale in Italia, il settore illegale è cresciuto fino al 50 percento (2019-2021)”.
DUE PESI, DUE MISURE – Secondo Bago, “il Governo semplicemente ignora il parere motivato della Gaming commission, l'autorità di regolamentazione del settore, in materia di pubblicità e opta per un divieto drastico”, sottolineando poi l'Esecutivo invece non interferisca “con il più grande operatore di gioco d'azzardo, che è anche di gran lunga il più grande inserzionista (40 percento), la Lotteria nazionale. Tuttavia, gli studi dimostrano che nessun gioco d'azzardo è privo di rischi e che, ad esempio, i gratta e vinci presentano un rischio simile alle scommesse sportive.
Ci si può quindi chiedere se il Governo stia effettivamente prendendo una decisione in cui la cura del consumatore è centrale”. Bago tiene inoltre a sottolineare che, contrariamente a quanto affermato dal ministro della Giustizia, “non c'è mai stata alcuna consultazione con il settore, cosa di cui ovviamente gli operatori legali si rammaricano”.
NUOVE TECNOLOGIE PER TUTELARE I GIOCATORI - Per l'associazione degli operatori inoltre, “il Governo non sta prestando attenzione a soluzioni reali per rafforzare la tutela dei consumatori. Le nuove tecnologie e l'aggregazione dei dati, infatti, consentono di introdurre nuovi meccanismi per rilevare e prevenire comportamenti a rischio. Molti operatori lo stanno già facendo, Bago si propone quindi di sviluppare un quadro normativo generale per imporre il dovere di diligenza all'intero settore. Tale obbligo di diligenza significherebbe, tra l'altro, che tutti gli operatori devono monitorare il comportamento di gioco dei propri giocatori, informare in modo proattivo i giocatori sul cambiamento del comportamento e offrire loro la possibilità di imporsi pause e limiti”.
A concludere tale nota è il pensiero del presidente dell'associazione, Tom De Clercq: “Oggi, sempre più operatori legali stanno implementando algoritmi e intelligenza artificiale per identificare in una fase iniziale comportamenti di gioco problematici emergenti e offrire soluzioni ai giocatori, consigliandoli persino di registrarsi nell'elenco Epis (il registro di autoesclusione dal gioco del Paese, Ndr). Se vogliamo combattere la dipendenza dal gioco in modo efficace, questa è la strada da percorrere".